Nell’aula del Consiglio Provinciale di Trento ricordata, con un minuto di silenzio, la figura di Sandro Boato, il politico ecologista recentemente scomparso. Fugatti, nella sua relazione ha ribadito: “Una manovra improntata al pragmatismo, non a grandi proclami. Abbiamo bisogno di consolidare la nostra Autonomia, ma per farlo dobbiamo sviluppare rapporti con altri territori e autonomie”. Guarda l’intervento in aula
- Intervento del presidente della Provincia Maurizio Fugatti in occasione dell’illustrazione della manovra economico-finanziaria 2020-2022 (pdf)
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Trento – Ha preso il via in Consiglio provinciale, la discussione della manovra finanziaria. Ecco un quadro di sintesi delle cifre che la compongono.
Per il 2020 ci sono 4 miliardi e 399 milioni.
Il bilancio di previsione della Provincia per il 2020 può contare, al netto delle risorse dello Stato e della Ue per la tempesta Vaia, su 4 miliardi e 399 milioni di euro. Quelli del 2019 erano 4 miliardi e 606. Per il 2021 e il 2022 le risorse sono previste in calo: 4 miliardi e 283 tra due anni; 4 miliardi e 99 milioni tra tre. Calo determinato dal venire meno degli arretrati che lo Stato deve alla Pat. Un’incognita è rappresentata dall’impatto sulle entrate fiscali di piazza Dante dalle manovre finanziarie del Governo. Per questo, nel bilancio 2020, sono stati accantonati 202 milioni di euro.
La voce più pesante è la sanità: 1 miliardo e 236 milioni.
La voce di spesa più corposa va alla sanità alla quale va un miliardo e 236 milioni, seguita da quella per l’istruzione (compresi gli stipendi per gli insegnanti), che assorbe 880 milioni. Per le politiche sociali e la famiglia si prevedono 266 milioni, mentre allo sviluppo economico e competitività spettano 233 milioni. Quasi 60 milioni sono destinati alla cultura; 69 milioni e 700 mila all’ambiente. Corposa la spesa per i trasporti, 255 milioni e 600 mila. Per il funzionamento di comuni e comunità di valle vanno 668 milioni. Infine, le spese di gestione della macchina provinciale, compresi gli stipendi del personale, ammontano a 386 milioni.
Investimenti, 1 miliardi e 789 nel triennio 2020 – 22.
Per ciò che riguarda gli investimenti la Giunta, per il triennio 2020 – 2022, ha confermato i finanziamenti per il nuovo ospedale di Trento e quello di Cavalese; la banda larga; i collegamenti viari Loppio – Busa, la variante di Cles, lo svincolo di Campotrentino, la circonvallazione di Rovereto e per la riapertura della stazione di Calliano. Per l’edilizia scolastica il polo della Meccatronica, l’Istituto Pertini a Trento e l’Istituto d’arte Vittoria e il Maffei. Il completamento del depuratore Trento Tre e la bonifica delle rogge di Trento nord. Infine il polo fieristico di Riva e il polo giudiziario di Trento. In tutto un miliardo e 623 milioni ai quali il governo Fugatti ha aggiunto 60 milioni per nuove opere; 40 per il rifacimento del ponte di Canova; 34 per la sicurezza di ponti e gallerie; 32 per l’interporto e i trasporti raggiungendo così la cifra di 1 miliardo e 789 milioni.
Dalla Nota di aggiornamento del Defp luci e ombre della società trentina.
Fa parte della manovra finanziaria anche la nota di aggiornamento al Defp, il documento di economia e finanza provinciale che viene presentato dalla Giunta nell’assestamento di luglio e, appunto, aggiornato a dicembre nel quadro del bilancio di previsione. La nota per il triennio 2020 – 2022 contiene un’analisi dettagliata della società trentina e della sua economia.
Un Pil in leggera crescita, ma in frenata rispetto agli ultimi 3 anni.
Pil Trentino nel 2019 ammonta a 20 miliardi e 178 milioni di euro.
La crescita nell’anno che si sta chiudendo è stata dello 0,3% rispetto al 2018 contro lo 0,1% dell’Italia. Per Pil del 2020 è prevista una crescita ancora modesta, lo 0,8%, che dovrebbe raggiungere l’1,1% nel 2021 e nel 2022. Un quadro non roseo che risente, dopo tre anni di crescita continua e sostenuta, delle difficoltà del Paese.
Il mercato interno è in calo.
Debole anche la crescita del settore manifatturiero che si è fermata ad un più 0,2%. Netta la flessione del mercato provinciale, che rappresenta il 79% delle 46 mila aziende trentine, con un – 6,4%. Meglio il mercato italiano con un più 2,6% e estero più 1,8%.
Il turismo tiene e tornano gli italiani.
Continua il trend di crescita del settore turistico che ha visto, a partire del 2018, il ritorno della clientela italiana e un ulteriore aumento del 5,7 delle presenze degli stranieri. Nell’anno che si sta chiudendo si è registrato un aumento del 5,1% degli arrivi e un 3,9% nelle strutture alberghiere e extralberghiere. Per quanto riguarda la spesa, i migliori clienti sono gli stranieri che spendono in media 104 euro al giorno a testa in estate e 154 euro in inverno.
Più occupati, ma cresce il lavoro a chiamata.
Gli occupati sono cresciuti quest’anno dell’1,7%. Le donne rappresentano il 45% della forza lavoro ma sono maggiormente soggette a lavori precari, paghe basse e ai part – time involontari che, peraltro, sono generalmente in crescita soprattutto per i giovani.
Nel 2019 il tasso di disoccupazione si è ridotto toccando quota 5,6% ritornando ai livelli di 10 anni fa. Anche se a crescere è stato soprattutto il lavoro a chiamata (+ 2,2%) che ha perlopiù carattere stagionale.
Nell’88% delle famiglie almeno uno lavora.
L’88% delle famiglie trentine ha almeno un componente che lavora, il 44% almeno due. Il 3,3% dichiara di fare fatica ad arrivare a fine mese e il 5,5% di non essere soddisfatta della propria condizione economica.
Un reddito medio di 21 mila e 500 euro.
Il reddito media in Trentino è di 21 mila 500 euro, tremila euro in più rispetto alla media italiana. La popolazione a rischio povertà o di deprivazione economica è però in aumento e si attesta sul 20,6%, inferiore di 7 punti rispetto alla media nazionale.
Il 93% dei trentini abbastanza soddisfatto della famiglia.
La famiglia rimane uno dei capisaldi della società trentina: il 93% dei trentini si dichiara abbastanza soddisfatto delle relazioni familiari, il 44% molto soddisfatto. Anche se un terzo della popolazione vive da sola vanno bene anche le relazioni di amicizia: l’87% dei trentini è abbastanza soddisfatta della sue relazioni.
Bene la partecipazione alla vita della comunità.
Tiene, anzi si espande, la partecipazione alla vita della comunità: il 40% dei trentini sopra i 14 anni fa parte di un’associazione un valore che, con l’Alto Adige – Suedtirol, pone il Trentino nettamente ai vertici nazionali superando la media italiana di 16 punti.
L’ordine del giorno dei lavori in Aula