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Acqua in Trentino, Pacher: “E’ risorsa strategica”

Tutti questi fattori devono condurre ad una diversa e più attenta gestione della risorsa idrica, secondo criteri di risparmio, limitazione degli sprechi, ottimizzazione del suo utilizzo. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, mentre cresce il dibattito sulla “privatizzazione” di questa fondamentale risorsa, l’assessore all’ambiente e lavori pubblici Alberto Pacher fa il punto sullo stato di salute dei corsi d’acqua e laghi trentini, sull’impianto normativo, la Direttiva quadro europea sulle acque e il Piano di gestione del distretto idrografico provinciale, le azioni e i tempi per il miglioramento dello stato ecologico dei corpi idrici (fiumi e laghi) che hanno uno stato qualitativo inferiore al “buono”, l’impegno dell’Appa nella tipizzazione dei corpi idrici (413) e nei monitoraggi.

"A fronte delle proiezioni relative ad una minore disponibilità di acqua già a partire dai prossimi anni – afferma Pacher, affiancato da Chiara Defrancesco dell’Appa e Stefano Cappelletti del Servizio Utilizzazione acque pubbliche – diventerà obbligatorio calibrare le quote destinate ai vari utilizzi, ma sarà assolutamente necessario mantenere una gestione fortemente centralizzata e coordinata; non sarà più possibile che l’agricoltura, il settore energetico o quello industriale perseguano proprie politiche. L’acqua sta sempre più diventando una risorsa strategica e sarà sempre più un fattore determinante per lo stesso equilibrio sociale".

Risorsa idrica e cambiamenti climatici
Tutti gli studi sul clima prevedono per il prossimo futuro la riduzione della piovosità estiva, l’aumento di quella invernale ma con riduzione delle precipitazioni nevose; l’aumento del rischio di eventi di siccità e di eventi di pioggia intensa; l’anticipo, l’intensificazione e il prolungamento della fusione nivo-glaciale. Tutti questi fattori determineranno importanti variazioni del ciclo idrico e della disponibilità di acqua. Il deficit delle risorse idriche potrebbe essere maggiore in estate ed autunno in particolare nei periodi di siccità, quando la richiesta è maggiore.
Quali sono i principali impatti attesi?
Nel settore idroelettrico l’aumento delle temperature favorirà uno spostamento della domanda di energia dal periodo invernale a quello estivo.
In agricoltura la diminuzione di acqua in estate ed autunno e l’aumento dei periodi di siccità determineranno l’aumento del fabbisogno irriguo in concorrenza con altri fruitori.
Nel settore turistico l’aumento del limite delle nevicate e la riduzione della stagione invernale determineranno un aumento di fabbisogno idrico per l’innevamento artificiale.
Anche la sicurezza del territorio subirà contraccolpi: il progressivo ritiro dei ghiacciai aumenterà le aree soggette a instabilità geologica, incrementando di conseguenza il pericolo di frane e colate di fango. L’aumento probabile di fenomeni di precipitazione intensa potrebbe anch’esso avere un impatto sulla stabilità geologica, oltre ad aumentare il pericolo di inondazioni.

Le normative
Per tutelare le risorse idriche del proprio territorio la Provincia, forte anche delle proprie prerogative statutarie, può contare su una nutrita “cassetta degli attrezzi”, un articolato impianto normativo e innovative procedure gestionali.

Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche (PGUAP)
Esecutivo dal 15 febbraio 2006, equivale ad un vero e proprio Piano di Bacino di rilievo nazionale. Prevede il rilascio negli alvei dei corsi d’acqua di un minimo deflusso vitale (DMV) – in vigore dal 2010 per le grandi derivazioni idroelettriche, entro il 2016 per tutte le rimanenti derivazioni -, e la definizione, per ciascun ambito idrografico omogeneo, del bilancio idrico. Il bilancio sarà disponibile a breve per tutto il territorio e consentirà la completa attuazione della disciplina del Deflusso minimo vitale (DMV).
Con il Pguap si afferma il principio della rinuncia all’utilizzo totale dell’acqua per riservarne una quota parte all’ambiente.

Piano di tutela delle acque (PTA)
Attua la politica definita in via generale dal Pguap. Approvato nel dicembre 2004.
Innovativo strumento di pianificazione che analizza la qualità delle acque (monitoraggio) e stima i quantitativi di inquinamento e le fonti d’origine.

Affronta 4 tematiche:
classificazione acque
individuazione aree sensibili e vulnerabili
individuazione pressioni antropiche
azioni per raggiungimento/mantenimento obiettivi qualità
I corsi d’acqua individuati come “significativi”: Adige, Noce, Avisio, Brenta, Sarca, Chiese, Fersina, Vanoi, Cismon sui quali l’Appa ha identificato 16 sezioni di campionamento (+ canale artificiale Biffis).
Lo stato ecologico dei fiumi trentini è in generale buono.

