A conclusione dell’operazione “Alì Baba”, la Guardia di Finanza di Trento ha dato esecuzione a 28 misure di custodia cautelare in carcere, di cui 6 Mandati di Arresto Europeo, ed a diverse perquisizioni sul territorio nazionale (Trentino Alto Adige, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Lazio) ed all’estero (Olanda, Spagna e Francia), a contrasto di un ampio traffico internazionale di sostanze stupefacenti
Trento – Oltre 90 i militari e 10 le unità cinofile della Guardia di Finanza impegnati nelle attività di polizia giudiziaria, unitamente a tre forze di polizia estere. Pesantemente disarticolata una complessa ed agguerrita organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, radicata in particolare in Trentino ma con ampie ramificazioni sul territorio nazionale ed all’estero, che curava i propri affari anche con metodi violenti, sino ad arrivare al sequestro di un giovane parente di un narcotrafficante, minacciato di morte a garanzia del pagamento di una partita di droga.
In poco più di un anno di indagini, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, il Gruppo Operativo Antidroga della Guardia di Finanza di Trento ha denunciato 65 narcotrafficanti, arrestandone 20 in flagranza di reato, e sottoposto a sequestro 118 kg di hashish, 1,2 kg di cocaina ed eroina, per un valore al dettaglio di oltre 2 milioni di euro, nonché 5 automezzi.
Le indagini
Hanno consentito inoltre di ricostruire ulteriori approvvigionamenti dell’organizzazione criminale per circa 308 kg di hashish e 3 kg di eroina, per un valore al dettaglio di oltre 6 milioni di euro. Alla luce degli elementi di prova raccolti, la Procura della Repubblica di Trento – Dott. Davide Ognibene, ha ora richiesto ed ottenuto dal Gip. – Dott. Francesco Forlenza – 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei membri dell’organizzazione criminale, 5 dei quali ritenuti responsabili anche del reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. Contestata anche l’aggravante del reato transnazionale di cui alla legge n. 146/2006.
Le investigazioni, avviate nel 2015 con l’ausilio di attività tecniche, prolungati servizi di osservazione e pedinamento nonché numerose azioni di riscontro sul territorio nazionale ed estero, si sono fortemente caratterizzate per il largo ricorso a procedure di cooperazione internazionale e scambi informativi con gli Organi collaterali esteri, realizzati anche in tempo reale tramite il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza “Coordinamento informativo e relazioni internazionali”, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno – D.C.S.A., ed il Centro di Cooperazione di Polizia e Dogana di Ventimiglia – C.C.P.D. nonché per le costanti azioni di raccordo informativo con il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – S.C.I.C.O.
L’indagine è partita dal monitoraggio dell’attività di spaccio perpetrata sul territorio provinciale e, nonostante il linguaggio criptico utilizzato nonché le intestazioni fittizie delle utenze, ha permesso di ricostruire la struttura organizzativa del gruppo, individuandone i componenti, le basi operative ed i canali di approvvigionamento, sia italiani che esteri.
L’organizzazione criminale
Prevalentemente composta da cittadini nord-africani, era incentrata su di un nucleo stabilmente radicato nella provincia di Trento, che disponeva però di diverse “cellule” operanti in varie regioni dell’Italia centro-settentrionale (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Lazio) ed aveva importanti ramificazioni in Olanda, Marocco e Spagna, ove alcuni sodali dell’organizzazione si rifornivano di ingenti partite di droghe, gestendone il trasferimento e la consegna in Italia.
I trasporti delle ingenti partite di sostanza stupefacente venivano affidati a “corrieri” spesso insospettabili, quali, ad esempio, una cittadina spagnola che faceva la spola con l’Italia assieme alla figlioletta in tenera età oppure uomini che si facevano accompagnare in “viaggi turistici” da donne appositamente assunte quali “fidanzate”.
La sostanza stupefacente veniva spesso nascosta nelle intercapedini delle auto ma anche sulla persona. Sono stati inoltre intercettati consistenti quantitativi di hashish confezionati in ovuli ingeriti dal corriere. I mezzi utilizzati potevano essere auto private o mezzi pubblici, quali, in particolar modo, treni e pullman. Quasi unica la purezza della sostanza stupefacente sequestrata. L’hashish presenta un principio attivo (Thc) pari fino a circa il 31%, contro un valore medio del 10%.
