Auditorium gremito per la consueta assemblea: premiati sette soci della Cassa da più di 50 anni
Il bilancio 2013 della Cassa Rurale
Transacqua (Trento) – Auditorium gremito venerdì 23 maggio per la tradizionale assemblea generale dei soci della Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi.
Era un appuntamento molto atteso, soprattutto per l’intervento – in un momento non facile per l’economia locale – del presidente Maurizio Bonelli, che non ha mancato di richiamare operatori locali, imprenditori e amministratori alla coesione e alle scelte strategiche (di seguito l’intervento integrale). Fuori dall’auditorium era presente anche il Comitato per “Primiero Comune Unico” impegnato nella raccolta firme.
Per quanto riguarda invece i lavori dell’assemblea, dopo le relazioni del direttore della Cassa, Tiziano Rattin e del presidente del Collegio dei revisori, Renzo Orsega, la parola è passata ai soci.
Un dibattito costruttivo che ha focalizzato l’attezione sui dati di bilancio e sulle prospettive future, con l’auspicio – avanzato dal direttore – di una possibile chiusura in utile per il 2014.
L’urgenza di una coesione fra amministrazioni, la maggior valorizzazione della risorsa legno, i giovani alla guida di Ecotermica e delle realtà locali, il ‘volto umano’ della Cassa Rurale, la riduzione dei compensi, il futuro degli impianti e dell’economia locale, sono stati solo alcuni dei temi trattati durante la discussione con i soci, che si è svolta senza particolari polemiche. Tra gli altri punti all’ordine del giorno, durante la serata sono stati premiati inoltre i soci della Cassa da più di 50 anni.
Tutti i premiati
Nome Cognome Nato/a il Città Socio dal
MARIA CECCO 29/03/1926 CANAL SAN BOVO 28/09/1963
MARIA LOSS 15/11/1932 TRANSACQUA 01/01/1964
ADRIANO COSNER 28/07/1937 MEZZANO 23/12/1963
PIERGIORGIO DEBERTOLIS 09/02/1939 TRANSACQUA 08/04/1964
WILLY SCHWEIZER 16/02/1933 TONADICO 07/08/1963
SEVERINO SEGAT 26/04/1932 TRANSACQUA 31/10/1963
ARIANO SPERANDIO 25/08/1944 MEZZANO 26/01/1964
La relazione integrale
del presidente Maurizio Bonelli
“Il 2013 è stato un anno complesso. L’Italia si è oggettivamente impoverita ed i divari, come testimoniato anche in una recente indagine dalla Banca d’Italia, si sono ampliati; la produzione è entrata in stallo; la disoccupazione è cresciuta, i salari reali si sono compressi. Ma le situazioni positive non mancano. Le storie di reazione, le manifestazioni della voglia di tenere duro, la volontà di rimboccarsi le maniche – atteggiamento tipico dei cooperatori – costituiscono fatti e antidoti ad un pessimismo inconcludente.
In questo contesto, sentiamo ancora più forte, anche come cittadini, il dovere di contribuire a ricostruire nel nostro territorio di Primiero il tessuto della fiducia, a rilanciare in avanti la speranza, a generare in mille modi il futuro. La nostra Cassa Rurale è nata proprio per assolvere a questo compito. Aumentare la speranza, promuovere l’equità, rilanciare l’intrapresa, favorire la cooperazione: i bisogni di ieri sono straordinariamente vicini a quelli di oggi. E’ per questa ragione che il nostro modello di fare banca è permanentemente attuale, è moderno. C’è sempre più bisogno di imprese che interpretino il mercato come luogo umanizzato e non asettico; un luogo che deve essere arricchito di relazioni fiduciarie, non rapaci.