Classificati anche laghi ed acque sotterranee, monitoraggio per le acque superficiali.
Piano di risanamento delle acque (PRA)
Definisce gli interventi di realizzazione degli impianti di depurazione e condotte fognarie di interesse provinciale.
Il 4° aggiornamento del PRA (in corso) prevede di accorpare i piccoli impianti (da 72 a 49 impianti biologici di depurazione) e la riduzione delle fosse Imhoff (da 147 a 44), spingendo così il trattamento secondario spinto al 99 % del carico prodotto.

Il Piano di gestione del distretto idrografico (PdG)
Strumento operativo previsto dalla Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE).
Il Trentino appartiene a 2 Distretti: Distretto Padano (bacino Po) e Distretto delle Alpi orientali) e contempla quindi 2 Piani di gestione.

La Direttiva quadro sulle acque e la posizione della Provincia
Il Trentino ha potestà legislative e amministrative sulla gestione delle risorse idriche.
Nel 2009 la Provincia ha inserito nel testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti un comma che prevede l’integrazione nel PGUAP dei contenuti che la Direttiva 2000/60/CE demanda al Piano di gestione.
E’ stato costituito un tavolo di lavoro per la predisposizione del Piano di gestione del distretto idrografico della Provincia autonoma di Trento.

PARTECIPAZIONE DELLA PROVINCIA ALLA STESURA DEI PIANI DI GESTIONE
– Fornitura dati ambientali aggiornati, raccolti all’interno di un Tavolo tecnico.
– Individuazione 3 corpi idrici sotterranei corrispondenti ai principali complessi alluvionali dei fondovalle Adige, Brenta e Sarca (Servizio geologico)
– Individuazione 432 corpi idrici superficiali di cui 21 tra laghi e invasi, distinti in 20 tipologie per i corsi d’acqua e 9 per laghi e invasi. L’attività è stata svolta dall’Appa, che ha completato la caratterizzazione e tipizzazione delle acque superficiali, l’analisi delle pressioni e degli impatti. Per ogni corpo idrico è stato definito uno stato ecologico attuale e definito l’obiettivo da raggiungere al 2015 (deroghe al 2021 o 2027).

Gli obiettivi
Mantenimento per i corpi idrici con giudizio “buono” o “elevato” di tale stato.
Per i 62 corpi idrici attualmente con stato qualitativo inferiore al buono l’obiettivo è il raggiungimento al 2021 o al 2027 dello stato “buono” per 47 tratti di corso d’acqua e 8 laghi/invasi.
Hanno attualmente stato di qualità “scadente” 6 laghi/invasi e 1 tratto di corso d’acqua per i quali si vuole arrivare al “buono”.
Raggiungono invece uno stato di qualità complessivo “elevato” 32 corpi idrici superficiali: 11 tratti di corso d’acqua, 20 tratti di corso d’acqua ed 1 lago naturale.

– Individuazione 8 corsi d’acqua artificiali (9 corpi idrici), tutti localizzati nel fondovalle del bacino dell’Adige.

– Individuazione 56 corpi idrici “altamente modificati”: 44 all’interno del Distretto delle Alpi Orientali (di cui 7 nel bacino idrografico del fiume Brenta e 37 nel bacino dell’Adige), e 12 nel Distretto idrografico Padano.
Un corpo idrico viene definito “altamente modificato” quando le modifiche fisiche dovute alle attività antropiche ne hanno alterato il carattere tanto da rendere non conseguibile l’obiettivo del “buono stato ecologico).

POTENZIATI I MONITORAGGI

L’Appa ha adeguato le attività al nuovo quadro normativo nazionale.
I fiumi
La nuova rete di monitoraggio dell’APPA è entrata a pieno regime nel 2010: aggiunta di nuove stazioni e di nuove analisi biologiche, incrementate le frequenze di monitoraggio.
Un’altra novità recente ha riguardato la tipizzazione dei corpi idrici: individuati 21 tipi fluviali e 413 corpi idrici, dei quali 51 con stato ecologico inferiore a buono e sui quali è quindi necessario effettuare interventi migliorativi (tavolo di lavoro).
Sono stati predisposti dall’APPA tre tipi di monitoraggio delle acque superficiali:
– di sorveglianza (almeno ogni 6 anni), prevede l’esame di tutti gli elementi di qualità biologica e delle caratteristiche chimico fisiche.
Sono interessati 43 corpi idrici. Nel monitoraggio della rete nucleo presenti 21 corpi idrici.
– operativo (almeno ogni 3 anni), effettuato sui corpi idrici a rischio di non raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale entro il 2015. Riguarda 39 corpi idrici.
– di indagine, che viene effettuato solo in casi particolari.