Particolarmente efferati i metodi dell’organizzazione
I suoi membri si sono dimostrati in grado di garantire il costante approvvigionamento di sostanze stupefacenti, ricorrendo anche ad azioni di forza ed a metodi intimidatori. L’indagine si era infatti caratterizzata, sin dalle sue prime fasi, per un episodio estremamente sintomatico del livello criminale violento di alcuni soggetti coinvolti. A fine agosto 2015, nell’ambito delle attività tecniche, veniva acquisita notizia dell’avvenuto sequestro in Olanda del giovane parente di uno degli indagati, ad opera del “ramo” olandese dell’organizzazione criminale definita “i Berberi”, a causa del mancato pagamento di un “partita” di droga di consistente valore.
Il Nucleo di polizia tributaria di Trento, in costante raccordo con le Autorità Giudiziarie italiana ed olandese, avviava con il contributo della D.C.S.A. un’immediata collaborazione con la Polizia di Utrecht (Politie Midden-Nederland), in Olanda, fornendo una serie di elementi fortemente utili all’individuazione del luogo in cui era detenuto l’ostaggio. Nonostante i tempi ristretti e poco prima dello scadere dell’ultimatum, che avrebbe visto la probabile uccisione del ragazzo, la polizia olandese interveniva in un appartamento cittadino, portando in salvo l’ostaggio, rinvenuto in grave stato di salute psico-fisica, ed arrestando tutti e 3 i sequestratori, che, nel luglio 2016, sono già stati condannati in Olanda a diversi anni di pena detentiva per sequestro di persona e maltrattamenti.
Gli stessi nonché altri due corresponsabili, individuati nel corso delle successive indagini svolte dal Gruppo Operativo Antidroga della Guardia di Finanza di Trento, sono stati ora nuovamente tratti in arresto in base al Mandato di Arresto Europeo, per sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dall’essersi avvalsi del contributo di un gruppo criminale organizzato in più Stati.
Tra i maggiori risultati conseguiti all’estero:
– il sequestro di 32,6 kg di hashish e l’arresto di una cittadina spagnola, avvenuti nel maggio 2016 in autostrada vicino a Aix en Provence, ad opera della Polizia Doganale Francese (Douane).
Sul territorio nazionale, i maggiori interventi repressivi hanno visto:
– nel novembre 2015, a Padova, il sequestro di 147,6 gr di cocaina, con l’arresto di un cittadino tunisino;
– nel febbraio 2016, a Roma, il sequestro di 32,3 kg di hashish, con l’arresto di un cittadino spagnola e di una cittadina marocchina;
– nel febbraio 2016, a Bertinoro (FC), il sequestro di 10,6 kg di hashish, con l’arresto di un cittadino marocchino;
– nel maggio 2016, a Roma e Torino, il sequestro di 12,8 kg di hashish, con l’arresto di un cittadino marocchino;
– nel luglio 2016, ad Imola (BO), il sequestro di 13 kg hashish, con l’arresto di un cittadino spagnolo e di una cittadina rumena.
Fra i maggiori sequestri eseguiti sul territorio trentino, vi sono:
– nell’ottobre 2015, il sequestro di 2,7 kg di hashish e l’arresto di un cittadino marocchino e di uno italiano;
– nel dicembre 2015, il sequestro di 5,5 kg di hashish, con l’arresto di 2 cittadini marocchini;
– nel marzo 2016, il sequestro di 1,1 kg di eroina, con l’arresto di due cittadini tunisini e la denuncia a piede libero di un italiano.
In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, in Italia, sono stati arrestati:
E.H.A., nato in Marocco nel 1976; D.S.B.M., nato in Tunisia nel 1975, F.M., nato in Marocco nel 1988, E.B.A., nato in Marocco nel 1974, A.B., nato in Marocco nel 1984, Y.A., nato in Marocco nel 1981, B.A. nato in Marocco nel 1975, E.H.A., nato in Marocco nel 1976, E.H.A., nato in Marocco nel 1982, M.A., nato in Marocco nel 1987, A.D., nato a Trento nel 1994, E.R.R., nato in Marocco nel 1991, E.R.H., nato in Marocco nel 1984, E.B.J., nato in Marocco nel 1987, E.B.O., nato in Marocco nel 1991, e D.B., nato in Marocco nel 1964.
Sulla base della procedura del Mandato d’Arresto Europeo (MAE) e grazie agli accordi internazionali in materia di estradizione, sono stati arrestati:
– in Olanda: T.A., nato in Marocco nel 1972, E.A.M., nato in Olanda nel 1994, e B.S., nato in Olanda nel 1990;
– in Francia: E.H.I., nato in Marocco nel 1974;
– in Spagna: H.R., nato in Marocco nel 1979.
Sono tuttora in corso operazioni di ricerca e cattura a livello internazionale.
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Trento, Operazione antidroga Alì Baba
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Publiée par LaVocedelnordest Notizie sur Mercredi 7 juin 2017