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Adesca undicenne in chat, pedofilo arrestato

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A denunciare è stata la madre, si indaga su possibili altri casi


 

Bolzano – Era già soggetto ad una misura cautelare (un divieto di avvicinamento) emessa dal tribunale di Torino ma, dopo la denuncia della madre di un ragazzino che è stato adescato in Trentino Alto Adige, per lui si sono aperte le porte del carcere. L’uomo, un cinquantenne, è accusato di adescamento di minorenne, estorsione e scambio di materiale pedopornografico.

L’ultimo episodio noto ha, come vittima, un undicenne. L’uomo lo ha contattato via Whatsapp, fingendosi una sua coetanea. Ha chattato con lui per giorni, fino a guadagnarsi la sua fiducia, al punto da inviargli delle foto intime e di convincerlo a fare altrettanto. Ma a quel punto è uscito allo scoperto: ha dichiarato all’undicenne di essere un adulto, accusandolo di aver commesso un grave reato nell’inviare quelle foto. Per sistemare le cose, gli ha detto, si sarebbero dovuti incontrare di persona. L’ipotesi degli inquirenti è che volesse costringerlo a delle prestazioni sessuali, in cambio della mancata diffusione delle immagini.

All’appuntamento il ragazzino si è presentato, ma non ha trovato nessuno. È stata la madre ad accorgersi che qualcosa non andava nel suo comportamento e a cercare indizi sul suo cellulare. E, scorrendo le chat, a scoprire tutto. Da lì è partita la denuncia, con gli agenti della Polizia postale che, in poco tempo, sono risaliti all’identità del pedofilo. Le indagini proseguono, per accertare se si tratti di un caso isolato o meno.

 


In breve

Rinviato a giudizio per omicidio volontario Ion Gavrila, romeno di 49 anni accusato di aver provocato la morte della sua compagna convivente Maria Rosca, 46 anni. La donna è deceduta precipitando dalla finestra del suo appartamento, al terzo piano, in via Fiume a Riva del Garda. I fatti risalgono alla sera del 30 gennaio del 2022 quando la donna, di origini moldave, mamma di tre figli, precipitò in strada e morì poche ore dopo in ospedale a Trento.


È stato condannato a quasi quattro anni di reclusione Mines Hodza, il 23enne di origini kosovare che, il 15 giugno 2022, era stato arrestato dai Carabinieri del Ros, del Gis e del Comando provinciale di Trento perché stava per compiere un attentato terroristico in nome dello stato islamico. Le attività investigative dei Carabinieri del Ros hanno consentito di accertare che l’uomo – perito chimico, residente in un piccolo comune dell’Alto Garda – aveva intrapreso un percorso di profonda radicalizzazione, che lo aveva portato a giurare fedeltà all’Isis e a reperire, nel deep web, materiali informatici di matrice jihadista.


La donna è stata fermata a un posto di controllo in via Druso a Bolzano. Nascosto sotto il sedile del passeggero della sua auto, gli agenti hanno trovato un involucro contenente 100 grammi di cocaina. Nella sua abitazione la polizia ha sequestrato ulteriori 20 grammi di cocaina, svariate dosi di eroina, 10 grammi di ecstasy, due etti di hashish, 1 etto di marijuana, oltre a un bilancino di precisione e 500 euro in contanti.La donna, bolzanina di 41 anni, incensurata, professoressa in un istituto tecnico cittadino, è stata arrestata con l’accusa di spaccio e trasferita al carcere femminile di Trento.

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