Il vicepresidente Olivi: “Più risorse per il mantenimento e il consolidamento delle attività economiche nelle zone periferiche”
Trento – Più sostegno alle attività economiche di montagna, con aiuti che per alcune attività vengono elevati da 10 mila a 14 mila euro annuali, grazie ad un sistema di incentivazione che ne riconosce la funzione di interesse generale a beneficio delle comunità.
Funzione storicamente riconosciuta dalla Provincia e che ora viene riconosciuta anche dall’Europa. Al termine di un percorso intrapreso dalla Provincia, in accordo con Federazione delle Cooperative, con la quale era stato sottoscritto un protocollo d’intesa, è stato infatti possibile ottenere dalla Commissione europea il riconoscimento dell’attività svolta in questi esercizi commerciali come “Servizio di Interesse Economico Generale (SIEG)”.
Cosa significa concretamente?
“Significa – spiega il vicepresidente Alessandro Olivi – che in quelle zone ed in quel contesto, quelle specifiche attività rispondono ad esigenze precise degli abitanti, che non potrebbero trovare risposta adeguata in nessun altro modo, per la situazione di isolamento o perifericità del luogo che rende scarsamente appetibile ad un normale imprenditore l’insediamento in zona della propria attività, come ad esempio è avvenuto recentemente nel comune di Vallarsa. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto dall’Europa tale riconoscimento, che ci permetterà di sostenere con maggiore efficacia le attività intraprese nelle zone più svantaggiate, il cui sostegno passerà da 10 mila a 14 mila euro all’anno.
L’importanza di questa decisione – spiega Olivi – frutto di un confronto anche con le piccole realtà comunali, risiede nel fatto che si apre alla possibilità di sostenere in maniera più decisa ed articolata queste realtà commerciali, superando i limiti imposti dalla stessa Commissione europea in materia di tutela della concorrenza e nel fatto che il Trentino è la prima realtà in Italia a rendere concreto un sistema di questo genere”.
La Provincia da anni è impegnata a sostenere le attività economiche che operano in situazioni svantaggiate e periferiche (sono circa 200 i negozi multiservizi, per una spesa annuale di 2 milioni di euro) soprattutto nelle zone di montagna dove è sempre più forte il rischio di spopolamento, a causa dell’evoluzione del contesto economico-sociale e dell’invecchiamento della popolazione. Il sostegno assicurato ai negozi cosiddetti “multiservizi” risponde alla necessità di mantenere viva una comunità non soltanto assicurando la possibilità di fornirsi di generi di prima necessità, ma anche mantenendo vivo un punto di aggregazione e di erogazione di altri servizi, necessari agli abitanti della zona, servizi che nel tempo si sono modificati a seguito all’evoluzione delle esigenze della popolazione.
Nuovi servizi locali
Nella nuova disciplina viene data particolare rilevanza alla possibilità di erogare servizi in convenzione con enti pubblici; a questo proposito, i Comuni sono i primi e naturali soggetti cui fare riferimento, soprattutto a seguito dei numerosi accorpamenti di Comuni che nelle valli hanno portato spesso gli uffici comunali lontani da buona parte della popolazione che ne deve usufruire. Così il Comune potrà ad esempio convenire con il “multiservizi” la gestione degli impianti sportivi esistenti in zona, oppure la gestione di un servizio di biblioteca.
Il provvedimento approvato dalla Giunta modifica i criteri che disciplinano gli interventi per favorire la permanenza di attività economiche in zone montane, riorganizzando l’elenco delle attività che possono ricevere il contributo e prevedendo nello specifico per gli esercizi di dettaglio alimentare:
– una rimodulazione degli interventi erogati a titolo di sostegno ordinario all’attività “multiservizi”;
– un nuovo tipo di contribuzione a seguito dell’erogazione di servizi di interesse economico generale (SIEG), individuati nella stessa deliberazione.
Per quanto riguarda il sostegno ordinario, le modifiche di maggior rilievo puntano ad aumentare il contributo economico, valorizzando in modo particolare la stipula di una convenzione tra il punto vendita ed un ente pubblico, cha potrà arrivare fino ad 11.000 euro e riconoscendo un premio più elevato in particolari situazioni svantaggiate, pari a 14.000 euro annuali, per i dettagli di generi alimentari e di prima necessità collocati in località situate ad una altitudine di almeno 800 metri e con una popolazione residente non superiore ai 100 abitanti.
Per quanto riguarda invece l’individuazione dei servizi di interesse economico generale (SIEG), questi sono definiti dalla presenza nell’esercizio commerciale di almeno 4 attività di cui almeno 2 di particolare interesse collettivo (ad esempio l’attività di punto di recapito farmaci oppure la vendita di almeno dieci referenze di prodotti per celiaci). A compensazione dei costi sostenuti per l’erogazione dei “SIEG” l’impresa riceverà, per ogni punto vendita erogante, un importo di 12.000 euro annuali, che saliranno a 14.000 nel caso in cui uno dei due SIEG obbligatori sia un servizio erogato in convenzione con gli enti pubblici.
La Provincia autonoma di Trento, con apposito avviso, solleciterà una manifestazione di interesse a tutte le imprese dotate dei requisiti previsti. L’impresa che intende fornire i “SIEG” nelle località individuate dai criteri, una volta specificati i servizi che intende fornire attraverso una manifestazione di interesse, riceverà dalla Provincia di Trento un formale atto di incarico, che costituisce un obbligo di servizio pubblico in capo al fornitore. I contributi relativi alle località particolarmente svantaggiate potranno essere erogati a fronte delle domande di contributo già arrivate alla Provincia per l’attività svolta nel corso del 2017.
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