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Diga del Vanoi, ultimo confronto online ma Belluno sollecita incontro nel Feltrino

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Il consigliere Bortoluzzi: «Se il territorio non viene considerato, non vale neanche la pena proseguire con il dibattito pubblico». A questo link i video di tutti gli incontri


 

NordEst – La Provincia di Belluno ha partecipato lunedì all’ultima tappa – calendarizzata online – del dibattito pubblico relativo alla diga del Vanoi. Il consigliere provinciale delegato al demanio idrico, Massimo Bortoluzzi, insieme alla struttura tecnica, ha ribadito la richiesta di un incontro in presenza nel Feltrino. Richiesta già avanzata ufficialmente nelle scorse settimane tramite due lettere e mai considerata dal proponente del progetto, che non ha neppure risposto.

«È fondamentale che il territorio bellunese venga ascoltato – sottolinea la Provincia – già è assurdo che non sia stato coinvolto finora. Ma visto che il dibattito pubblico si chiuderà il 4 novembre, confidiamo ci siano ancora le condizioni e i tempi per un’ulteriore tappa in presenza. Del resto, noi abbiamo partecipato anche alla tappa di Cittadella, dove le voci erano tutte favorevoli all’opera: perché i progettisti non possono venire a spiegare il progetto nel Bellunese?» le parole del consigliere Bortoluzzi.

«Il territorio bellunese, come detto anche oggi dai progettisti, sarebbe quello che in caso di collasso o guasto dell’impianto, avrebbe tutte le ricadute e gli effetti negativi, in particolare su Fonzaso, Arsiè e i Comuni a valle della diga. E nonostante la consapevolezza di questo, il Feltrino è rimasto escluso da qualsiasi condivisione. In più, lunedì sera abbiamo sentito dai progettisti che a livello di indagine speditiva è acclarato che sono attive diverse frane sui versanti. Se siamo ad un tale livello di superficialità dello studio progettuale, tanto vale abbandonare subito il dibattito pubblico, perché non ha neanche senso sollevare osservazioni più puntuali, come quelle relative alla sicurezza dello sbarramento e delle sponde del bacino che verrebbe realizzato. Ci sono mille modi migliori di perdere tempo».

«L’espressione della Provincia di Belluno è chiara e quella della Provincia autonoma di Trento va nella stessa direzione – conclude il consigliere Bortoluzzi – mancano i presupposti della sicurezza, quelli giuridico-politici e anche quelli sociali. Quindi il nostro – della Provincia e del territorio bellunese – è e rimarrà un “no” assoluto». 

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