La norma che regola le aperture dei negozi comunque per ora resta in vigore
NordEst – Per Palazzo Chigi il provvedimento che limita a 18 giornate le aperture festive nei comuni non turistici viola le competenze statutarie e la Costituzione in materia di concorrenza. Per la giunta Fugatti invece si tratta che tutela il diritto al riposo e alla vita familiare dei lavoratori. Trovando in questo pieno sostegno nei sindacati di categoria.
La limitazione alle aperture festive, lo ricordiamo, interessa anche i tre maggiori comuni: Trento, Rovereto e Pergine. L’impugnazione del Consiglio dei ministri era attesa, quasi scontata. Tanto che contemporaneamente la giunta Fugatti si è mossa per arrivare ad una norma di attuazione. C’è stato già un primo sì in commissione dei 12. Norma che nelle intenzioni di Piazza Dante potrebbe disinnescare la dichiarazione di incostituzionalità.
La reazione della Provincia
Il presidente della Provincia autonoma di Trento prende atto della decisione del Consiglio dei Ministri, che ha impugnato la nuova legge provinciale sul commercio, in merito alla disciplina delle aperture dei negozi nei giorni festivi. Una mossa – questo il commento – che l’Amministrazione provinciale si aspettava.
Ma tanto il presidente quanto l’assessore con delega all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo confermano in ogni caso la necessità di dimostrare coraggio per continuare a rendere il Trentino una terra dinamica, in cui le prerogative dell’autonomia vengono messe a frutto per il bene della comunità locale e per essere sempre all’avanguardia su vari fronti.
La Provincia autonoma di Trento, assieme a quella di Bolzano, ha peraltro già intrapreso un percorso parallelo attraverso una norma di attuazione che, negli scorsi giorni, ha ricevuto il voto favorevole della Commissione dei Dodici. A tal proposito, l’auspicio del presidente è che il Governo adotti definitivamente la proposta normativa, corrispondendo in tal modo alle attese dei territori.
È il capo dell’esecutivo provinciale che tuttavia fa notare come, con il governo in carica, le impugnative contro le nostre leggi provinciali siano purtroppo sempre più frequenti e avvengano con una solerzia che non sembra quella abituale.
E se conforta il fatto che le sentenze della Corte costituzionale, a seguito di impugnative decise dal governo nazionale in carica, diano ragione alla Provincia – come accaduto nei giorni scorsi per i provvedimenti in tema di dirigenti provinciali e contratti dei medici e dei giornalisti, stupisce e fa riflettere la decisione del CdM di impugnare dapprima una nostra legge – nel dettaglio, quella sugli appalti pubblici – salvo poi farla propria in sede di legge sulla semplificazione.
“Ci sembra un comportamento perlomeno contraddittorio – conclude il presidente della Provincia – che alla fine si trasforma in un motivo di orgoglio in più per continuare a promuovere norme che contribuiscono a migliorare non solo il Trentino, ma il Paese al quale apparteniamo, come riteniamo sia quella sulle chiusure domenicali”.