Italia Unita –
Tutta l’Italia, da Milano a Verona a Venezia, abbia coscienza delle proprie radici unitarie. E’ il monito espresso oggi a Forlì dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine dell’iniziativa che si è svolta al teatro Fabbri dal titolo ‘Come fu che la Romagna divenne italiana’. Il capo dello Stato ha preso ad esempio proprio la città di Forlì per spiegare che essa "mostra di avere coscienza delle proprie radici, del proprio contributo al moto unitario e sa far rivivere questa sua storia nel modo più efficace". "Un esempio che – ha proseguito Napolitano – mi auguro venga seguito altrove in tutte quelle parti del Paese, da Milano a Venezia a Verona, affinché sappiano come divennero italiane". Il presidente della Repubblica ha raggiunto la piazza centrale di Forlì per il primo degli appuntamenti della giornata, la seconda dall’avvio delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia. Dopo avere salutato e stretto la mano ad alcuni cittadini presenti nella piazza ed essersi intrattenuto, in particolare, con i bambini delle scuole che tenevano in mano una bandierina dell’Italia, Napolitano ha deposto una corona di fiori presso la statua in memoria di Aurelio Saffi, patriota e politico forlivese, al centro della piazza a lui dedicata.Nel pomeriggio il capo dello Stato è arrivato a Ravenna dove, intervenendo alla commemorazione delle figure di Arrigo Boldrini e Benigno Zaccagnini, ha voluto fare appello alla necessità di "scongiurare" che "si disperda la memoria e la consapevolezza di due esperienze: della Resistenza e della difesa della Repubblica dal terrorismo".
Poi, intervenendo al teatro Alighieri, il capo dello Stato ha sottolineato che è nella Costituzione che si può e si deve trovare la strada per portare avanti le innovazioni fondamentali come quella del federalismo. L’Italia "è una Repubblica fondata sulla Costituzione e nei principi di quella Costituzione – ha affermato infatti il capo dello Stato – possiamo trovare la strada anche per portare avanti le innovazioni indispensabili, innovazioni definite concretamente più di recente nel titolo V della Carta".
Napolitano ha fatto anche riferimento ai commenti e alle dichiarazioni espresse dopo il pronunciamento del suo discorso di ieri. "Il mio intervento a Reggio Emilia ha avuto una forte eco nel Paese e oggi credo di poter dire che le parole da me lì pronunciate siano state ben comprese e abbiano suscitato reazioni largamente costruttive" ha detto il presidente della Repubblica.
"E’ mio compito e dovere – ha messo in chiaro – reagire a rischi di divisione del Paese specialmente in una fase come quella che si è aperta per l’Europa e per il mondo, in cui l’Italia ha bisogno di coesione e slancio per vivere sfide complesse e impegnative". "Coesione – ha sottolineato – per perseguire l’interesse comune tra le istituzioni e i teatri della società civile come il volontariato e la cooperazione". "E’ mio compito e dovere rilanciare il patrimonio di unità nazionale", ha scandito ancora, affermando di confidare ‘che ci ritroveremo nei prossimi mesi senza distinzioni di parte nelle celebrazioni del 150°.
L’"imperativo" per il Paese è rappresentato dall’"interesse nazionale e dall’unità nazionale" ha quindi ribadito. "A questo imperativo, oggi più che mai urgente, l’accoglienza riservatami dalla terra di Romagna mi incoraggia nel mio impegno e nel mio mandato", ha concluso il capo dello Stato.
"Celebrare l’Unità d’Italia, rispettare il Tricolore" – ‘Vorrei rivolgere un vivo incitamento a tutti quei gruppi politici di maggioranza e opposizione, a tutti coloro che hanno responsabilita’ nelle istituzioni nazionali, regionali e locali, perche’ nei prossimi mesi, al Sud e al Centro come al Nord, si impegnino a fondo nelle iniziative per il centocinquantenaio’. E’ l’appello che ha rivolto oggi al mondo politico il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo intervento al Teatro Valli di Reggio Emilia per la cerimonia di apertura dei festeggiamenti per il 150° dell’Unita’ d’Italia.
Quello che domanda il capo dello Stato e’ un impegno ‘cosi’ da rendere cosi’ ampia e profonda la proiezione tra i cittadini, la partecipazione dei cittadini, in rapporto ad una ricorrenza da tradurre in occasione del rafforzamento della comune consapevolezza delle nostre responsabilita’ nazionali’.
Napolitano poi si rivolge ‘alle forze politiche che hanno un significativo ruolo di rappresentanza democratica sul piano nazionale, e lo hanno in misura rilevante in una parte del Paese’, con un chiaro riferimento quindi alla Lega Nord, affermando che non giova alle istanze della riforma federalista ritirarsi e o trattenere le istituzioni dall’impegno per il centocinquantenario dell’Unita’ d’Italia.
