Rincari di energia e materie prime e drastico calo dei consumi rischiano di scatenare una situazione senza controllo per le imprese del Terziario, occupate in una difficile ripresa dell’attività
Trento – Confcommercio Trentino ha voluto porre con forza il problema sulle agende politiche e amministrative delle prossime settimane con una conferenza stampa congiunta di tutte le associazioni aderenti.
«È un fatto piuttosto raro – ha ribadito il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort – una conferenza stampa congiunta con tutte le associazioni che compongono Confcommercio Trentino, ovvero le 9 associazioni fondatrici. Questo dà la misura di quanto sia importante e sentito il tema che oggi vogliamo affrontare. Un tema che è già emerso sia sulla stampa che all’interno anche del dibattito politico che ma qui vogliamo sottolineare con forza, dandone contezza della sua urgenza. Negli ultimi mesi stiamo assistendo ad un aumento quasi esponenziale dei costi dell’energia elettrica e delle materie prime.
Costi che impattano sulla gestione aziendale fino a 2, 3 volte rispetto agli anni scorsi, a parità di consumi. Costi che non riguardano soltanto le imprese ma anche le famiglie, tanto che alcuni istituti di ricerca quantificano in oltre 1000 euro la spesa annua aggiuntiva in carico alle famiglie per le sole utilities energetiche. Un aumento che riduce drasticamente la capacità di spesa delle famiglie e incide sull’andamento dei consumi e, in definitiva, anche sull’inflazione: è realistico attendersi un valore dell’inflazione del 10%, se non oltre».
«Oggi siamo qui per chiedere che il tema dei rincari di energia e materie prime venga prepotentemente riportato nelle agende politiche a tutti i livelli, da quello comunale, provinciale, a quello nazionale. Ogni tipo di intervento che riduca la pressione sulle imprese e sulle famiglie va ricercato e messo in atto».
Il problema degli aumenti viene aggravato dal calo dei consumi, particolarmente consistente in questa fase della gestione della pandemia. «Questa crescita incontrollata è pericolosa in qualsiasi contesto, anche in una fase espansiva dell’economia. Ma lo diventa ancora di più in questo particolare momento, in cui le conseguenze della pandemia sono tutt’altro che scomparse. Anzi, siamo forse di fronte ad uno dei momenti più difficili dal gennaio 2020. Per una serie ampia di concause, oggi assistiamo ad un calo preoccupante dei consumi: non occorre fare ricorso ai dati per constatare di come le nostre città, le nostre valli, diano l’impressione se non di un vero e proprio lock down, certamente di una ridotta vitalità».
«L’effetto combinato di questi due fattori, aumento dei costi e calo drastico dei ricavi, rischia di diventare una trappola senza uscita per molte imprese. La sostenibilità stessa di molte aziende è in pericolo e per questo abbiamo ritenuto che, oltre agli interventi che le singole associazioni organizzeranno nei prossimi giorni, sia importante che l’intera nostra confederazione dia un segnale forte».
«Con l’amministrazione provinciale e con quelle comunali il dialogo è positivo. Viene riconosciuta l’oggettiva difficoltà in cui versano famiglie e imprese, anche se mancano – come dicevo – le possibilità di intervento per attuare provvedimenti significativi. Tuttavia, oggi abbiamo bisogno di un surplus di impegno, in grado di mettere in campo anche interventi straordinari se necessario. C’è bisogno di prevedere il possibile congelamento delle bollette energetiche, così come dovrebbero essere rimesse in piedi le moratorie dei mutui, in generale aprendo un dialogo con gli istituti di credito che sia davvero incisivo. Dobbiamo anche parlare di ristori adeguati poiché la situazione non può essere scollegata dalla pandemia e dalla sua gestione. Siamo il Paese con il maggior numero di vaccinati e le maggiori restrizioni. A questo proposito, c’è bisogno anche di adeguare la durata del green pass dei turisti stranieri a quella stabilita dai vari paesi di provenienza».
Alla conferenza stampa erano presenti tutti i rappresentanti delle associazioni aderenti a Confcommercio Trentino, ciascuna delle quali raggruppa le imprese dei vari settori del terziario.
«I nuovi provvedimenti creano confusione nei consumatori – ha detto il presidente dell’Associazione commercianti al dettaglio Massimo Piffer – i nuovi obblighi sono stati introdotti in modo disorganizzato. Siamo d’accordo con qualsiasi strumento che possa accelerare l’uscita dalla pandemia ma non può gravare sull’attività quotidiana delle imprese».
