La coltivazione di OGM genera disaffezione dei consumatori ed è un boomerang comunicativo nei confronti del made in Italy
NordEst – Il tema degli organismi geneticamente modificati, per i quali si teme una diffusione incontrollata e in definitiva incontrollabile nella pianura padana, è stato al centro di un incontro svoltosi a Vinitaly tra il ministro delle politiche agricole e gli assessori all’agricoltura di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino. “Abbiamo parlato dei rischi di una coltivazione indiscriminata di ogm – ha informato l’assessore del Veneto – e fatto il punto rispetto a decisioni che dovremo prendere prossimamente nella riunione della Commissione Politiche Agricole, quando gli assessori regionali con il ministro prenderanno una posizione unica per continuare a difendere l’originalità e il valore del made in Italy e dei suoi prodotti agricoli. Dobbiamo poter proporre ai mercati prodotti di altissima qualità, tipici, spesso unici, scevri da modificazioni genetiche e rischi di inquinamento, che possano spuntare nel mondo prezzi e ricavi capaci di far vivere e dare prospettiva di crescita alla nostra agricoltura, al di fuori di logiche di mondializzazione che finirebbero per farci subire il mercato e non esserne protagonisti”.
“L’eventuale passo successivo – ha aggiunto l’assessore – sarà quello di affrontare gli esiti di una sentenza del TAR prevista per il 9, che attenderemo con ansia per poi decidere eventualmente anche una difesa più approfondita, magari con la possibilità per le Regioni di intervenire gestendo, attraverso le proprie normative, questo importante tema che è però anche tragico e ricorrente da anni. Per noi la coltivazione ogm non è un’opportunità ma un rischio: senza il controllo del territorio andiamo incontro ad una disaffezione dei consumatori e ad un boomerang anche comunicativo nei confronti del made in Italy, e ciò è peggio proprio dal versante di quanti ci imitano, magari con polverine, per lucrare sul nostro modello di qualità”.