NordEst

Belluno, Arrestato primario: chiedeva soldi per procreazione assistita

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Il medico, facendo leva sulla paura degli aspiranti genitori di perdere l’ultima occasione per coronare il sogno di avere un figlio, induceva le coppie a pagare sino a 2.500 euro per ogni tentativo di p.m.a. (procreazione medicalmente assistita), riducendo a pochi mesi, in cambio, una lista d’attesa pubblica normalmente pari a 2 anni. Il primario e’ accusato di concussione aggravata e continuata oltre a interruzione di pubblico servizio.
 
Il primario arrestato è Carlo Cetera, 62 anni, e si trova agli arresti domiciliari. Secondo la ricostruzione degli investigatori, sulla base delle indagini svolte negli ultimi mesi, il professionista avrebbe chiesto del denaro alle coppie prospettando loro una difficoltà nella procreazione in crescita esponenziale oltre i quarant’anni della madre, al punto da rendere decisivo anche il ritardo di una sola settimana.

Le famiglie coinvolte dalle richieste, secondo il quadro accusatorio, sono sei ma il sospetto è che in realtà le parti lese siano molte di più. Il medico, hanno spiegato oggi i vertici della Guardia di Finanza che hanno condotto le indagini, avrebbe sistematicamente dapprima sondato le disponibilità economiche dei suoi "clienti" per poi proporre un sensibile accorciamento dei tempi di attesa – mediamente compresi fra i 18 ed i 24 mesi – a fronte del versamento in contanti di un compenso fino a 2.500 euro.

 
L’episodio di consegna di denaro che ha determinato l’arresto è stato documentato con una videocamera nascosta all’interno del bar della stazione di San Donà di Piave (Venezia). Ad innescare l’inchiesta, coordinata dal pm della Procura della Repubblica di Belluno Antonio Bianco, sarebbe stata la denuncia di una coppia le cui aspettative di fertilità sarebbero state deluse e risultata anche per questo, oltre che per un percorso clinico particolarmente duro, particolarmente provata. L’interrogatorio di garanzia di Cetera, il quale per ora non ha fornito alcuna spiegazione in merito al suo operato, sarà condotto probabilmente entro domani.
 
"E’ una vicenda di uno squallore desolante. E’ gravissimo che un medico disonori il giuramento prestato all’inizio della professione, ingannando i suoi pazienti".
Così Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, dopo l’arresto del primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Pieve di Cadore (Belluno) che chiedeva tangenti ai pazienti per far saltare le liste d’attesa della procreazione assistita. "La procreazione medicalmente assistita è una tecnica straordinaria che però rappresenta una prova emotivamente difficile per una coppia: lucrare sulle paure e i desideri di persone che vogliono avere un bambino, è un doppio crimine. Ho chiesto ai carabinieri del Nas in servizio presso la Commissione – spiega Marino – di acquisire tutti gli atti e i documenti che possano aiutarci a capire meglio quanto è accaduto. Chiederò inoltre all’Ufficio di Presidenza della Commissione di valutare l’inserimento di questo caso all’interno della nostra inchiesta sulla corruzione in sanità".
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