Il Soccorso alpino di Cave del Predil e della guardia di finanza di Sella Nevea lo hanno recuperato e immediatamente trasportato all’ospedale di Udine, dove è arrivato in fin di vita per le gravissime lesioni interne riportate nella caduta. Poco dopo le 15, la morte. Il suo compagno di cordata, uno scalatore sloveno, è stato sfiorato dalla massa di neve e se l’é cavata con un grande spavento. Luca Vuerich era molto conosciuto per le sue imprese sulle Alpi e in Himalaya: per la sua abilità con piccozze e ramponiera considerato un ‘mago del ghiaccio’. Era compagno di cordata di Nives Meroi e del marito Romano Benet, la coppia che ha scalato più Ottomila nella storia dell’alpinismo.
Con loro è arrivato sulla vetta di cinque Ottomila (Lhotse, Manaslu, Broad Peak, Gasherbrum I e II). Ma nel ‘palmares’ poteva vantare anche circa 600 salite sulle Alpi, con l’apertura di 30 vie nuove. E poi era uno sciatore provetto (fino a 17 anni aveva praticato la discesa a livello agonistico). "Senza ombra di dubbio – aveva scritto sul suo sito – l’amore per la montagna ha radici nella mia famiglia. Ho la fortuna di essere cresciuto a Tarvisio, un piccolo paese di montagna e quindi a me bastava aprire la porta di casa o guardare dalla finestra per vedere la natura".
La passione perle alte quote si era manifestata quando era ancora piccolo: a nove anni aveva conquistato tutte le cime del Tarvisiano, l’anno dopo era sulla vetta del Grossglockner (3.798 metri), a 17 anni aveva salito tutte le vie più impegnative delle Alpi Giulie. Nel 1993 nacque l’amicizia con la coppia Meroi-Benet, ancora digiuni di Ottomila ma già alpinisti di grande livello."Eravamo ad una festa su un monte – raccontava Vuerich – e il giorno dopo ero già sulle Dolomiti con loro".