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Diga del Vanoi, Provincia di Belluno invia osservazioni su sicurezza, procedura e sovrastima

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Presidente Padrin: “Lavoro tecnico che si somma a una chiara volontà politica e territoriale”


 

Bellunoi – Ventuno pagine di motivazioni di carattere tecnico per dire “no” alla diga del Vanoi. La Provincia ha depositato nei giorni scorsi le osservazioni contro lo studio progettuale presentato dal Consorzio di Bonifica Brenta (i termini scadevano il 4 novembre). Un documento che inquadra sotto diversi profili la contrarietà alla realizzazione dell’opera. In particolare su alcuni aspetti tra cui la sicurezza dei versanti e del territorio, le stime di disponibilità idrica e la procedura.

«Un lavoro tecnico molto attento e preciso dei nostri uffici, che hanno messo in fila tutti gli aspetti per cui diciamo “no” alla realizzazione di un nuovo invaso sul torrente Vanoi» afferma il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. «Un lavoro che si somma alla chiara volontà politica già espressa più volte dall’amministrazione provinciale e va nella stessa direzione della volontà territoriale. Anche di recente ho parlato di questo tema con il presidente di Trento, Fugatti, ed è comune l’idea che quest’opera non si debba assolutamente fare».

Le osservazioni presentate

Il documento di osservazioni depositato dalla Provincia (inviato al Consorzio di Bonifica Brenta quale proponente dell’opera, e per conoscenza ai ministeri delle infrastrutture e dell’agricoltura) comincia con una premessa di metodo, citando la normativa di riferimento (“Norme tecniche per la progettazione e la costruzione degli sbarramenti di ritenuta”, approvate con Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 26 giugno 2014). E afferma che il Docfap (documento di fattibilità progettuale) presentato dal Consorzio Brenta non è conforme alla normativa, «perché non tiene conto degli studi di tenuta idraulica di altri aspetti» spiega il consigliere provinciale delegato al demanio idrico, Massimo Bortoluzzi.

Le osservazioni sono strutturate in sette capitoli, che affrontano ognuno un aspetto specifico. Il primo contesta che il bacino a scopo irriguo, così come ipotizzato dal Consorzio, sia in grado di far rispettare il deflusso ecologico del Brenta “rimpinguandolo” con acqua prelevata da un altro corpo idrico. Il secondo fa riferimento allo scopo di realizzare un bacino di laminazione per prevenire alluvioni in pianura. «Uno scopo che può essere raggiunto con lo sghiaiamento e la pulizia dei serbatoi esistenti, senza doverne costruire uno nuovo» rileva il consigliere Bortoluzzi. «E poi, come evidenziato nelle osservazioni, nella pianificazione e programmazione vigenti in materia di sicurezza idraulica, non è prevista nessuna nuova realizzazione sul Vanoi».

Il terzo capitolo fa riferimento agli obiettivi di ricarica delle falde e di produzione idroelettrica, inseriti dal Consorzio come secondari rispetto a quello irriguo; e dimostra come gli obiettivi siano sovrastimati dal proponente. Il quarto invece si concentra sulla sicurezza idrogeologica, contestando l’assenza di studi specifici all’interno del Docfap. «Ricordo che la zona è identificata come P4 quanto a pericolosità di frana – aggiunge il consigliere Bortoluzzi -. Il che significa massimo grado».

Gli ultimi capitoli invece presentano osservazioni sulle stime di disponibilità idrica (sovrastimate dal Consorzio secondo i calcoli degli uffici della Provincia), sul problema dell’accumulo di sedimenti (che riempirebbe il nuovo bacino nel giro di qualche decina di anni, rendendolo inutilizzabile) e sulla procedura utilizzata. «Tutte osservazioni che erano state presentate anche durante le tappe del dibattito pubblico a cui abbiamo preso parte» sintetizza il consigliere Bortoluzzi. «Gli uffici hanno saputo mettere insieme un documento completo che presenta con chiarezza i motivi di dissenso rispetto alla progettazione dell’opera».

«Ringrazio gli uffici, con la dirigente Antonella Bortoluzzi, e il consigliere delegato che ha seguito attentamente la questione» conclude il presidente Padrin. «L’impianto di osservazioni è molto puntuale. Ci auguriamo che insieme alla voce del territorio venga accolto e che si possa dire basta una volta per tutte a quest’opera».


In breve

Italia Nostra ha reso pubbliche le proprie osservazioni sullo studio di fattibilità tecnica ed economica del cosiddetto ”Serbatoio del Vanoi, realizzazione proposta dal Consorzio di bonifica del Brenta. “ll progetto prende in considerazione quattro ipotesi, nel concreto due localizzazioni dello sbarramento e 4 alternative. La possibile superficie del lago o dei laghi si aggira sui 200 ettari di territorio. Gli obiettivi perseguiti sono diversi, alcuni fra loro in contraddizione palese. Per quanto riguarda gli effetti generali, sono coinvolti i territori della Regione Veneto, della Provincia autonoma di Trento, delle Comunità del Primiero, del Tesino, della Bassa Valsugana, del Feltrino e del fondovalle del Brenta, in totale 53 Comuni – scrive Italia Nostra – più che di un progetto si tratta di una proposta, o più proposte, forte/i di troppe omissioni o semplificazioni, temi liquidati con superficialità o nemmeno affrontati”.


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