I laghi

Sono stati indicati 11 corpi idrici con qualità inferiore a “buono”, su cui è necessario effettuare interventi migliorativi.
Dal punto di vista ambientale è particolarmente difficile la situazione dei laghi di media altitudine: migliorano ma ancora non si sono raggiunti gli obiettivi di qualità europei.
Alcuni piccoli laghi vengono inoltre monitorati per indagini specifiche, perché sottoposti a interventi di risanamento o perché presentano particolari problematiche.
E’ opportuno tuttavia precisare che se lo stato dei nostri laghi è mediocre dal punto di vista ecologico, non vi sono problemi per la balneazione. Infatti, la delibera approvata il 30 dicembre scorso dalla Giunta provinciale sulla base dei controlli effettuati dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari e vista la qualità eccellente di tutti i laghi esaminati, ha dichiarato balneabili per la stagione 2011 i seguenti laghi: Caldonazzo, Serraia, Canzolino, Terlago, Idro, Garda, Ledro, Molveno, Levico, Lavarone, Piazze, Lases, Santo, Lamar Lagolo, Tenno e Cei.

Il Bilancio idrico in Trentino
Strumento – recepito dal PGUAP – che, attraverso la tutela quantitativa della risorsa, concorre al raggiungimento degli obiettivi di qualità attraverso la pianificazione degli usi dell’acqua in modo sostenibile.
Obiettivo: raggiungere un equilibrio tra esigenze antropiche e rispetto degli ecosistemi acquatici, chiarendo quale deve essere il livello d’uso attuale, verificato con i rilasci (DMV) e gli obiettivi di qualità fissati dal Piano Tutela Acque (PTA).
Il Bilancio idrico è l’anello di congiunzione tra PGUAP e PTA, base conoscitiva per la revisione e l’adeguamento delle utilizzazioni delle acque pubbliche, documento di pianificazione in stretta sinergia con le altre pianificazioni provinciali, per il controllo delle emergenze idriche e la valutazione delle istanze di concessione a derivare.
Ad oggi sono stati predisposti i bilanci idrici per i bacini dei fiumi Chiese, Noce e Sarca (analisi 2000-2006).
Dal 2009 si è passati all’analisi dei bacini della parte orientale della provincia allargando il periodo di indagine (2000-2008), indagando la situazione anche dopo l’entrata in vigore del DMV sulle grandi concessioni idroelettriche, nonché simulando con un modello matematico lo scenario ante 1 gennaio 2009.
I risultati di questa analisi saranno a breve formalizzati, con l’esito del confronto tra il “prima” e il “dopo” i rilasci obbligatori, con la conclusione ormai prossima dell’intero studio.

Il programma delle misure

Le misure contenute nei documenti di Piano di Gestione, destinate a completare le misure portanti di altre normative di settore già emanate e recepite a livello nazionale (direttive Aree sensibili, Nitrati/zone vulnerabili, Uccelli selvatici, Habitat, Acque di balneazione, Seveso, Prodotti fitosanitari ed altre ancora, fino alla recente emanazione della Direttiva Alluvioni e della ancora più importante Direttiva sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento) sono di carattere generale e dovranno essere definite entro il 2012 come prevede la Direttiva quadro sulle acque.
Il programma prevede anche alcune significative misure supplementari, quali i già citati Bilanci idrici ed i Programmi di riqualificazione fluviale.

L’analisi economica

La Direttiva quadro sulle acque prevede che il Piano di Gestione contenga un’analisi economica dell’utilizzo idrico. Pur non considerando l’acqua un prodotto commerciale al pari degli altri ma un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale, si mette in evidenza come si debba tenere conto degli interessi economici in gioco, per poterli rendere compatibili con gli obiettivi ambientali.
La stessa Direttiva prevede che entro il 2010 gli Stati Membri e quindi anche la Provincia autonoma di Trento dovranno provvedere:
a che le politiche dei prezzi dell’acqua incentivino in modo adeguato gli utenti ad usare le risorse idriche in modo efficiente;
ad un adeguato contributo (adattato alle condizioni locali) al recupero dei costi dei servizi idrici a carico dei vari settori di impiego dell’acqua, suddivisi almeno in industria, famiglie e agricoltura, tenendo conto del principio “chi inquina paga”.
Per quanto riguarda il Trentino si è già attivato un tavolo di studio presso il Dipartimento Urbanistica e Ambiente in collaborazione con l’Università di Trento, Facoltà di Economia, con la finalità di affrontare gli aspetti richiesti dalla Direttiva quadro sulle acque.

Categories: NordEst
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