In ambito Trentino per effetto del perdurare della pesante crisi economica nazionale ed internazionale, dopo che nel 2012 il PIL aveva segnato una riduzione del 2%, alcune anticipazioni lo stimano attestarsi a – 1,2% nel 2013. Come per l’Italia nel suo complesso, alla base di questa contrazione vi è un calo significativo della domanda interna. La forte contrazione della domanda provinciale si è riverberata sulla produzione di tutti i settori. L’occupazione prosegue il suo andamento negativo; nel comparto dei servizi, il turismo che rappresenta per l’economia trentina un fenomeno di assoluta rilevanza, ha risentito anch’esso della difficile situazione economica nazionale che ha causato una riduzione dei flussi di turisti italiani a cui non è corrisposto un incremento di turisti stranieri come negli anni passati. Per il 2014 è prevista una crescita del Pil provinciale modesta pari allo 0,9%.
L’economia del Veneto ha iniziato nei mesi centrali del 2013 a mostrare alcuni segnali positivi. I livelli produttivi nel terzo trimestre sono risultati stabili e nel quarto hanno segnato una prima dinamica positiva. Secondo le ultime stime il Pil regionale ha chiuso il 2013 con un’ulteriore contrazione del -1,6% rispetto all’anno precedente, portandosi sotto il livello raggiunto all’inizio del decennio. Nel 2014 le esportazioni dovrebbero mantenere il ruolo di traino, ma l’aspetto più interessante e incoraggiante è rappresentato dai segnali di recupero della domanda interna. La graduale ripresa dell’attività produttiva consentirà una stabilizzazione del mercato del lavoro, senza tuttavia creare occupazione. In questo contesto, l’economia del Veneto dovrebbe comunque mantenere nel 2014 un trend di debole crescita.
Nel Primiero e Vanoi il numero dei residenti degli otto comuni è sostanzialmente stabile vicino a 10.000 persone. Il numero delle famiglie è di poco superiore a 4.300 e diminuisce nel tempo il numero dei componenti. Un dato significativo da segnalare riguarda le classi di età: gli over 64 rappresentano il 23% della popolazione residente, quelli con meno di 18 anni il 16%. Gli stranieri residenti presenti nella comunità di Primiero sono in crescita e superano le 400 unità. Nel medio periodo, il progressivo invecchiamento della popolazione senza ricambio generazionale, avrà effetti importanti sulla struttura della forza lavoro e sul carico sociale degli anziani.
Le imprese attive sono circa 900 (un terzo imprese artigiane) con quasi 3.800 addetti. La vocazione prevalentemente turistica del comprensorio, genera maggiore concentrazione nel settore commerciale e ricettivo/ristorazione, seguono l’agricoltura, le costruzioni e il manifatturiero.
Come Cassa abbiamo deciso di fare una approfondita analisi della situazione economica locale. La mappatura e l’analisi di un significativo numero di aziende del nostro territorio ha evidenziato l’aumento delle criticità, con un progressivo peggioramento della marginalità e dei risultati di esercizio.
Il dato delle assunzioni, che esprime la vitalità del mercato del lavoro nel territorio, ovvero l’entità del fabbisogno di manodopera delle imprese, fa registrare numeri preoccupanti: nel 2013 i nuovi occupati sono stati 3758, contro i 4267 nel 2012.
Ma è da almeno cinque anni che nei vari comparti, dal ricettivo al commercio e all’artigianato, Primiero registra le peggiori performance in Trentino. Questi risultati sono stati puntualmente da noi presentati in incontri di settore nei quali, però, abbiamo dovuto registrare una scarsa partecipazione di Imprenditori ed Amministratori come a dire che gli studi fatti con impegno di professionalità, intelligenze e risorse economiche non interessano, come se il problema non esistesse o riguardasse qualcun altro.
Dunque nel 2013, la domanda di lavoro delle imprese locali è diminuita del 15,5 % rispetto al 2012, calo più che triplo rispetto a quello medio provinciale (-4,8%). Nei pubblici esercizi, le assunzioni registrano un -8,8% rispetto al 2012 e più di 700 persone (59% contro 55,8% della provincia) sono iscritte al Centro per l’Impiego da oltre un anno. Interventi di sostegno al reddito e cassa integrazione guadagni, dei quali si è poco usufruito in passato, sono stati strumenti utilizzati anche nelle nostre zone ed hanno mitigato difficoltà di famiglie e aziende.
