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Agricoltura: Veneto, preoccupato per il piano della Pac, maggior benefici invece per il Trentino

Il Piano comunitario riverserà sul nostro Paese ben 52 miliardi di euro nei prossimi 5 anni

Veneto – “All’interno del piano di Politiche agricole comunitarie (Pac 2014-2020), comprendente la riforma dei pagamenti diretti verso il mondo dell’agricoltura ci sono aspetti positivi come il sostegno ai giovani e ai piccoli produttori, ma anche aspetti che penalizzano fortemente alcune regioni è il Veneto è tra queste e userò ci preoccupa”. È il primo commento proposto da Clodovaldo Ruffato, presidente del Consiglio Regionale del Veneto, durante il meeting di presentazione del nuovo piano Pac.

Il quadro del nuovo Pac è stato proposto da Andrea Comacchio, della direzione regionale del dipartimento agricoltura, di fronte a imprenditori e rappresentanti del mondo regionale del settore primario. Il Piano comunitario riverserà sui prossimi anni sul nostro Paese ben 52miliardi di euro (7,4 miliardi all’anno) e, come sottolineato da Castiglione, questo “è stato un risultato ottimale, in quanto l’Europa ha scelto di confermare sostanzialmente che il settore primario è il primo canale per dimensionamento dei fondi, anche grazie ad una forte azione politica italiana di focalizzazione degli impegni economici”.

Però questi fondi – che sottolineano i valori dell'”agricoltore attivo” e della progettualità ecologicamente sostenibile “Greening” – saranno distribuiti con caratteristiche che potranno privilegiare aziende di montagna e produzioni specifiche, penalizzando ad esempio aziende produttrici di riso, mais, foraggi essiccati, barbabietole, nonché produttori di latte e allevatori di zootecnia intensiva. Il Veneto, come la Lombardia e la Puglia, è una delle regioni che subirà riduzioni di pagamenti diretti agli agricoltori, mentre altre regioni Italiane – Sardegna, Trentino e Abruzzo tra le altre – godranno di maggiori benefici.

Inoltre in epoca di semplificazione, è stato suonato un ulteriore campanello d’allarme sul Piano comunitario: le norme e le procedure per compilare modelli, realizzare pratiche e calcolare i diritti all’aiuto sono di complessità preoccupante. I primi commenti alla nuova Pac sono stati di Renzo Aldighieri (Copagri) e Lorenzo Nicoli (Confagricoltura), entrambi perplessi proprio su questo ultimo aspetto procedurale e normativo.

“E’ un Pac che ci da di meno e che quello che di da ce lo offre in un modo molto più complicato che nel passato”, ha sintetizzato efficacemente Nicoli.

Anche il sottosegretario Castiglione, pur descrivendo il Piano come un parziale successo “ad un certo punto aveva preso una pessima direzione e solo l’intervento del nostro Paese come di altre nazioni a importante vocazione agro-alimentare ha permesso di arrivare all’attuale formulazione, che definirei abbastanza soddisfacente”, ed ha confermato la perplessità sulla complessità delle procedure, ma ha anche confermato l’impegno del governo e del suo dicastero: “ci siamo già attivati con Bruxelles per tentare una semplificazione degli adempimenti burocratici. In caso di non recepimento di queste richieste, il ministro Martina sta verificando con la struttura ministeriale la possibilità di giungere ad inviare agli imprenditori agricoli 750mila moduli pre-compilati. Sarebbe sicuramente un piccolo ma utile passo per sostenere la mostra agricoltura ad affrontare co maggior serenità il prossimo quinquennio”.

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