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Valdastico, le categorie dell’autotrasporto Trentino sollecitano l’opera

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L’appello di F.A.I. Conftrasporto Trentino, della Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Trento e dell’Associazione Artigiani


 

Trento – Il dibattito si protrae ormai da 50 anni, sull’allungamento della Valdastico nord. Il rischio vero e proprio è che si arrivi ad un’opera incompiuta seppur voluta da più categorie economiche del nostro territorio ma soprattutto dalla categoria degli autotrasportatori provinciali, che lo ribadiscono in una nota.

F.A.I. Conftrasporto – Confcommercio, Associazione Artigiani e la Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Trento chiedono da anni il realizzo della bretella che ovvierebbe ad una viabilità tra le province di Trento e Vicenza sempre più critica. “Oramai è sotto gli occhi di tutti – si legge – che il corridoio del Brennero tra Verona e Trento è pesantemente congestionato, così come la SS 47 Valsugana, che connette Trento a Vicenza, ha mostrato negli anni e in questo 2024 in particolar modo una forte fragilità. Ad inizio luglio la giunta della Provincia autonoma di Trento ha dato il via libera preliminare alla variante al Piano urbanistico provinciale relativa al Corridoio Est, con l’ipotesi del nuovo collegamento infrastrutturale tra Trentino e Veneto. Che arriverebbe a Rovereto Sud, connettendosi all’autostrada del Brennero. Non riusciamo a capire – sottolinea il presidente di FAI Conftrasporto Trentino Andrea Pellegrini – il perché dopo numerosi decenni non siamo ancora in grado di compiere un intervento strutturale definitivo. Abbiamo letto di contrarietà tra le più svariate. Si mettono in risalto le criticità ambientali dell’opera, ma mi pare ci siano degli studi effettuati da esperti geologi, ingegneri e professionisti in materia, che hanno sottoscritto e dichiarato la fattibilità dell’opera. Qualcuno dichiara che il traffico della Valsugana è per lo più utilizzato da veicoli ed aziende territoriali, ma siamo proprio sicuri? A noi non sembra che corrisponda alla realtà. Vorrei fare una provocazione, e dichiarare la disponibilità ad inibire il passaggio dei mezzi pesanti (se non per carico e scarico) dalla Valsugana alla conclusione dell’opera”.
“Noi, categorie dell’autotrasporto – continua Pellegrini siamo convinti che attraverso la realizzazione della Valdastico avremmo anche una consistente riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Mi pare abbastanza ovvio – ragionando in una percorrenza regolare di un mezzo pesante – che 50 km per arrivare a Vicenza anziché 150 possano incidere positivamente, ma soprattutto possano evitare le code sull’Autostrada del Brennero a passo di lumaca che purtroppo aumentano non di poco le emissioni. La frana che quest’anno ha interessato il comune di Valbrenta nel mese di gennaio – aggiunge Stefano Pedot, presidente della Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Trento – ha riportato all’attenzione il grande problema della viabilità in Valsugana. Va ricordato, tuttavia, che, anche in condizioni normali, il traffico sulla strada statale è congestionato. La realizzazione del completamento della Valdastico contribuirebbe finalmente ad alleggerirlo, in Valsugana come pure sull’Autostrada del Brennero. Inoltre, consentirebbe collegamenti diretti e più veloci con il vicentino, traducendosi anche in un risparmio di emissioni di CO2. Comprendiamo le preoccupazioni degli abitanti e degli amministratori delle località potenzialmente interessate dal tracciato della futura opera: crediamo tuttavia che sia venuto il tempo di alzare lo sguardo e di ragionare sul territorio provinciale nel suo insieme, per cogliere, insieme ai costi, anche i benefici di un’opera che è oramai inevitabile”..
Roberto Bellini presidente degli autotrasportatori in seno ad Associazione Artigiani conclude: “L’autostrada Valdastico rappresenta un’opportunità unica per stimolare la crescita economica locale, migliorare la connettività tra le regioni e ridurre i tempi di viaggio per cittadini e imprese. L’infrastruttura faciliterà il commercio e il turismo, creando nuove opportunità di lavoro e sviluppo economico”.
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