«Dalla prima lettura del “ristori ter” – il presidente dell’Associazione ristoratori Marco Fontanari – non vediamo molto. Solo dal punto di vista degli affitti, vediamo che è previsto un intervento solo per le perdite superiori al 50% ma oggi vediamo che una variabile critica è quella dei costi. C’è la necessità di avere di nuovo la cassa integrazione con causale covid. Continuiamo ad avere misure che ci portano da una pandemia sanitaria ad una pandemia burocratica. Speriamo che ci sia altro, sia a livello nazionale che provinciale». Danilo Moresco ha ricordato le difficoltà in cui versa anche il settore del catering che è attualmente del tutto fermo. «È importante sottolineare – spiega Mauro Bonvicin presidente dell’Associazione Grossisti – è anche il reperimento delle materie prime, cioè quelle che consentono di realizzare il prodotto finito».
Per Fabio Poletti presidente di Faita Trentino «è opportuno prestare attenzione al problema dell’energia elettrica che incide pesantemente sui campeggi. La proposta che facciamo è quella di reperire risorse per sostenere le famiglie e partite Iva. Mi rivolgo in particolare a Dolomiti Energia che è partecipata dalla Provincia e dai Comuni di Trento e Rovereto». «Il nostro settore – spiega Fabia Roman, presidente dell’Associazione pubblici esercizi – è in crisi da più di due anni. Questo ulteriore aumento è insostenibile nella nostra situazione: non ci sono clienti e le macchine, luci, frigoriferi devono comunque restare accesi ma non riusciamo a pagare queste bollette con cifre astronomiche». «Le agenzie viaggio – ha detto il presidente di Fiavet Sebastiano Sontacchi – avranno bisogno di almeno 15 mesi per rimettersi in piedi, ammesso che non succeda nulla ancora». «Il problema è far girare l’economia – ha aggiunto Enzo Bassetti – ma senza clienti e con un aumento dei costi così imponente, con queste cifre, diventa impossibile. Oltre all’energia elettrica si sono registrati altri aumenti e questo mette in ginocchio tutte le attività».
«La categoria dei panificatori – ha detto Sergio Tecchioli vicepresidente dell’Associazione panificatori – potrebbe essere considerata fortunata, poiché non abbiamo mai chiuso e vendiamo un bene di prima necessità. Ma anche noi soffriamo questa situazione di crescita dei costi delle farine e dell’energia elettrica e del gas. Abbiamo anche la difficoltà nel mantenere prezzi di vendita accettabili perché siamo di fronte ad aumenti costanti da luglio con la difficoltà di stare sul mercato». «La nostra categoria, oltre che per i motivi che sono già stati elencati – ha detto il presidente di Federmoda Luciano Rizzi – anche per l’eccessiva espansione del commercio elettronico dei grandi gruppi multinazionali». «Chiediamo – spiega Camilla Girardi presidente Federauto – che si tenga in considerazione la situazione del parco circolante delle autovetture in Trentino alla luce di questi aumenti ed alle difficoltà oggettive nell’abbandono da parte di molte famiglie dei motori termici».
«I rincari – nota il presidente dell’Associazione attività di servizio Mario Oss andranno pesantemente a ricadere sulle piccole imprese, comprese quelle dei servizi, che rappresentano un’ampia percentuale del gettito nazionale. Occorre pertanto un intervento urgente per impiegare nuove risorse sulle stesse aziende, per agevolarne la sostenibilità in chiave anche di transizione ecologica». «I condomini – ha detto Gilberto Magnani presidente Anaci – sono alle prese con i rincari in arrivo per luce e gas. La situazione delle famiglie preoccupa non poco gli amministratori di condominio che, inoltre, nel preventivo di spesa del 2022, non potevano avere piena contezza di un tale aumento. Si auspica un intervento che attenui l’impatto sulle abitazioni e sui condomini».
Il presidente di Fnaarc Trentino Fabrizio Battisti: «La categoria degli agenti continua a risentire direttamente e indirettamente della crisi che investe migliaia di attività del commercio, turismo e servizi, e l’aumento dei costi energetici. Tra tutti i costi quelli del carburante, dell’energia elettrica e del gas rappresentano sempre più un costo difficilmente ammortizzabile per gli agenti di commercio che ogni giorno percorrono per lavoro centinaia di chilometri con le proprie auto. Si auspica un intervento diretto a prevedere agevolazioni fiscali nel settore».
«Anche l’azione messa in campo sulle fiere – ha riportato il presidente della sezione Alto Garda e Ledro Claudio Miorelli – è stata meritoria ma non ha prodotto risultati di particolare rilievo. È difficilissimo portare avanti in questo momento qualsiasi iniziativa e qualsiasi impresa, a prescindere dal territorio».
«Come gruppo trasversale – ha detto il presidente del gruppo giovani Imprenditori Paolo Zanolli – abbiamo gli stessi problemi delle altre imprese oggi elencati. In più c’è anche il fattore generazionale: spesso i giovani sono imprenditori di prima generazione che non hanno una solidità tale da poter sostenere gli effetti della crisi. L’imprenditoria giovanile e le startup soffrono in particolare questa situazione e c’è bisogno di interventi a sostegno e incentivo».