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Coronavirus, salgono a 20 decessi in Alto Adige: videoconferenza Provincia Bolzano 20 marzo

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Oltre 1.800 le persone in quarantena domiciliare

Bolzano – Sono venti le persone morte finora per Covid-19 in Alto Adige. Lo ha comunicato il governatore Arno Kompatscher. Il presidente ha evidenziato il numero elevato di tamponi finora effettuati. L’assessore Arnold Schuler ha invece informato che il numero verde della Provincia registra circa 750 chiamate al giorno, con punte di 1.130 nei giorni scorsi.

Schuler ha anche parlato delle difficoltà nello scambio di dati all’interno dell’Unione europea e nel rifornimento di materiale protettivo. “Chiunque torna in Alto Adige dall’estero deve stare per due settimane in isolamento domestico”, ha ribadito Schuler, ipotizzando l’utilizzo degli affittacamere per questo scopo.

“Dobbiamo partire dal presupposto che il coronavirus abbia raggiunto tutti i Comuni dell’Alto Adige e per questo motivo dobbiamo tutti comportarci come se fossimo positivi”, ha sottolineato Kompatscher.

“I rifornimenti da Roma funzionano bene, ma coprono solo una parte del nostro fabbisogno di mascherine e mantelline e dobbiamo perciò individuare anche altri rifornitori. Purtroppo ci sono anche tante truffe e serve prudenza”, ha aggiunto Schuler. Sono attualmente 26 le persone nel centro di quarantena a Colle Isarco.

Da parte dell’Azienda sanitaria sono stati effettuati tra giovedì e venerdì mattina 865 tamponi, 114 di questi sono risultati positivi.  Il numero complessivo dei test effettuati sale quindi a 4433 rilevati su 3094 persone.

In breve

Coronavirus, muore don Tonini.  Lutto nel clero altoatesino e trentino per la scomparsa a 84 anni di don Salvatore Tonini, spirato ieri sera all’ospedale di Bolzano dove era ricoverato per il Covid-19 coronavirus. Don Tonini, nativo di Storo, fu prima cooperatore a Bolzano e per 19 anni parroco a Sinigo. Sarà sepolto a Storo. “Don Salvatore – sottolinea il vescovo Ivo Muser – era una persona e un sacedote autentico e amabile. Sempre con grande disponibilità si è fatto carico dei compiti assegnatigli nella nostra diocesi. Ancora nel nostro ultimo incontro mi aveva detto: dove c’è bisogno di me e per quanto posso, vorrei fornire il mio piccolo contributo.” Monsignor Muser ricorda don Salvatore come persona permeata della spiritualità del Movimento dei focolari, “un sacerdote sempre impegnato a cercare e a vivere l’unità. Negli ultimi anni guardava con gratitudine e in pace a quella che è stata la sua vita”.

 

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