Le difficoltà economiche conseguenti alla disoccupazione o sottoccupazione si manifestano quindi anche nel Primiero e alcune problematiche sociali si stanno accentuando. Nelle famiglie, nonostante l’ormai generalizzato riposizionamento dei consumi, sono più evidenti problemi economici (ritardi nel pagamento delle rate, scoperture di conto, utilizzo degli strumenti di pagamento oltre il limite, ecc.). Fenomeni contrastati e tenuti sotto controllo ma che si manifestano con maggior intensità nelle fasi più acute della crisi.
Nel settore terziario, di traino per l’intero Primiero, nel corso del 2013 ha visto accrescersi le difficoltà già emerse negli anni passati e più volte evidenziate. Il forte orientamento del nostro comparto turistico verso un mercato nazionale, con una quota di presenze straniere che nel periodo invernale supera di poco il 10% ed è marginale nel periodo estivo, subisce una domanda italiana ferma da tempo. L’offerta turistica è caratterizzata da un buon livello di diversificazione e nonostante la valorizzazione della elevata qualità, la continua ricerca della migliore offerta economica e la difficoltà a condividere strategie comuni nelle politiche di prezzo, erode ulteriormente i margini rendendo in taluni casi insostenibile l’esposizione finanziaria accumulata.
Fenomeni questi, che si possono legare ad un’ importante segnale di cedimento nel comparto degli impianti di risalita, fondamentale supporto del turismo invernale, con la messa in liquidazione nel luglio 2013, della società SMPDTF spa (ad azionariato 53% pubblico e 47% privato) e l’avvio di una fase difficile e incerta, temporaneamente risolta a ridosso della stagione invernale con la gestione affidata a una nuova Società Consortile locale. Il 30 dicembre scorso il Liquidatore, nominato dai Soci nell’assemblea di luglio, ha depositato ricorso per ammissione a procedura di concordato preventivo.
Il sostegno storicamente assicurato dalla Cassa a uno dei principali soggetti di riferimento per tutta l’economia del territorio ha comportato delicate decisioni e pesanti effetti, come vedremo dopo, oltre ad una difficile riflessione per l’impostazione di nuove strategie.
Il comparto agricolo, per lo più dedito alla zootecnia e alla produzione di latte, mantiene un suo equilibrio. Esso costituisce anche un valido supporto all’intero sistema turistico locale, provvedendo attivamente al mantenimento dell’ambiente e rendendolo peculiare con i prodotti della filiera lattiero-casearia.
Nel settore immobiliare sono emerse criticità, prezzi in calo e sensibile aumento dell’offerta non hanno dato vitalità e interesse a nuove transazioni. Il mercato non da ancora segni di ripresa e le operazioni si concentrano sul segmento della prima casa. Le ditte del settore sembra abbiano smaltito in corso d’anno gran parte delle commesse e vedono in prospettiva assottigliarsi il portafoglio lavori. Continuano ad essere positivi i risultati raggiunti dal comparto della produzione dell’energia da fonti rinnovabili.
Siamo quindi in un periodo dove la forte crisi colpisce anche il nostro territorio e nel quale è SI importante il ruolo della Cassa Rurale, ma ancora di più è fondamentale il ruolo delle Amministrazioni e degli Enti del territorio per garantire continuità e per evitare le fratture e blocchi reciproci tra i vari portatori d’interesse locali che devono individuare obiettivi di lungo termine su cui attivare con determinazione e comunione d’intenti, progettualità e azioni condivise. Lo dico con grande rispetto verso le nostre comunità, ma non è più il tempo di sterili discussioni localistiche.
Dobbiamo unire le forze: la nostra gente ce lo chiede, la situazione ce lo impone.
Abbiamo tutti il preciso dovere, amministratori pubblici, imprenditori e comuni cittadini, di far scelte coraggiose a sostegno dell’economia che guardano al futuro per rilanciare il Primiero e il Vanoi come unica realtà territoriale ed economica. E’ ormai anacronistica e fuori dal tempo ogni divisione di idee e di progetti perché così facciamo solo del male a noi stessi e non garantiamo certo un futuro tranquillo ai nostri figli. E qui voglio citare quanto detto dal Santo Padre Francesco nel suo discorso domenica scorsa: “Niente chiacchiere, niente invidie, niente gelosie”.
