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Aconcagua, “Los Andes” riferisce di una operazione di soccorso storica

Si stanno lasciando alle spalle le alte quote i -25 gradi i 3 italiani bloccati da mercoledi' sull'Aconcagua. Raggiunti giovedì dai soccorritori con cui stanno scendendo dalla montagna piu' alta del Sudamerica, nella spedizione e' morta mercoledi' Elena Senin. A renderlo noto e' stato Pietro Tombaccini, console italiano nella citta' di Mendoza, che ha reso nota anche la morte di Federico Campanini, la guida che li accompagnava e giovedì era in condizioni molto gravi.

A confermare che i tre erano vivi è stata la Farnesina, smentendo così la notizia sulla morte di un secondo alpinista italiano. La discesa dei tre sopravvissuti – Marina Attanasio (38 anni), Matteo Refrigerato (35), Mirko Affasio (36) – avviene con delle barelle e sta procedendo bene, ha assicurato Guido Losa, uno dei funzionari argentini che sta seguendo la vicenda degli scalatori dispersi, che dai campi base dell'Aconcagua è in contatto radio con la pattuglia di soccorritori, che stanno scendendo con i sopravvissuti verso il rifugio di Independencia, a circa 6.200 metri.

Antonella Targa, la quinta italiana della spedizione, di origini venete ma residente a Sant'Agata Bolognese, dove è direttore di stabilimento di una piccola azienda di stampaggio plastico, è invece scesa prima dalla montagna ed è riuscita a salvarsi.

Le foto degli alpinisti pubblicate da QN

Una delle maggiori operazioni di salvataggio

Il Diario de Los Andes, conferma  che si tratta di una delle più grandi operazioni di salvataggio che sarà ricordata sul monte Aconcagua, 6962 metri di altitudine.
secondo il giornale online, sono stati coinvolti 50 agenti di polizia, civili guardiaparco e guide di alta montagna.

La guida del gruppo, Campanini Mendocino Federico (31 anni), abitava negli Stati Uniti, professore di educazione fisica. Si sarebbe speso in tutti i modi – secondo il giornale -, pur di non perdere altre vite.

I soccorsi più difficili

"Ore drammatiche – racconta a Los Andes, il capo del salvataggio di pattuglie di polizia Commissario Generale Armando Párraga – secondo il quale le condizioni climatiche erano al limite. Per trovare il luogo esatto, abbiamo dovuto – aggiunge -, spostarci più volte verso l'alto e verso il basso per poi risalire lungo il percorso a nord".

Il 'ghiacciaio dei polacchi', il luogo dove il gruppo degli alpinisti italiani si trova bloccato da ieri dopo aver sbagliato il percorso per scendere dall'Aconcagua, è come "un grande e pericoloso imbuto, dove è molto difficile mantenersi in equilibrio": lo ricordano alcuni 'andinisti' argentini che conoscono bene il posto.

Il ghiacciaio si trova a 6.300 metri sul fronte est-nordest del massiccio, ha una pendenza di circa 75 gradi e di 1500 metri di profondità. Per riuscire a muoversi è necessario avere un equipaggiamento adeguato di chiodi, corde e scarponi, precisano le fonti, ricordando che nel gennaio 2000, il ghiacciaio è stato scenario della maggior tragedia nella storia dell' Aconcagua, quando a causa di una caduta in catena sono morti quattro giovani andinisti argentini.

Durante il giorno c'è stata molta incertezza circa l'identità della vittima, ma all'ultimo minuto è stato confermato che si trattava di una donna. Il Console d'Italia a Mendoza, Pietro Tombaccini, è rimasto per ore a Horcones, base del parco, per seguire direttamente la situazione.

Con la morte di queste persone, i morti sulla montagna salgono a tre: pochi giorni fa era deceduto anche il tedesco Jeromin Stefan (42 anni), nel versante orientale della montagna.

Il giornale argentino, precisa, che si è trattato di uno dei posti più difficili da raggiungere degli ulimi anni, con temperature estreme (circa -20 ° C), forti venti e visibilità scarsa.

Categories: NordEst
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