In attesa della cerimonia di beatificazione che avrà luogo il 4 settembre 2022 in piazza San Pietro a Roma, è stata aperta al pubblico a Canale d’Agordo lo scorso 23 aprile la casa natale ristrutturata di Papa Giovanni Paolo I. Un gioiello da scoprire tra le Dolomiti
di GianAngelo Pistoia
Nel cuore delle Dolomiti, dichiarate “patrimonio mondiale dell’Unesco”, è ubicato un piccolo ma attrattivo gioello museale meta ogni anno di molti visitatori. Il polo espositivo consta di due strutture ed è dedicato ad un illustre “figlio delle Dolomiti” conosciuto ed apprezzato in tutto il Mondo. Forse avete già intuito di quale polo museale mi accingo a parlare: si tratta di quello realizzato dalla comunità di Canale d’Agordo nel Bellunese per celebrare la figura e l’opera del suo più insigne conterraneo, l’indimenticato papa Albino Luciani (Giovanni Paolo I).
L’occasione per disquisire di questa gemma museale dolomitica è scaturita dalla riapertura al pubblico avvenuta alcune settimane fa della casa natale di papa Luciani, dall’installazione nell’adiacente giardino di una sua statua bronzea opera dello scultore Carlo Balljana ma anche dall’imminente beatificazione del pontefice bellunese prevista per il prossimo 4 settembre in piazza San Pietro a Roma. Per fare questo, mi avvarrò per ampli stralci di un articolo-intervista pubblicato da “Vatican News” e da informazioni tratte dal sito web della “Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I”.
«Per conoscere meglio la figura di Giovanni Paolo I occorre inserirlo nella realtà in cui nacque, crebbe e si formò alla vita. A ciò contribuisce senz’altro la visita ai luoghi natali, a Canale d’Agordo (Belluno). In questo contesto si inserisce la meritevole iniziativa promossa dalla diocesi di Vittorio Veneto di salvaguardare e rendere accessibile ai visitatori la casa in cui, il 17 ottobre 1912, venne alla luce Albino Luciani.
Grazie a questa apertura – resa possibile dall’impegno della Fondazione Papa Luciani Onlus di Canale d’Agordo, a cui è affidata la gestione della “casa natale” ed anche del “MusAL” (Museo Albino Luciani) – il pellegrino o il visitatore può compiere un viaggio nella memoria, alla ricerca delle origini di Giovanni Paolo I». Con queste parole il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, il 26 agosto 2016 inaugurò il “MusAL”; parole che tuttora afferma di condividere.
La casa natale di Giovanni Paolo I, in via Rividela 8, è situata nella zona centrale di Canale d’Agordo. È una semplice costruzione del XVIII secolo, riadattata a fine Ottocento dalla famiglia Tancón Cròck, insieme all’attiguo tabià (fienile) con la stalla. L’edificio era originariamente costituito da due cantine, due stanze con caminetto al primo piano e altre due al secondo piano.
In questa casa venne ad abitare nei primi anni del Novecento il padre di Albino Luciani, Giovanni (1872-1952), con la prima moglie Rosa Fiocco (1877-1906), con la quale avrà cinque figli: Amalia (1900-1939), Pia (1902-1969) e tre maschi di nome Albino che muoiono tutti a pochi mesi di vita, rispettivamente nel 1904, 1905, 1906.
Si sistemarono nelle due stanze del primo piano, usufruendo anche del fienile e della stalla. Rimasto vedovo nel 1906 con le figlie Amalia e Pia, entrambe sorde, Giovanni torna nella casa nel 1911 quando sposa in seconde nozze Bortola Tancon (1879-1948) con la quale ha quattro figli: Albino (1912-1978), Tranquillo Federico (1915-1916), Edoardo (1917-2008) e Antonia (1920-2009). Pochi anni dopo il matrimonio, Giovanni e Bortola acquistano tutto l’edificio.
Venuti a mancare Bortola nel 1948 e Giovanni nel 1952, la casa continuerà ad essere abitata da Edoardo, fratello di Albino, sposatosi nel 1944 con Antonietta Marinelli (1922-2005). A metà degli anni Cinquanta Edoardo, per le esigenze della sua numerosa famiglia, fa abbattere l’annesso fienile ampliando l’abitazione. Da quel momento l’edificio assume la configurazione attuale.