L’area del Feltrino è un territorio costituito da 16 comuni che conta un bacino di circa 75 mila persone, ove la Cassa Rurale è presente con tre filiali: Feltre, Lentiai e Santa Giustina. Si tratta di una vallata importante che rappresenta circa il 35% della popolazione residente in provincia di Belluno. Il polo economico/amministrativo di riferimento dell’area è costituito dalla Città di Feltre, che da sola conta poco meno di 21 mila abitanti. Quasi 10.000 abitanti si collocano anche nei due comuni di Lentiai e Santa Giustina. E’ significativa la presenza di sportelli bancari, tra i quali si annoverano i principali istituti nazionali nonché la banche di matrice regionale. Il Feltrino risente delle criticità che hanno caratterizzato la congiuntura dell’economia regionale.
Di fronte ad un mercato interno ancora in difficoltà, la domanda estera è rimasta l’unico volano della crescita. Dall’inizio della crisi la struttura produttiva e il mercato del lavoro hanno evidenziato nel 2013 una delle peggiori performance. La crisi economica degli ultimi anni ha inciso sensibilmente sul mercato del lavoro, con risvolti pesanti sui redditi e sui consumi delle famiglie. La flessione del reddito disponibile ha rallentato la crescita dei consumi. La crisi di questi ultimi anni ha avuto risvolti occupazionali profondi.
Per l’agricoltura l’anno 2013 è da considerarsi sostanzialmente positivo e registra un aumento della quantità prodotta rispetto all’anno precedente. Per il settore manifatturiero il 2013 è stato ancora un anno di grande incertezza per le imprese industriali del Veneto. A livello dimensionale la caduta della produzione ha riguardato in particolar modo le micro imprese.
Per il mercato delle costruzioni, il 2013 è stato un anno particolarmente difficile, la dinamica negativa più marcata è stata registrata dal mercato della nuova costruzione, meno evidente nelle ristrutturazioni grazie alla performance positiva del recupero residenziale.
L’anno si è chiuso con un valore ancora negativo per le vendite nel commercio al dettaglio ma la perdita è più limitata se confrontata con il risultato del 2012. La profonda fase recessiva che ha colpito in modo trasversale tutti i comparti economici si è abbattuta anche sul turismo Veneto che ha contabilizzato per il secondo anno consecutivo un arretramento delle presenze a fronte di un sostanziale miglioramento degli arrivi. Dopo un avvio d’anno incerto, l’economia del Veneto ha iniziato nei mesi centrali del 2013 a mostrare alcuni segnali positivi.
Impegno della Cassa Rurale è sostenere il territorio e le comunità di riferimento.
Nell’ anno in cui la crisi economica e finanziaria ci ha veramente colpito, la Cassa ha proseguito sulla strada dello sviluppo cercando comunque di soddisfare i bisogni di Soci / Clienti, assicurando continuamente qualità, convenienza e miglioramento dei prodotti e dei servizi offerti. Attraverso la nostra attività, da sempre ispirata a criteri di sana e prudente gestione, abbiamo voluto affermare, con tutta la convinzione possibile, la nostra missione di banca locale, referente primario per lo sviluppo socio-economico della Comunità del Primiero e in parte anche per la Comunità del Feltrino. Svolgere un rilevante ruolo di sostegno all’economia locale dove abbiamo una quota di mercato del 70-75% (dati Bankitalia) ed essere la banca del territorio con 4.195 soci di cui 540 nel feltrino e 3.655 su circa 4.300 famiglie nel Primiero / Vanoi (quasi un socio per famiglia), grazie ad un modello costruito sul rapporto con la clientela e sul radicamento territoriale, significa anche viverne gli effetti negativi e condividerne tutte le tensioni.
Coniugare un ruolo mutualistico, che si caratterizza con una grande sensibilità verso i bisogni dei soci e dei clienti, con l’attenta gestione del credito e dei rischi, non è mai stato e non risulta tuttora cosa facile.
