Sconti sulle cartelle anche per chi ha già ottenuto una rateizzazione
NordEst – Il 2017 sarà l’anno dell’addio a Equitalia. A partire da luglio, infatti, le sue funzioni verrano affidate a un ente che farà capo direttamente all’Agenzia delle entrate. Ma le novità del decreto fiscale non sono finite: le cartelle notificate tra il 2000 e il 2015 potranno beneficiare di uno sconto. Vediamo in quali casi.
La notizia che tanti aspettavano ormai è ufficiale: dal prossimo anno Equitalia non esisterà più. A partire dal 1° luglio 2017, infatti,il tanto discusso ente per la riscossione dei tributi sarà mandato in pensione. Le funzioni e i relativi dipendenti confluiranno nell’Agenzia delle entrate-Riscossione, un ente che – di fatto – è di proprietà dell’Agenzia delle entrate. Cosa cambierà per i contribuenti? Dal momento che le due agenzie possono accedere alle stesse banche dati, potremmo ipotizzare una minor incidenza delle cosiddette “cartelle pazze” o, almeno, così speriamo. Ci aspettiamo anche una semplificazione nella ricerca delle informazioni: essendo in mano allo stesso ente, ci auguriamo di non dover più vagare per uffici alla ricerca di informazioni sulle cartelle esattoriali.
Oltre a questa semplificazione burocratica, l’addio di Equitalia porterà anche un altro beneficio per i contribuenti. Sulle cartelle esattoriali emesse dal 2000 al 2015, infatti, si potrà beneficiare di uno sconto. Ma in che modo viene applicato e su quali cartelle? Possono essere sanate le cartelle che riguardano le imposte, compresi i tributi regionali e comunali. Non parliamo solo delle cartelle emesse da Equitalia, ma anche di quelle affidate dagli enti territoriali ad altre società, gli avvisi di addebito Inps e gli avvisi di accertamento esecutivi emessi direttamente dall’Agenzia delle entrate. Lo sconto, di fatto, riguarda le sanzioni, gli interessi di mora, gli interessi di dilazione del pagamento, le sanzioni e le somme aggiuntive dovute sui contributi previdenziali. Questo significa che i contribuenti potranno sanare la cartella pagando l’imposta, gli interessi e le somme maturate nei confronti dell’agente della riscossione a titolo di aggio esattoriale, l’eventuale rimborso delle spese per procedure esecutive e le spese di notifica della cartella di pagamento.
Tra le cartelle che non possono essere sanate, invece, sono inclusi questi casi:
- Le sanzioni per violazioni del Codice della strada (di fatto, l’unica parte sanabile delle cartelle per multe stradali riguarda le somme aggiuntive alla sanzione stessa e agli interessi);
- Le accise e i dazi;
- L’Iva all’importazione;
- I crediti derivanti da pronunce di condanna della Corte dei Conti;
- Il recupero di aiuti di Stato;
- Le multe, le ammende e le sanzioni previste a seguito di provvedimenti in caso di sentenze penali di condanna.
- Come richiedere la dilazione del pagamento
In attesa che Equitalia predisponga un modulo di istanza (ha tempo fino al 7 novembre 2016), vediamo qual è la procedura da seguire. Il modulo compilato con il numero di rate (da un minimo di una a un massimo di quattro) in cui si vuole dilazionare il pagamento va presentato a Equitalia entro il 23 gennaio 2017. Una volta inviato a questo punto l’agente per la riscossione ha tempo 180 giorni per comunicare al contribuente il totale dovuto sia nel caso di un’unica soluzione che nell’ipotesi del pagamento rateale. In quest’ultimo caso, verranno riportate anche le scadenze di ogni singola rata. Con le prime due rate si versano i due terzi del dovuto, con la terza e la quarta si versa, invece, un sesto ciascuna. La scadenza della quarta rata non può essere successiva al 15 marzo 2018, mentre la terza non può andare oltre il 15 dicembre dello stesso anno. È possibile richiedere la domiciliazione su conto corrente direttamente nell’istanza, in alternativa il pagamento può essere effettuato anche con bollettini precompilati che l’agente deve allegare alla risposta all’istanza, oppure presso gli sportelli dell’agenzia della riscossione.
Se hai già ottenuto una rateizzazione di una cartella puoi aderire ugualmente alla procedura. Prima di scegliere questa strada, è meglio valutare bene se ne vale veramente la pena: in caso di dilazioni di pagamento ampie per importi ingenti, infatti. pagare tutto in quattro rate ravvicinate (ricordiamo che l’ultima rata non può essere successiva al 15 marzo 2018) rischia di essere troppo oneroso. Per ottenere il via libera, devi aver versato tutte le rate in scadenza tra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2016. Per determinare il nuovo importo dovuto si terrà conto di quanto versato a titolo di imposta, interessi, aggio, rimborso spese per procedure esecutive e spese di notifica. Non vengono considerate o rimborsate le somme relative a sanzioni, interessi di dilazione di pagamento, di interessi di mora, le sanzioni e le somme aggiuntive dovute sui contributi previdenziali.