Dopo la morte di Edoardo Luciani nel 2008, la casa è rimasta in gestione ai suoi figli ed è stata infine acquistata il 27 giugno 2019 da un anonimo benefattore che l’ha poi donata alla diocesi di Vittorio Veneto. Si scoprirà poi che il munifico benefattore era il cardinale Beniamino Stella. Il 2 agosto 2019 il medesimo cardinale, nativo della diocesi vittoriese, Postulatore della Causa di canonizzazione di Papa Giovanni Paolo I e Prefetto della Congregazione per il clero, ne ha inaugurato l’apertura al pubblico. L’edificio necessitava però di improcrastinabili lavori di ristrutturazione e quindi per diversi mesi non è stato accessibile ai visitatori. Hanno sostenuto l’onere di questo intervento edilizio oltre al cardinale Stella anche il Patriarcato di Venezia (guidato da Luciani dal 1970 al 1978), la Conferenza Episcopale Italiana e il Comune di Canale d’Agordo.
Alla casa si accede ora da via XX agosto, passando per il giardino sul quale si affacciano due stanze: quella che un tempo era la stalla e quella che veniva utilizzata dal padre di papa Luciani come laboratorio. Oggi è questo l’ingresso per la visita della casa. A piano terra si trova la “càneva” (cantina) dove si possono vedere gli attrezzi usati dalla famiglia per il lavoro nei campi.
Una scala in legno d’epoca conduce ai piani superiori. La cucina, al primo piano, si chiudeva a est con il tondo tipico delle case ladine, dove era posto il “larìn”, focolare domestico intorno al quale si radunava la famiglia. Il tondo è andato perduto con la ristrutturazione degli anni Cinquanta, tuttavia nell’arredo si conservano ancora la credenza e la madia usate da Bortola. Dalla cucina si accede alla “stua”, che anticamente era l’unica stanza riscaldata grazie al “fornèl” (caratteristica stufa a legna delle Dolomiti, ricoperta da maioliche).
In questa stanza, accanto alla stufa, il 17 ottobre 1912 venne alla luce Albino Luciani, subito battezzato dalla levatrice Maria Fiocco. Nella “stua” il 26 agosto 1979 fu accolto dalla famiglia Luciani papa Giovanni Paolo II in visita al paese natale del suo predecessore. Nella stanzetta accanto alla “stua” è stato ricostruito oggi, con la macchina da cucire originale e altri oggetti di ricamo e cucito, l’ambiente di lavoro che fu della sorella maggiore Pia, divenuta nel 1928 suora di clausura nel Cottolengo a Torino. Il piano superiore ospita le camere da letto che furono adoperate dalla numerosa famiglia di Edoardo.
Nella parte più vecchia dell’abitazione si trova la stanza che fino all’età di undici anni Albino Luciani condivideva con il fratello Edoardo e che continuò ad usare ogni volta che tornava a casa dal seminario. In questa camera sono stati ricollocati la scrivania utilizzata da Albino, giovane seminarista e il baule di legno che lo accompagnava nei viaggi. Nello stesso piano, ma nella parte ricavata dall’abbattimento del fienile negli anni Cinquanta, si trova invece la stanza con balcone che venne in seguito destinata al vescovo Luciani per le sue visite alla famiglia.
Loris Serafini – amministratore unico della Fondazione Papa Luciani Onlus e quindi responsabile sia del Museo Albino Luciani (MusAL) che della casa natale di papa Giovanni Paolo I – così ha illustrato a “Vatican News” le novità che da questa primavera il polo museale di Canale d’Agordo offre ai suoi visitatori ed anche, seppur a grandi linee, il programma di massima che la Fondazione d’intesa con enti pubblici e privati perseguirà in questo impegnativo 2022.
«I turisti e pellegrini saranno accolti davanti alla casa natale di papa Albino Luciani da un nuovo giardino, sul quale è posta una statua del “nostro papa” che riceve un omaggio floreale da una bambina, opera dello scultore trevigiano Carlo Balljana. Rappresenta il miracolo per il quale Albino Luciani viene beatificato: la guarigione scientificamente inspiegabile di una ragazza gravemente ammalata di Buenos Aires.
Poi all’interno della casa il percorso è stato definitivamente sistemato, partendo dal nucleo abitativo originario, nel quale il piccolo Albino è vissuto ed è cresciuto, fino ad arrivare ai piani superiori. In particolare, sono stati rinnovati l’impianto elettrico e idraulico, rafforzati solai, balconi e tetto, sostituiti gli steccati perimetrali del giardino, oltre al restauro della soffitta, ora adibita a nuova sala conferenze e video con servizi igienici.
Questa sala è destinata all’accoglienza dei gruppi che qui possono completare la visita sedendosi, rilassandosi un po’ guardando un filmato che ricorda la visita di Papa Giovanni Paolo II alla casa di Papa Luciani, l’anno successivo alla sua elezione, il 26 agosto 1979. Ma può essere anche utilizzata per eventuali incontri di preghiera oppure anche come momento di riflessione al termine della visita.
