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Acciaierie di Borgo, entro due anni la mappa dell’inquinamento

Il tempo delle polemiche e dei sospetti è finito. In gioco c’è la salute delle persone e quindi la verità è un obbligo. E’ su questi presupposti che nasce la volontà dell’assessore provinciale all’ambiente, Alberto Pacher, di fare chiarezza su una vicenda che ha lacerato la comunità di Borgo Valsugana.

Lo stesso Pacher ha presentato il progetto dell’Appa di tracciare, con metodo scientifico, l’inquinamento delle acciaierie. Accanto a lui, durante la presentazione alla stampa, c’era anche il direttore dell’Appa, Fabio Berlanda: "Non tralasceremo la ricerca e l’analisi di alcuna sostanza individuabile nell’aria e nei terreni di Borgo Valsugana. Non solo quelle di tipo industriali, ascrivibili alle acciaierie. Inoltre useremo le tecnologie più avanzate per risalire nel tempo e verificare le diverse epoche delle emissioni".
 

 
Il titolo del progetto – "Modellazione della ricaduta degli inquinanti prodotti dalle acciaierie di Borgo" – risente della precisione lessicale del mondo scientifico e non si presta ad un’immediata comprensione ma il progetto ha negli obiettivi la concretezza che aiuta a coglierne l’importanza: entro due anni, L’Agenzia provinciale per la protezione ambientale (Appa) darà tutte le risposte sulle attività delle acciaierie di Borgo Valsugana, sgomberando così il campo ai veleni e ai sospetti che hanno caratterizzato il dibattito nel corso del 2010. 
 
"Con questo progetto – ha spiegato l’assessore Pacher – vogliamo avere un quadro di conoscenze approfondito e analitico. Dalla fase dell’urgenza e della prima risposta passiamo adesso alla diagnosi definitiva". "Abbiamo superato – ha aggiunto il direttore dell’Appa, Fabio Berlanda – la fase iniziale dettata dalle emergenze. Ora è tempo di avviare una campagna diffusa ed articolata di analisi per capire lo stato reale della zona attorno alla acciaieria e il reale pericolo per la popolazione. Le prime verifiche hanno confermato che non esiste pericolo per la salute della popolazione e in nessuno caso sono state superate le soglie previste dalla legge circa la presenza di diverse sostanze inquinanti".
 
Lo studio durerà due anni e sarà svolto dall’Appa e dall’Università degli Studi di Trento (Facoltà di ingegneria), con la collaborazione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) e diversi servizi e dipartimenti della amministrazione provinciale, oltre alla Fondazione Mach e Meteotrentino. Con i trentini opereranno anche tecnici e specialisti esterni, quali i tedeschi di Eurofins, i ricercatori dell’Università di Padova, del Cnr di Venezia (gli stessi che hanno lavorato alle indagini su Porto Marghera) e l’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano. 
"Abbiamo cercato il meglio – insiste l’assessore Pacher – e, soprattutto, soggetti indipendenti, così da garantire la qualità della ricerca ed evitare ulteriori sospetti". 
 
Lo studio mirerà ad identificare tutte le sostanze inquinanti prodotte dalle acciaierie, ma non solo. "In campo ambientale – aggiunge Berlanda – si usa il termine IATP, ovvero gli Inquinanti Atmosferici Tossici e Persistenti. Noi andremo a cercare tutte, nessuna esclusa, queste sostanze e quindi non solo quelle che hanno provenienza industriale".
 
Seguendo l’andamento e le caratteristiche del meteo, gli specialisti andranno a verificare come le sostanze si diffondono in atmosfera e si depositano in un secondo momento al suolo. Una volta "a terra", l’indagine – con l’aiuto delle conoscenze in campo agricolo e statistiche – progredirà verso la stima dell’esposizione umana agli inquinanti. Il progetto promette quindi di seguire l’intero ciclo degli inquinanti, dalla fonte (acciaierie o altro) fino al contatto con l’uomo. L’Appa avrà così il tempo e il modo di conoscere anche lo stato fisico degli inquinanti: gassosi o solidi, fumi o polveri.
 
Il metodo – per la prima volta – individuerà l’esatta provenienza delle sostanze inquinanti, consentendo così di ricostruire la provenienza (non solo quindi la provenienza industriale, legata all’acciaieria) e di spiegare le dinamiche che hanno portato questi elementi a contatto con l’uomo. Lo studio fisserà anche il livello di pericolosità delle sostanze liberate nell’ambiente. 
 
Le tecnologie più avanzate e la conoscenza scientifica permettono oggi di applicare questi modelli anche al passato, ricostruendo così lo "storico" della acciaieria. "Esistono – assicura il direttore Berlanda – delle tecniche di analisi molto sofisticate su intonaci dei palazzi o malte, monumenti o aghi di pino. Grazie alla raccolta di questi elementi, avremo la mappatura storica dello stato dell’aria e del suolo".
 
Il progetto è strutturato su cinque sottoprogetti (riconducibili alle diverse aree scientifiche) e sarà, una volta concluso, proposta per una "peer review" alla comunità scientifica internazionale, attraverso la rete universitaria: "Vogliamo – chiarisce l’assessore Pacher – sottoporci ad un giudizio severo ma sereno. Lo studio sarà pubblicato in forma anonima per la valutazione internazionale. L’obiettivo è di ottenere quella certificazione necessaria ad individuare un metodo riconosciuto per gli studi sull’inquinamento". 
 
L’esperienza di Borgo servirà anche a garantire la crescita qualitativa dell’Agenzia: "Le competenze saranno trasferite all’Appa – conclude il direttore Berlanda – in un’unità in grado di svolgere queste modellazioni e, in futuro, essere in grado di replicarle le verifiche per ogni tipo di inquinamento. Alla fine del percorso, tra due anni, Appa avrà in casa le risorse umane e le conoscenze scientifiche per tutelare ancora meglio la comunità trentina".

Altre in breve:

 

Ordini e Collegi Professionali, si firma l’accordo di programma quadro.
Nuova tappa nel processo di collaborazione che da tempo vede impegnati la Provincia e gli Ordini e Collegi Professionali della Provincia di Trento. Sottoscritto, dal presidente Lorenzo Dellai e dai presidenti degli Ordini e Collegi Professionali l’"Accordo di programma quadro in materia di professioni".

Categories: NordEst
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