di Annalisa Borghese
Tra i ricordi più belli di un bambino diventato grande c’è quel libro che mamma o papà gli leggevano prima di spegnere la luce. O quella storia di quando lei era piccola e giocava con le pannocchie di mais che la nonna gli raccontava infinite volte e lui a correggerla quando cambiava qualcosa o aggiungeva particolari che il giorno prima aveva omesso…
In entrambe i casi la condivisione emotiva del racconto ha generato in lui una sensazione di benessere che troverà sempre a disposizione dentro di sé. In più le storie, lette o raccontate con partecipazione, stimolano la capacità di immaginare che non è cosa soltanto da bambini, anzi.
Un adulto che ha nutrito la sua fantasia è un adulto creativo. È una persona che può portare un cambiamento nel mondo anche ricorrendo alla sua capacità immaginativa; una persona che scardinando la narrazione dominante contribuisce a creare una storia diversa. Dietro qualunque gesto, infatti, c’è un pensiero e prima ancora del pensiero c’è la capacità di immaginare.
Se proprio non siamo portati a raccontare a ruota libera, che è un dono, e leggere ad alta voce in modo espressivo non è il nostro forte, possiamo provare a inventare giochi di parole insieme ai nostri bambini in modo da creare quella complicità che genera memoria e benessere.
Magari scoprirete che inventare filastrocche oppure ritagli21are le parole, mescolare le lettere e rimetterle insieme per dare vita a parole di fantasie diverte anche voi. E chissà che senza un canovaccio prestabilito non vi riesca più facile incominciare a raccontare ché in fondo narrare è una necessità dell’essere umano dalla notte dei tempi…
Se vi interessa, provate a dare un’occhiata al manuale “Raccontare allunga la vita a noi e alle storie” di Marina Savoia, Erga Edizioni, 2017. È un libro-laboratorio adatto anche a chi non ama in particolar modo leggere.
Da accompagnare magari ad una tisana estiva di fragole, menta e limone.