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Biocompostaggio di Levico, Al Veneto i fanghi di Campiello

Ha chiuso i battenti l’attività dell’impianto di biocompostaggio di Trentino Recycling a Levico Terme. Nella tarda mattinata di lunedì, Diego Laner, consigliere delegato di Trentino Sviluppo, e Carlo Calzolari, amministratore unico di Trentino Recycling S.r.l., hanno firmato l’atto di compravendita che prevede il passaggio di proprietà dell’immobile a Trentino Sviluppo SpA.

Venduto, in attesa di un futuro –
Si chiude così una vicenda iniziata ormai quasi quattro anni fa e che ha reso difficile la qualità della vita ai residenti della località di Campiello di Levico e del vicino Comune di Novaledo, a causa delle esalazioni odorose nauseabonde provenienti dall’impianto avviato nel maggio 2005 in località Franzine (Levico Terme) da Trentino Recycling.

Con la firma dell’accordo, si conclude un iter amministrativo iniziato nel settembre scorso allorché la Giunta provinciale, con deliberazione n. 2432 del 26 settembre 2008, dava mandato a Trentino Sviluppo di procedere all’acquisto dell’impianto di compostaggio, dopo di che a più riprese si era evidenziata l’impossibilità di imporre in via autoritativa la cessazione della stessa attività.

La Provincia autonoma di Trento, in considerazione della rilevanza sociale e soprattutto ambientale dell’intervento a beneficio della popolazione residente nella zona adiacente l’impianto, ha sottoscritto il 16 febbraio 2009 un accordo che fissava termini e valori economici incaricando Trentino Sviluppo di portare a termine la trattativa.

In particolare i valori economici della transazione sono determinati dal valore attribuito all’immobile da parte del Comitato Tecnico Amministrativo (CTA), 7.060.000,00 euro oltre agli oneri fiscali, incrementato dal riconoscimento di un indennizzo di cessazione dell’attività, come previsto dal Testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinanti (art. 68 bis, comma 4 ter del T.U.L.P.), che un Collegio di tre esperti (un perito nominato da Trentino Sviluppo, uno da Trentino Recycling e uno di comune accordo tra i due) ha stabilito in euro 2.400.000,00 esprimendosi in tal senso in modo unanime. L’atto di compravendita firmato, prevede l’immediata cessazione di ogni attività di conferimento di rifiuti e materiali all’impianto, mentre Trentino Recycling avrà tempo fino al 31 agosto 2009 per la completa dismissione e consegna del compendio.
Dopo di che l’immobile potrà essere messo a disposizione di altri utilizzi compatibili con il ruolo di sostegno e promozione dell’imprenditorialità locale propri di Trentino Sviluppo. Ecco nella scheda che segue, il lungo iter che ha portato all’acquisto dell’impianto da parte della PAT.

8 novembre 1996
L’impianto di compostaggio viene autorizzato dal Settore Tecnico scientifico e dell’informazione dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente per una quantità massima annua di 8.745 tonnellate. Per il rilascio della suddetta autorizzazione era stato acquisito, in data 28 giugno 1996, il parere favorevole del Comune di Levico Terme con riferimento all’attività di lombricompostaggio. Il primo aggiornamento del Piano provinciale di smaltimento dei rifiuti, approvato con deliberazione della Giunta provinciale n. 4526 di data 9 maggio 1997, individua l’impianto di lombricompostaggio della ditta Trentino Recycling s.r.l., sancendone pertanto la valenza nella strategia pianificatoria provinciale in materia di gestione dei rifiuti.

27 dicembre 2001
La ditta Trentino Recycling s.r.l. presenta la comunicazione preventiva per l’autorizzazione in procedura semplificata ai fini della prosecuzione della propria attività di condizionamento di rifiuti organici tramite compostaggio tradizionale.
Nel febbraio del 2002 la ditta Trentino Recycling s.r.l. viene iscritta nel Registro delle imprese che effettuano attività di recupero di rifiuti non pericolosi. Fino ai primi mesi del 2005 l’attività rimane tuttavia sospesa in quanto è in corso di realizzazione il nuovo impianto di compostaggio.

