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Abbassamento del fiume Adige e precedenti storici: la deviazione del torrente Fersina

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Non è la prima volta in Trentino, che si agisce su un corso d’acqua per diminuirne la portata per controllarne l’alveo. Ma ci sono casi che meritano di essere ricordati

La forra vista dal percorso realizzato al suo interno. La prenotazione della visita è possibile al sito ecoargentario.it

 

di Ervino Filippi Gilli

Trento –  E’ di questi giorni la notizia che per cercare i corpi dei coniugi Neumair-Perselli nel fiume Adige, è stato abbassato il livello del fiume Adige di circa trenta centimetri. Questa operazione è stata resa possibile grazie ad una regolazione nel deflusso uscente dalle dighe di Glorenza, Naturno, Tel e Marlengo, Lana e Brunico, messa in atto dalla società idroelettrica altoatesina Alperia che le gestisce.

La serra di Pontalto (Orrido di Ponte Alto)

Leggendo questa brutta storia mi sono ricordato che in passato una operazione simile era già stata fatta per poter controllare lo stato di manutenzione di un’opera di difesa fondamentale per l’abitato di Trento: la Serra di Pontalto. Questo contributo ne ricostruisce la storia.

L’opera

Questa briglia posta a monte dell’abitato di Trento lungo il torrente Fersina. La serra (italianizzazione del termine tedesco sperre) denominata anche Serra di Pontalto, serviva per ridurre la pendenza del corso d’acqua e, così facendo, laminare il trasporto solido del torrente; è tornata visitabile dopo alcuni anni e merita sicuramente una visita per la bellezza dell’orrido in cui è stata costruita.
Ripercorriamo brevemente la sua storia. All’inizio venne costruita in legname per ordine del Cardinale Bernardo Celsio, Principe di Trento, ma non resse alle numerose piene che si susseguirono nei cinquanta anni successivi.

Venne allora ricostruita in muratura per ordine del Cardinale Principe Madruzzi ma ebbe egual sorte nell’anno 1564 ed in tale rovina rimase per circa quarant’anni fino a che negli anni 1611-12-13 venne rifabbricata in pietra per opera di Giulio Smidel. Detta costruzione venne danneggiata ancora nel 1686; ricostruita nuovamente con le pietre rimaste in sito e con legname funzionò sino all’anno 1747; nel 1749 per cura di Bartolomeo Terracino di Solagna fu rifatta in muratura ma senza che la parte su cui scorreva l’acqua fosse sufficientemente protetta. Fu quindi nuovamente ricostruita e rialzata per cura di Francesco Giacomelli nel 1752 e coperta superiormente con un’opera in legname.

In questa epoca la serra raggiungeva i 15 passi trentini, m. 24.90, compresa la copertura in legname. Altra parziale distruzione s’ebbe nell’anno 1823, danno che fu riparato nell’anno 1824, alzando la serra di altri metri 3.98. Sopraelevazioni vennero eseguite nell’inverno degli anni 1824-25, nel 1846, la Delegazione Fersinale ne deliberò una ulteriore di metri 1.89, che venne eseguita nel 1847; finalmente nel 1849 fu ancora alzata di metri 6.32, e per ultimo dopo il 1882 venne elevata dall’Ingegnere Sup. Obrelli (che ha lavorato anche sul rio Lazer al confine tra gli ex comuni di Siror e Tonadico), consolidandone le spalle laterali.

Come si vede si tratta di un’opera idraulica che veniva considerata fondamentale per la difesa di Trento dalle inondazioni ma di difficile manutenzione data la ristrettezza della forra in cui è costruita.

La visita dell’ingegner Obrelli

Come si diceva, l’opera era di difficile accesso e pertanto riuscire a realizzare interventi di manutenzione o solo conoscerne lo stato di conservazione era impresa ostica se non impossibile.

Per ovviare al problema di accesso venne studiato un sistema per cui gli ispettori collocati in un grande cesto venivano calati lungo il muro della serra: mediante una serie di pali e travi fu costruito un paranco che permetteva di scendere nell’orrido (e stiamo parlando di una calata di circa 30 metri).

Restava ancora il problema della presenza dell’acqua che impediva di avvicinarvisi sufficientemente e di vedere l’opera. L’inghippo venne risolto non già come con l’Adige ai giorni nostri in cui sono state utilizzate le dighe (che nel 1882 non esistevano) ma con un sistema ingegnoso che prevedeva che “Alle ore 6 del giorno 11 marzo vennero chiusi ai loro sbocchi il Lago della Serraia e quello di San Mauro e vennero altresì deviate nei prati irrigui le acque dei rivi di Roncogno e di Civezzano, allo scopo di diminuire le acque del Ferina ed assicurarne maggiormente l’esito dell’ispezione…” facendo in pratica esondare il torrente nelle campagne sotto l’abitato di Pergine per il tempo sufficiente all’ispezione.

Questo sistema era l’unico attuabile in quanto la ristrettezza della forra non permetteva di posizionare stabilmente un canale in legname che deviasse tutto il deflusso. Il giorno prescelto per l’operazione fu l’11 marzo: la data fu scelta perche in quel periodo la portata del Fersina era ridotta e non erano ancora iniziate le morbide primaverili. Dopo alcune ore dall’inizio dell’intervento di deviazione, venne sbarrato il torrente in più punti, il cesto venne calato e si diede inizio all’ispezione che durò poche ore.

L’esito di questa visita ha permesso all’ing. Obrelli di progettare la sopraelevazione ricordata in precedenza e di redigere i disegni di progetto che sono inclusi in questo articolo.

 

A chi interessasse conoscere più approfonditamente la storia di come avvenne l’ispezione, consiglio la pubblicazione La serra di Pontalto : rilevata ed ispezionata li 11 marzo 1882. Trento : Küpper-Fronza (tip.), 1882 consultabile anche presso la biblioteca comunale di Trento od i vari articoli apparsi sulla Gazzetta di Trento del 1882 che descrivono il manufatto e le operazioni di verifica; per una visione più generale di come fosse l’Adige oltre un secolo fa propongo L’Adige Trentino. Appunti di viaggio dell’ing. G. Turazza incluso in L’ingegneria Civile e le arti industriali che è possibile rinvenire in formato pdf in rete.

I disegni di Obrelli relativi alla serra

 

 

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