Oggi, più che mai, è difficile fare Cassa Rurale.
Nel settore della finanza, in corso d’anno sono state messe in atto azioni mirate a stabilizzare la raccolta, cercando il mantenimento della posizione di mercato nel Primiero / Vanoi e cercando uno sviluppo equilibrato negli ambiti del Feltrino. Le dinamiche dei dati in nostro possesso, mostrano che la clientela, come in ogni fase di incertezza, ha privilegiato forme di investimento liquide alle quali la Cassa ha riservato particolare attenzione.
I prodotti più semplici, quali conti deposito e certificati di deposito, hanno trovato riscontro e gradimento da parte delle famiglie e dei soci. Per dare forza ad alcune iniziative di sviluppo e di fidelizzazione, abbiamo riservato condizioni particolari alla raccolta a favore dei risparmiatori.
La crisi sistemica degli ultimi anni ha fatto emergere il problema della liquidità in tutta la sua complessità. La Cassa ha verificato costantemente il rischio di tasso di interesse nonché il rischio di liquidità mantenendo un adeguato equilibrio finanziario, garantendo il fabbisogno e minimizzando i rischi connessi.
Nel 2013 è incrementata l’attività nel settore della BancAssicurazione. I positivi risultati raggiunti aumentano in modo costante la copertura del mercato locale, assicurando espansione e maggior diversificazione all’utile da servizi.
Il Credito ha vissuto uno degli anni più difficili.
L’obiettivo che ci eravamo dati, nel breve e nel medio periodo, di consolidare il rapporto raccolta/impieghi complessivi entro la soglia del 95% è stato raggiunto già in corso d’anno. La Cassa ha comunque continuato ad erogare credito: su 2.908 domande presentate nel 2013, ne sono state accolte 2.854 (il 98,14%), rimanendo coerente con la funzione di servizio alla propria base sociale e alle sue comunità. Il nuovo credito concesso, in un contesto caratterizzato da maggior rigore nell’erogazione e con una domanda via via indebolita, è stato di 19,94 mln di euro.
Quindi non è assolutamente vero che abbiamo chiuso i rubinetti come qualcuno ha detto. Abbiamo finanziato l’economia reale non la speculazione: abbiamo sostenuto e promosso l’imprenditorialità, affiancandoci alle piccole imprese e alle famiglie.
Non ci siamo avventurati in operazioni strane e pericolose. Questo sforzo che continua da anni, in questo particolare momento non è senza prezzo. Infatti registriamo il progressivo degrado della qualità del credito, la crescita per numero e volume dei crediti deteriorati e la diminuzione della redditività nelle imprese, segno del momento difficile come ripetiamo da qualche anno in questa occasione assembleare.
Certi nodi vengono al pettine. Il peso delle rettifiche di valore dei crediti è diventato rilevante e ha condizionato il risultato di bilancio. Alla situazione critica dell’economia, si aggiunge l’irrigidimento delle regole imposte da Bankitalia che ha costretto, tutte le banche, a svalutare prudenzialmente il credito senza per questo registrare una perdita effettiva.
Il Consiglio, responsabilmente, ha deciso di essere molto prudente nella valutazione dei crediti anticipando al 2013 una policy (politica) di valutazione che è divenuta obbligatoria dal 2014.
Il totale svalutazione ammonta a 9,8 mln ma, ripeto, al momento non rappresenta un costo reale. Eventualmente lo potrà diventare solo a conclusione delle azioni di recupero forzoso che metteremo sempre in atto per tutelare il nostro credito.
Il risultato industriale prima delle svalutazioni ammonta a 2,8 mln: ciò significa che l’operatività e di conseguenza la fiducia nella Cassa è solida. Il risultato economico dopo la svalutazione registra una perdita di 4,983 mln totalmente assorbita dal patrimonio accumulato negli anni che, al netto della perdita, ammonta ora a 37,9 mln.
La Cassa, pur riducendo il patrimonio di vigilanza, conferma la solidità patrimoniale ed il rispetto degli indici richiesti dalla vigilanza, da Bankitalia e dalla BCE (ma su questo il Direttore nel suo intervento sarà più esaustivo).