La casa racconta, naturalmente, la vita e gli affetti: è il luogo degli affetti, nel quale il piccolo Albino è cresciuto, ma è anche un punto di riferimento al quale lui ha sempre guardato per tutta la vita. Anche quando è diventato vescovo e poi patriarca di Venezia, trovava spesso rifugio presso il fratello, la cognata e i nipoti in questa casa. L’ultima volta che vi ha soggiornato è stato il 29 giugno 1978, due mesi prima della sua elezione a Pontefice. Nella casa ci sono degli oggetti ed alcune stanze che bisogna assolutamente vedere.
Come gli attrezzi da lavoro di suo padre che era un artigiano poliedrico: elettricista, fabbro, falegname e muratore. La madre era invece una brava sarta e c’è in una stanza la sua macchina da cucire originale. Per quanto riguarda invece Albino, ci sono le fasce in cui lui è stato avvolto appena nato e soprattutto la stanza in cui è nato e dove è stato anche battezzato dalla levatrice per imminente pericolo di vita. E poi via via le camere e le stanze dove lui è vissuto e cresciuto con il fratello minore e le sorelle.
Per chi desidera visitare i luoghi frequentati da Albino Luciani a Canale d’Agordo io consiglio di iniziare dalla casa natale perché è il luogo da cui ogni vita ha origine. Poi direi il museo, perché racconta la sua vita e approfondisce i temi legati alla sua persona e al suo insegnamento. Infine la chiesa, l’antica Pieve di San Giovanni Battista, che è il luogo della sua crescita cristiana, dove ha ricevuto i principali sacramenti, fino alla celebrazione della sua prima messa dell’8 luglio 1935.
A questa chiesa lui era molto affezionato e la visitava sempre, ogni volta che ritornava nel suo paese natale. Per chi poi avesse tempo, consiglio anche la Via Crucis, molto bella, che si snoda nel bosco, partendo proprio dalla piazza principale del paese a lui dedicata con un percorso di circa un chilometro e mezzo. E poi la chiesa monumentale di San Simon, a circa due chilometri, un’opera d’arte meravigliosa del XII secolo – spiega nell’intervista rilasciata a “Vatican News” Loris Serafini e poi aggiunge – Canale d’Agordo propone ai visitatori in questi mesi che precedono la beatificazione del nostro illustre conterraneo una ricca serie di eventi, concerti, mostre. In particolare una mostra speciale che verrà ospitata dal Museo Albino Luciani e che collega Papa Luciani con l’artista Augusto Murer, del paese vicino di Falcade, grande scultore del quale ricorrono i 100 anni dalla nascita. Il tema sarà la crocifissione, che è legata a questo momento drammatico della storia. La sofferenza della guerra, la sofferenza di tutto il mondo riassunta dalla crocifissione di Cristo.
E ci sono poi eventi che si collegano alla storia di Albino Luciani, come la riapertura della sede medievale di una confraternita antica, chiamata “Dei Battuti” o “Dei Flagellanti”, presso la chiesa di San Simon il 2 luglio. E una serie di valorizzazioni di quanto il piccolo Albino ha vissuto nella sua infanzia: quest’anno avremo la presentazione del restauro di alcune tavole dipinte del 1700, davanti alle quali lui andava a pregare da bambino.
Oppure i filmini su pellicola che lui vedeva negli anni Venti a catechismo nella parrocchia e l’inaugurazione della biblioteca catalogata in maniera scientifica, che lui stesso da chierico aveva catalogato in maniera non scientifica, ma dimostrando grandi capacità e competenza. Infine ci sono tutti gli appuntamenti religiosi, dalla Messa nell’anniversario della sua elezione, il 26 agosto, alla beatificazione del 4 settembre a Roma, presieduta da Papa Francesco. E l’11 settembre sarà celebrata a Canale d’Agordo una messa solenne di ringraziamento per la beatificazione, presieduta dal patriarca di Venezia e dai vescovi di Vittorio Veneto e Belluno–Feltre.
È questo un periodo di grande fermento e gioia, il completamento di un percorso iniziato ormai da tanti anni, direi dal giorno dopo l’elezione a Papa di Albino Luciani. Anzi l’afflusso di pellegrini è iniziato esattamente la stessa sera della sua elezione. Quindi è un percorso che getta le sue radici fin dal 1978 e che nel corso di questi anni ha visto la comunità locale impegnata a recuperare la memoria e la valorizzazione del suo insegnamento.