‘Il ritirarsi o il trattenere le istituzioni dall’impegno per il centocinquantenario, che e’ impegno a rafforzare le condizioni soggettive di una efficace guida del Paese, non giova a nessuno – afferma Napolitano -. Non giova a rendere piu’ persuasive, potendo invece solo indebolirle, legittime istanze di riforma federalistica e di generale rinnovamento dello stato democratico’.
Il capo dello Stato sottolinea quindi che il rispetto della Costituzione è un obbligo. Il fatto che ‘nessun gruppo politico ha mai chiesto che vengono sottoposti a revisione quei ‘principi fondamentali’ della nostra Costituzione, dovrebbe significare che per tutti e’ pacifico l’obbligo di rispettarli – afferma Napolitano -. Comportamenti dissonanti, con particolare riferimento all’articolo sulla bandiera tricolore, non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo’.
Napolitano lancia poi un appello alla coesione e all’unità: per affrontare la durezza delle prove che attendono il Paese, dice, e’ necessaria ‘una rinnovata coscienza del doversi cimentare come Nazione unita, come Stato nazionale aperto a tutte le collaborazione e a tutte le sfide, ma non incline a riserve e ambiguita’ sulla propria ragion d’essere, e tanto meno a impulsi disgregativi che possono minare l’essenzialita’ delle sue funzioni, dei suoi presidi e della sua coesione’. Il capo dello Stato spiega che ‘la premessa per affrontare positivamente, mettendo a punto tutte le risorse e le potenzialita’ su cui possiamo contare’, ‘la difficolta’ e la durezza delle prove che gia’ incalzano in un delicato contesto europeo e in un arduo confronto internazionale’ sta proprio ‘in una rinnovata coscienza nel doversi cimentare come Nazione unita’.
Poco prima, Napolitano, prendendo la parola sul palco ha voluto salutare e ringraziare tutte le istituzioni presenti e ringraziare per l’accoglienza e il ‘tripudio di partecipazione popolare che ci dice quanto e’ vivo il senso della storia e dell’unita’ nazionale’. Tra i presenti anche l’ex premier Romano Prodi, che il capo dello Stato ha salutato e che ha suscitato numerorissimi applausi tra i presenti.
Presenti a questo avvio di giornata di celebrazioni in piazza Trampolini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, i tre sindaci di Roma, Torino e Firenze, che hanno ricevuto una copia del primo Tricolore dal presidente della Repubblica, rispettivamente Gianni Alemanno, Sergio Chiamparino e Matteo Renzi.
Tutti e tre hanno fatto proprie le parole di Napolitano. "Il federalismo non sia sinonimo di separazione" ha esortato il sindaco di Roma osservando che quello del capo dello Stato è "un richiamo forte che deve essere ascoltato da tutti, proprio in un momento di riforma federale".
Dalle parole espresse dal presidente della Repubblica, il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, dice di sentirsi "sostenuto e confortato" rispetto a "quello che abbiamo messo in piedi e stiamo cercando di fare per celebrare i 150 anni, a volte nonostante qualche incertezza del governo nazionale".
Per Matteo Renzi infine, il discorso di Napolitano "e’ stato talmente chiaro, bello, appassionante e ricco di contenuti che non ha bisogno di commenti. Lo condivido al 101%".
Al termine del suo intervento, all’uscita del teatro Valli a Reggio Emilia, il presidente Napoliitano è stato accolto da un bagno di folla e da applausi. Il capo dello Stato si e’ avvicinato a quanti lo stavano aspettando e ha stretto loro le mani. In tanti lo hanno sollecitato dicendogli: "Tieni duro, presidente". Un gruppo di cittadini ha esposto uno striscione con scritto ‘Benvenuto presidente, tutti i cittadini hanno pari dignita’. Articolo 3 della nostra Costituzione’. Nel pomeriggio, alle 16;30, Napolitano raggiungera’ per una visita il Museo di Gattatico dedicato alla memoria dei fratelli Cervi.
Per Serracchiani ‘i dirigenti della Lega dovrebbero prendersi le loro responsabilita’ alla luce del sole e dire una volta per tutte se per loro l’Unita’ d’Italia e’ un valore oppure se preferiscono che il nostro Paese sia diviso’. ‘Bossi e i suoi facciano chiarezza – ha aggiunto – e spieghino perche’ propugnare il federalismo debba comportare la continua e strisciante denigrazione dell’Italia e di ogni forma di corretto patriottismo, fino al boicottaggio dell’Inno di Mameli e a quello del tricolore’. ‘Non e’ giusto ne’ accettabile – ha concluso Serracchiani – che la Lega scomodi il concetto di nazione solo quando si parla di controllo dei confini e di immigrazione’.