Qui Trentino Alto Adige
Sono serviti oltre mille controlli in tutto l'Alto Adige per mettere fine ad un importante giro di prostituzione in provincia di Bolzano. L'operazione è opera della Questura del capoluogo altoatesino. In un locale di Bolzano, sono state trovate due prostitute nigeriane che si intrattenevano con un cliente bolzanino.
Le due donne sono state denunciate ed una e' stata espulsa. Tre titolari di discoteche, due a Bolzano e una a Brunico, sono stati denunciati per avere venduto alcolici dopo e due di notte.
A Trento invece, un servizio eseguito congiuntamente tra il Nucleo di Polizia Tributaria, le unità cinofile antidroga della Compagnia della Guardia di Finanza e la Compagnia Carabinieri, ha permesso di arrestare Leonardo Mustafaj , nato a Tropoje (Albania), in possesso di oltre 2 kg di cocaina suddivisi in 4 panetti.
Qui Friuli
L'operazione partita da Trieste ha interessato anche diverse altre città: Venezia, Padova, Verona, Vicenza e Ravenna. Tutto iniziò a marzo, quando erano finiti in manette a Venezia, Imafidon Bose Faith di 43 anni ed Etu Steven Oti di 46 anni, in esecuzione di una misura cautelare emessa dal gip di Trieste.
Le attività operative, per le diramazioni internazionali della banda, sono state coordinate dal Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e si sono concluse con l'arresto di Pina Igbinoba di 33 anni, di Elvis Ofure di 24 anni, di Linda Osagie di 34 anni e di Ibemudia Paulash Washington di 30 anni, già detenuto nel carcere triestino del Coroneo e tra i primi arrestati nel corso dell'indagine. Sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione con tratta di esseri umani e falsificazione di documenti.
Riti voodoo e tratta di esseri umani
Dalle investigazioni è emerso un totale disprezzo della vita umana da parte dei trafficanti, che "compravano" le ragazze, costrette a ripagare il loro ingresso in Italia con anni di sfruttamento sessuale e dopo aver subito il rito voodoo, in molti casi esteso anche a danno dei famigliari delle giovani.
Dai documenti falsi, la soluzione del caso
Le indagini sono iniziate quando alla Questura di Trieste è arrivata una segnalazione del Consolato sloveno, relativa ad alcuni nigeriani che avevano presentato documenti falsi per fare entrare dei loro connazionali in Slovenia.
L'immediato avvio di intercettazioni telefoniche delle utenze in uso ai nigeriani ha consentito di individuare la vastissima rete del traffico di esseri umani gestito esclusivamente dagli africani che, tramite connazionali, hanno fatto entrare in Italia, Bulgari e Grecia un centinaio di ragazze da avviare alla prostituzione, utilizzando documentazione falsa.