Ma c’è una soglia sotto la quale non si dovrebbe mai scendere. È quella dell’accettabilità. Tante brutture non sono acccettabili. Guardatevi intorno nella vostra città. Ci sono dei palazzi che ti chiedi chi li ha progettati e chi ha dato il via libera.
Ci sono delle squallidissime periferie. Infrastrutture decadenti inguardabili. Stazioni lasciate andare. Ci sono un’infinità di oggetti brutti (e perlopiù inutili).
La bellezza non è solo una questione di disponibilità economica. Certo, i soldi sono necessari per costruire cose belle.
Ma prima del denaro, c’è un pensiero che alimenta bellezza o bruttezza: mi importa? Mi stanno a cuore i destinatari, chi vivrà in quel palazzo, chi passerà da quella stazione? Chi indosserà quel vestito?
Per raggiungere “il pieno sviluppo della persona umana” di cui si parla nell’articolo 3 della nostra Costituzione, di bellezza ne occorre tanta. Dentro e fuori di noi. Che l’anno in arrivo ci porti bellezza e ciascuno di noi, strada facendo, possa realizzarne un pezzettino.
Una tisana di limone e zenzero per lasciarsi trasportare dalle parole di Hélène Grimaud in “Lezioni private”, Bollati Boringhieri, 2016.
Leggetela, ma soprattutto ascoltatela. È una pianista che esprime un grande amore per la vita traducendolo in bellezza.