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Al via a Trento la 59^ edizione del Filmfestival

Il  Filmfestival è conosciuto in tutto il mondo come il principale momento culturale di incontro per quanti si interessano della montagna intesa nel senso più ampio: dal cinema e video, all’ editoria, agli eccezionali eventi con tanti ospiti internazionali.
Come da tradizione, l’apertura ufficiale del festival avverrà con la proiezione di un classico del cinema muto Der Grosse Sprung (Il grande salto), film del 1927 del regista tedesco Arnold Fanck, con le musiche originali di Giovanni Bonato eseguite dal violoncellista Mario Brunello, affiancato al celebre Coro della SAT diretto da Mauro Pedrotti (una co-produzione di TrentoFilmfestival e I Suoni delle Dolomiti in collaborazione con Museo Nazionale della Montagna – Cineteca Storica e Videoteca).
 
Tutto il meglio del cinema in verticale è quindi in arrivo sugli schermi del TrentoFilmfestival.
La selezione cinematografica dell’edizione 2011 particolarmente accurata è infatti seguita dal nuovo coordinatore, il bellunese Sergio Fant (già collaboratore di Muller anche per le selezioni alla Mostra del cinema di Venezia), e vede il reperimento di numerose opere in anteprima mondiale o italiana, a partire da Cave of Forgotten Dreams (La grotta dei sogni dimenticati), primo documentario in 3D del maestro tedesco Werner Herzog, che dopo la premiere allo scorso festival di Toronto e la prima europea alla recente Berlinale, avrà sabato 30 aprile a Trento, secondo giorno del Festival, la sua anteprima italiana.
Filmato in gran parte girato all’interno della grotta Chauvet in Francia, la straordinaria prima opera 3D di Herzog svela allo spettatore le più antiche pitture mai rintracciate (si stima infatti risalgano a oltre 30 mila anni fa).
 
Sarà una settimana intensa di proiezioni collocate al Cinema Modena (sono 128 quelle in programma), le cui 3 sale ospiteranno, fino a domenica 8 maggio, sia il Concorso internazionale (27 opere), tradizionalmente concentrato sul documentario e il cortometraggio, che le sezioni parallele del festival: oltre a quelle confermate come "Alp&Ism" (27 opere),"Terre alte" (16 opere), "Eurorama" (12 opere) e la selezione di lungometraggi di fiction (15 opere), con alcune novità introdotte in questa edizione: come "Destinazione… Finlandia" (programma dedicato a un paese, regione o cultura, all’esordio con 11 recenti film finlandesi) e "Orizzonti vicini" (14 film realizzati in Trentino-Alto Adige o da autori nati o attivi in questa regione).
 
I documentari di alpinismo e avventura hanno scritto la storia del TrentoFilmfestival e anche questa edizione propone il meglio delle produzioni internazionali recenti, opere in anteprima nazionale e mondiale con protagonisti personaggi d’eccezione. Sono infatti quattro i lungometraggi e due i corti in particolare di alpinismo nel Concorso principale, a cui vanno aggiunti i ben 27 titoli proposti dalla sezione specifica Alp&Ism.
 
Oltre che per i film dai maggiori festival internazionali, il TrentoFilmfestival rimane un’importante vetrina per il cinema italiano, quest’anno particolarmente rappresentato sia in Concorso come nelle altre sezioni.
Oltre ad Alpi di Armin Linke sono presenti in competizione Yuri Ancarani con Il capo, il cortometraggio italiano al momento più di successo nel mondo, filmato nelle cave di marmo delle Alpi Apuane; Isabella Sandri e Giuseppe Gaudino con Per questi stretti morire, già presentato nella sezione Orizzonti dell’ultima Mostra di Venezia, sulla vita del celebre missionario ed esploratore Padre Alberto Maria de Agostini; Il popolo che manca dei registi Andrea Fenoglio e Diego Mometti (che ritornano a Trento, il festival che li ha scoperti) sullo spopolamento delle montagne cuneesi; Cielo senza terra di Giovanni Maderna e Sara Pozzoli, e il sorprendente corto Non si può nulla contro il vento del collettivo di artisti Flatform, attivo tra Milano e Berlino.

Il TrentoFilmfestival, ripropone anche Nanga Parbat, il film del regista Vilsmaier sulla sfortunata avventura di Reinhold Messner già vincitore lo scorso anno a Trento del Premio SNGGI “Luciano Emmer” e del Premio del pubblico, in un’inedita versione tridimensionale, per rendere ancora più vertiginosi i paesaggi e le sequenze del lavoro.

 
Le 27 opere in concorso saranno valutate dalla Giuria internazionale , composta dal regista, fotografo e alpinista americano David Breashears, dall’etnologa e documentarista francese Marianne Chaud (vincitrice della scorsa edizione del festival con Himalaya, le chemin du ciel), dalla documentarista finlandese Leena Pasanen, dal videoreporter Giorgio Fornoni e dal regista altoatesino Andreas Pichler.
Categories: NordEst
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