La Parrocchia, il Comune, la Fondazione Papa Luciani Onlus, la Proloco e tutti gli abitanti si sono impegnati nel creare un ambiente più accogliente e per offrire servizi a pellegrini e visitatori. Ora si è completato un tragitto: oltre al museo, alla chiesa restaurata, anche la casa natale è recuperata e visitabile. Così oggi è possibile rivivere quelle che sono le tappe principali della vita di Albino Luciani in un percorso strutturato che offre la possibilità a gruppi e a singoli visitatori di capire chi era veramente Papa Giovanni Paolo I.
Quindi la gioia del paese è proprio quella di vedere portato all’onore degli altari un suo figlio, grazie alla sua grande umiltà e alla santità ordinaria vissuta dalla sua famiglia. Povera, certamente, ma non per questo priva di educazione o di cultura, anzi era una famiglia che leggeva moltissimo. Quindi è anche un modo per risarcire la sua memoria facendo capire a tutti che era un Papa preparatissimo per il suo ruolo. Anzi, aveva anche l’esperienza della vita comune».
Ho parlato in premessa della casa natale di Papa Albino Luciani. Desidero concludere l’articolo soffermandomi sul museo a lui dedicato. Il “Museo Albino Luciani Papa Giovanni Paolo I”, questo è l’esatto nome della struttura espositiva, sorge nella piazza principale di Canale d’Agordo in un edificio adiacente alla chiesa parrocchiale che risale al XV secolo, quando era sorto come sede della Confraternita di Santa Maria dei Battuti.
Gestito dalla Fondazione Papa Luciani Onlus, il museo è stato inaugurato ufficialmente il 26 agosto 2016 dal Segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin. L’esposizione permanente, distribuita su quattro piani, è articolata in un moderno percorso multimediale, con audio, video, teche illuminate e pannelli descrittivi che introducono il visitatore alla figura di Albino Luciani e alla conoscenza del contesto storico in cui è nato e cresciuto, che vide sbocciare la sua vocazione e ne influenzò la personalità.
L’allestimento museale ricostruisce pertanto l’ambiente a partire dall’humus secolare dell’antica Pieve di San Giovanni Battista, fulcro della vita sociale e religiosa della Valle del Biois, offrendo altresì una panoramica sul territorio montano dolomitico della fine del XIX secolo e la descrizione delle imprescindibili figure di don Antonio Della Lucia (1824-1906) – grande promotore del cooperativismo a livello nazionale, artefice della nascita della prima latteria d’Italia – e di don Filippo Carli (1872-1934), parroco a Canale dal 1919 e fino alla morte, che tanto influsso ebbe sulla vocazione di Albino.
La vita di Giovanni Paolo I è rievocata fin dall’infanzia con la ricostruzione degli ambienti e con l’esposizione di oggetti personali che restituiscono il contesto nel quale si è formato ed è vissuto: dalle pagelle della scuola elementare agli occhiali che portava la notte del 28 settembre 1978 quando la morte lo colse mentre era intento alla lettura. L’ausilio di quattro cortometraggi costituiti da fotografie e riprese amatoriali d’epoca tratteggiano l’ambiente natale, il periodo bellunese, quello vittoriese con la partecipazione al Concilio Vaticano II e infine il periodo veneziano e romano.
In un piccolo locale al secondo piano è ospitata una ricostruzione ambientale del Conclave che lo vide salire al Soglio di Pietro, mentre l’ultima stanza è dedicata al Pontificato. Un servizio di audioguida in lingua italiana, inglese, tedesca, francese, spagnola, portoghese e polacca facilita la comprensione del percorso ai visitatori e pellegrini provenienti da diversi Paesi.
Il museo è frutto dell’impegno dell’Amministrazione comunale di Canale d’Agordo, in particolare dei sindaci Rinaldo De Rocco (2008-2018) e Flavio Colcergnan (2003-2008 e nuovamente dal 2018). Presso la sede della Fondazione Papa Luciani Onlus – nata nel 2009 e che gestisce il museo creando servizi di visite guidate e assistenza – è costituito pure un centro studi ed è aperta a visitatori e studiosi una biblioteca specializzata. Questa istituzione colleziona documenti, fotografie, oggetti e libri relativi a Papa Luciani e ai luoghi che lo hanno formato, con particolare riguardo alla nativa valle del Biois. Dal 2019 la Fondazione ha in carico anche la gestione della casa natale del Papa Albino Luciani.
Per qualsiasi ulteriore informazione sul polo museale di Canale d’Agordo dedicato a Papa Albino Luciani si può visitare il sito web: www.musal.it. È possibile invece scaricare un suo esaustivo profilo biografico a cura di Stefania Falasca.