Alla cerimonia di commemorazione nell’aquilano il vicepresidente della Provincia e gli esponenti del volontariato trentino
L’Aquila (Abruzzo) – Ore 3.30 del 6 aprile 2009: una distruttiva scossa di terremoto cambia per sempre la vita degli aquilani e degli abruzzesi, ma anche dell’intera comunità italiana, chiamata nel momento del bisogno a mostrarsi unita e solidale. Dieci anni fa, la colonna mobile trentina, partita alle ore 12 con destinazione Onna, fu la prima a rispondere all’appello della Protezione civile nazionale. La sera stessa, i volontari provenienti da ogni angolo della provincia erano già intenti a scavare tra le macerie alla ricerca di superstiti.
Un ponte fra Trentino e Abruzzo
A 10 anni da quelle drammatiche ore le due comunità trentina e abruzzese si sono incontrate di nuovo, rinsaldando il loro legame in occasione della cerimonia di commemorazione di quel sisma la cui violenza ha causato 309 vittime, 1.600 feriti e quasi 18 miliardi di euro di danni. All’incontro, avvenuto in varie tappe tra le località di Paganica, Onna e Villa Sant’Angelo, hanno preso parte il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, alcuni tecnici provinciali e rappresentanti del volontariato: Vigili del fuoco, Nu.Vol.A Protezione Civile ANA, CNSAS Trentino.
“Sono stati momenti toccanti quelli che abbiamo vissuto sabato mattina – ha commentato il vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento – Siamo venuti per ringraziare questa terra, dove abbiamo portato un nostro contributo, lo abbiamo fatto con il cuore, con la solidarietà che caratterizza i trentini.
La solidarietà per noi è un dovere morale e civile, il nostro volontariato è molto radicato e attraverso i Vigili del fuoco, la Protezione Civile, la Croce Rossa e gli Alpini abbiamo voluto mostrare un segno di vicinanza ad una terra che è stata duramente colpita dal terremoto. Siamo orgogliosi perché quanto realizzato 10 anni fa grazie alla nostra Autonomia speciale è ancora utilizzato ed è stato gradito dai cittadini di questi territori”.
L’impegno del Trentino
Non si è esaurito con le prime azioni di soccorso e di solidarietà alla popolazione colpita. Grazie alla Provincia autonoma di Trento sono state realizzate 354 casette antisismiche in legno nei centri di Coppito, Stiffe, San Demetrio ne’ Vestini, Cardamone, Subequana, Villa Sant’Angelo, Onna e Tione degli Abruzzi. La Protezione Civile trentina ha poi curato la progettazione di altri 49 alloggi nella frazione di Collarano Cappelli e provveduto alle opere preparatorie per un altro villaggio di 40 alloggi a Collarano Tatozzi (Comune di San Demetrio ne’ Vestini) per conto della Protezione civile nazionale.
Ma l’esercito di volontari trentini (oltre 2.500 fisicamente presenti in Abruzzo dal giorno del terremoto), hanno provveduto anche alla costruzione di due piccole chiese in legno a Cansatessa e Onna, di una scuola media a Paganica e di una scuola materna e asilo nido a Onna e a Pizzoli. Attività che si sono aggiunte al ripristino di strutture civili quali acquedotti, ponti, vie di accesso. Tra le opere realizzate, persino un campo da rugby.
Difficilmente quantificabile è il numero delle verifiche di stabilità effettuate da ingegneri, architetti e tecnici (molti dei quali liberi professionisti e docenti universitari che hanno prestato gratuitamente la propria opera) degli edifici lesionati dal sisma.