Maggio 2005
Inizia la nuova attività di compostaggio con i primi conferimenti, ma fin da subito si manifestarono significativi problemi per la popolazione residente nella località Campiello nel Comune di Levico Terme e nel vicino Comune di Novaledo, a causa delle esalazioni odorose nauseabonde provenienti dall’impianto. Il Sindaco del Comune di Levico Terme, con nota del 14 giugno 2005, lamentava “insopportabili odori emessi dall’impianto di compostaggio” e chiedeva “garanzie di interventi atti a tutelare la salute pubblica e i diritti dei residenti e dei turisti”. Si susseguono continui accertamenti da parte degli organi di controllo (Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, Procura, Azienda provinciale per i servizi sanitari, Comando intercomunale vigili urbani) in merito alla gestione dell’impianto – con la conseguente adozione di provvedimenti di diffida da parte dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente -, peraltro non rilevando violazioni di una significatività tale da motivare l’adozione di provvedimenti volti alla cessazione o alla modifica dell’attività.

17 ottobre 2006
L’Autorità Giudiziaria dispone il sequestro preventivo dell’impianto di compostaggio.

4 dicembre 2006
La Procura della Repubblica di Trento dispone la restituzione temporanea dell’impianto per adeguarlo ad una serie di prescrizioni.

22 dicembre 2006
La medesima Autorità Giudiziaria dispone il dissequestro dell’impianto con prescrizioni.

4 gennaio 2007

Il Settore Tecnico dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente rilascia l’autorizzazione ordinaria alla gestione dell’impianto, imponendo una serie di prescrizioni, tra le quali il rispetto di un piano di gestione operativo finalizzato al contenimento delle emissioni odorigene. Ciononostante il fenomeno delle esalazioni odorose è continuato a persistere e in misura tale da creare disagi e molestie per la popolazione, incidendo quindi significativamente sulle condizioni di vivibilità ambientale e provocando continue proteste e lamentele da parte dei residenti negli abitati circostanti.

26 settembre 2008
Preso atto dell’impossibilità di procedere per via autoritativa alla chiusura dell’impianto, la Provincia ritiene che un’ipotesi percorribile per far cessare la situazione di disagio, in assenza di specifiche violazioni, fosse quella di procedere all’acquisto dell’impianto, riconvertendolo ad altre lavorazioni nel settore dei rifiuti purché non incidenti sulle condizioni di vivibilità degli abitati circostanti.
Con deliberazione n. 2432 la Giunta provinciale aggiorna perciò il programma di attività di Trentino Sviluppo SpA prevedendo l’investimento per un importo massimo di euro 8.000.000, come risultante dalla delibera del Comitato Tecnico Amministrativo di data 26 agosto 2008.

16 febbraio 2009
La Provincia promuove un incontro interlocutorio con il responsabile legale di Trentino Recycling s.r.l. In tale occasione il rappresentante della società sottolinea di non sentirsi soddisfatto della proposta di acquisto dell’impianto di compostaggio, con riguardo in particolare all’indennizzo per la cessazione dell’attività.
Dall’incontro emerge peraltro la disponibilità del responsabile della società a cedere l’impianto al prezzo stabilito dal Comitato Tecnico Amministrativo, oltre al congruo indennizzo per la cessazione dell’attività di cui al citato art. 68 bis del T.U.L.P. in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti.

15 aprile 2009
Un collegio di tre esperti redige una perizia contrattuale nella quale si indica il valore di euro 2.400.000,00 quale congruo indennizzo per la cessazione dell’attività ai sensi del ricordato art. 68 bis del Testo unico.

20 aprile 2009

Le parti convengono sui contenuti dell’accordo e firmano l’atto di compravendita che prevede la cessione a Trentino Sviluppo SpA dell’intero compendio immobiliare, composto da un compendio industriale di 15.407 metri quadrati e da un’area di 3.733 metri quadrati, entrambi siti in località Franzine nel comune di Levico Terme, per la cifra complessiva di euro 9.460.000, di cui euro 7.060.000 per l’acquisto dell’immobile ed euro 2.400.000 quale congruo indennizzo per la cessazione dell’attività.

Categories: NordEst
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