La voce più importante nelle svalutazioni si riferisce alla SMPDTF (impianti a fune) che abbiamo dovuto, nostro malgrado, svalutare quest’anno per 3,5 mln (0,17 mln partecipazioni e 3,33 mln per credito inesigibile) in seguito alla messa in liquidazione della società decisa dai soci nel luglio scorso. Di fatto, con la discutibile decisione di mettere in liquidazione la società, i soci sia pubblici che privati, hanno deciso di far socializzare le perdite!
La svalutazione del credito della Cassa nei confronti di SMPDTF (totale credito di 7,5 mln) ammonta a 3,725 mln pari al 50%. Tutte le scelte fatte sono state consapevoli e coerenti con la nostra identità di impresa, nonché sostenute con risorse proprie. In un periodo storico nel quale i bilanci di molte Banche stanno traendo grande giovamento dalle operazioni con la BCE, il nostro bilancio non ha quasi nessun vantaggio visto le scarse possibilità di accesso al rifinanziamento presso la Banca Centrale.
La preoccupazione maggiore anche per il 2014 è volta alla qualità del credito, che continua a risentire di un contesto economico oggettivamente difficile, con un notevole aumento della rischiosità dell’attivo. Ciò nonostante anche quest’anno pensiamo di poter reimpiegare 20 mln di nuovo creditoper il sostegno alle piccole imprese e alle famiglie, nostro targhet di riferimento.
E’ certo che il risultato economico di quest’anno ci impone interventi su vari ambiti da perseguire con grande vigore: metteremo grande attenzione verso le attività che producono ricavi ed interverremo, come già iniziato a fare, sulla struttura dei costi per ridurli con il conseguente rafforzamento del patrimonio. Sul fronte dei servizi è necessario continuare ad investire nelle nuove tecnologie: queste fanno parte della nostra quotidianità, modificando il modo di lavorare, produrre, consumare, investire, risparmiare e anche accedere al credito.
Le nostre risorse vanno anche in questa direzione, ma dovremo farlo con più convinzione nel prossimo futuro, con una rinnovata capacità di servizio, avvalendoci anche della rete a cui apparteniamo. I cambiamenti sociali e demografici ci pongono sfide che non possiamo evitare. Ponendo attenzione a queste tematiche ci si è rivolti con convinzione verso i giovani, intesi non solo come destinatari di prodotti e servizi mirati, ma anche come interlocutori privilegiati dei territori di riferimento, con l’obiettivo di accoglierli nella compagine sociale e sviluppare in questo modo la diffusione e la cultura dell’imprenditorialità e della cooperazione di credito. In corso d’anno il Consiglio di Amministrazione ha approvato il nuovo piano strategico 2013-2015.
Sull’assetto organizzativo, si punta ad adattare la struttura alle nuove sfide di mercato. Dovremo investire nella qualità delle persone, in competenza, professionalità, identità e senso di appartenenza riservando comunque grande attenzione alla razionalizzazione dei costi e all’incremento della produttività.
La rete territoriale conta, oltre alla sede dove operano stabilmente più di trenta persone, dodici filiali, di cui nove distribuite nei comuni del Primiero/Vanoi e tre nel Feltrino, servite da oltre trenta addetti che giornalmente rispondono alle richieste dei Soci e Clienti che vi si rivolgono fiduciosi per fare operazioni e seguire i propri interessi. Le riflessioni sulla validità ed efficienza del nostro modello non mancano tenuto conto di due necessità: che le filiali producano reddito e che il principio di prossimità possa esser aggiornato per tenere conto delle evoluzioni della tecnologia.
