NordEst

Piano Casa, Trentino contrario al decreto legge

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C’è grande attesa per il vertice sul piano casa di martedì a Roma. L’incontro è determinante. Al centro dell’attenzione c’è l’atteso accordo tra Governo e regioni per il rilancio edilizio.

Il Trentino contro il decreto legge – Ci sarà anche la provincia di Trento a Roma per l’atteso vertice. La posizione espressa dall’assessore all’urbanistica Mauro Gilmozzi è ben chiara: no ad un decreto legge.

Secondo Gilmozzi, il Trentino non accetterà che: “Il Governo agisca  con decreto sulla testa delle regioni, superando la nostra competenza urbanistica. Non lo accetteremo mai. La nostra aspettativa è che si agisca con altri strumenti: un disegno di legge, un atto di indirizzo o meglio un accordo”.

I numeri dell’edilizia trentina – C’è voglia e c’è bisogno di rilanciare l’edilizia trentina. Ma ecco un quadro generale del patrimonio immobiliare della provincia. Dalle informazioni statistiche date dalla Provincia, emerge subito un dato: la casa unifamiliare ad uso abitativo è predominante su tutto il territorio con un 46%, seguita dalle case bifamiliari con un 28%. Altro dato di notevole interesse è la presenza di abitazioni vuote circa il 40%, quota che raggiunge il 50% nelle valli turistiche di Primiero, Fassa e Sole.

Il Piano-casa avvantaggera’ il Sud –
E’ il risultato a cui e’ giunta la Cgia di Mestre che ha condotto un’analisi dalla quale e’ emerso che il piano potrebbe avere un impatto economico a livello nazionale, spalmato in piu’ anni, di quasi 79 miliardi di euro.

Ipotizzando che tutte le Regioni adottino il piano edilizio in fase di definizione da parte del governo, la Cgia stima che il 30,3% del giro di affari a livello nazionale che l’operazione mettera’ in moto in piu’ anni verra’ dal Sud : 23,9 miliardi di euro. Il 27% proverra’ dal Nordovest (21,3), il 21,8% dal Centro (17,2) e solo il 20,9% dal Nordest (16,5). ‘Tuttavia – spiega il segretario Giuseppe Bortolussi – la forte concentrazione di abusivismo e lavoro nero presente soprattutto nel Sud potrebbe ridimensionare queste stime’.

Tra le regioni, comunque, quella piu’ investita dalla misura di rilancio economico potrebbe essere la Lombardia, con un giro d’affari di 12,8 miliardi di euro in piu’ anni. Seguono il Lazio, con 8,1 miliardi, e il Veneto con 7,4.
Subito fuori dal podio, la Campania con 6,6 miliardi e la Sicilia con 6,2.

Ci sono due ordini di motivi che spingono la Cgia a ritenere che il Sud e le isole sarebbero le piu’ interessate dall’operazione di rilancio dell’edilizia privata: ‘In primo luogo – spiega Bortolussi – perche’ al Sud c’e’ una maggiore diffusione di case mono e bifamiliari in cattivo stato di conservazione che, in linea teorica, potrebbero essere interessate ad un intervento di abbattimento e poi di ricostruzione. In secondo luogo, vista la situazione di promiscuita’ e di bassa qualita’ abitativa presente, molti proprietari potrebbero essere interessati ad ampliare la propria abitazione fino al 20% . Ma con i livelli di reddito e di risparmio presenti nel Sud, mediamente piu’ bassi di quelli nel resto d’Italia, e la forte presenza di abusivismo e lavoro nero, e’ molto probabile che nella realta’ il Piano casa partorira’ degli effetti piu’ contenuti di quelli stimati’.

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