Il nostro obbiettivo è mantenere sempre e comunque in grande considerazione i vecchi e nuovi bisogni delle nostre comunità, ed offrire con continuità servizi utili ai Soci e clienti. Abbiamo portato quasi a termine il rinnovamento delle filiali con la ristrutturazione della filiale di Imer già operativa dallo scorso 15 maggio e manca ancora da sistemare con interventi minimali la filiale di Canal San Bovo per garantire adeguata privacy per i nostri clienti nel rispetto delle vigenti normative. E’ sempre stretto il legame con gli Organismi Centrali, dalla Federazione Trentina della Cooperazione, a Cassa Centrale Banca, a Phoenix Spa sempre presenti e di supporto, sia nella fase di formazione/aggiornamento, che di assistenza tecnica e consulenziale.
L’attività degli amministratori è stata intensa e si è concretizzata in trentaquattro sedute di Consiglio. Non mi stancherò mai di ribadire che le riunioni consigliari si svolgono sviluppando dialettica sulle decisioni da prendere ma sempre in un clima di grande democrazia e serenità, armonia, trasversalità e fattiva collaborazione. Questo è il segno concreto che si può lavorare bene e per il bene comune di tutti anche in un’unica realtà sovraterritoriale. Un particolare ringraziamento anche al Collegio Sindacale.
La Cassa, come anticipato prima, chiude l’anno 2013 con una perdita di €. 4.953.684. Un risultato economico che evidenzia un anno difficile in cui anche la Cassa ha risentito della crisi dell’economia dei nostri territori e non poteva essere diversamente: se un territorio soffre, la banca di quel territorio soffre.
Il Primiero basa la propria economia sul turismo, estivo ed invernale, che si ripercuote su tutti gli altri settori economici come l’artigianato ed il commercio. Ad oggi, per il turismo invernale, alternative allo sci non sono state individuate, considerando che un euro investito sugli impianti di risalita crea un indotto fino a 8 euro.
Sulla partita del turismo la Cassa ha sempre fatto il proprio dovere, ma negli anni, da parte delle Amministrazioni, degli Enti Locali e degli Imprenditori privati, sono mancate scelte importanti ed altre rallentano e complicano la situazione. Ora non si può più procrastinare e le decisioni vanno perseguite con forza e, soprattutto, in maniera unitaria. Noi facciamo la banca: ad altri le decisioni strategiche e di indirizzo che devono essere prese con coraggio, senza paura e con l’orgoglio che sempre ha caratterizzato i nostri nonni ed i nostri padri.
Tutta l’attività della Cassa Rurale non potrebbe essere tale senza un grande senso di appartenenza ed un grande impegno da parte di tutto il personale dipendente. I dipendenti a fine esercizio sono 63 di cui 5 a copertura della quota riservata alle categorie diversamente abili. Qui voglio ricordare con gratitudine e riconoscenza Tullio Debertolis perché dallo scorso 01 maggio è andato in pensione dopo quasi 37 anni di lavoro in Cassa Rurale: grazie Tullio per quanto hai fatto per la nostra Cassa Rurale e per l’impegno e l’attaccamento che sempre hai dimostrato per il tuo lavoro fino all’ultimo giorno di servizio).
Sono presenti 1 dirigente e 10 quadri direttivi. Dal luglio 2013 Tiziano Rattin è il nuovo Direttore al quale, per una precisa scelta, anche economica, il Consiglio ha deciso di non affiancare un Vicedirettore ma di rinforzare il Comitato di Direzione. Al Direttore Rattin, al Comitato di Direzione ed a tutti i collaboratori, indistintamente, va il mio più caloroso ringraziamento per quanto fatto in quest’anno difficile. Attraverso di loro, la Cassa arriva a voi soci.
Abbiamo lavorato e ci siamo impegnati per favorire ed ottimizzare la gestione dell’impresa cooperativa finalizzata a dare servizi e creare sviluppo della base sociale e delle economie locali, e quindi alla concretizzazione economica dei principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata e con l’unico obiettivo di perseguire il “bene comune”. Noi, e lo dico con umiltà, pensiamo di esserci riusciti.
La nostra Cassa Rurale è solida e con il vostro continuo e convinto sostegno, nella piena consapevolezza del momento difficile che stiamo vivendo, continuerà ad esservi vicina anche nei momenti più delicati con la concretezza dello spirito cooperativo, avendo però sempre riguardo ai vincoli di equilibrio finanziario”.