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Bolzano, operazione ‘Dream car’: sequestrate 120 auto

La maxifrode era stata organizzata da un’azienda con sede legale in Germania ma operante in Italia. La ditta proponeva il noleggio a lungo termine di auto con targa tedesca dissimulando cosi’ vere e proprie cessioni di vetture finalizzate – spiegano gli investigatori – a "sfuggire all’applicazione del superbollo, sottrarre un consistente indice di capacita’ contributiva all’applicazione del redditometro, evitare il pagamento delle contravvenzioni stradali elevate in Italia".
L’offerta era pubblicizzata anche sul web (in italiano) come capace di garantire  "evidenti, concreti e collaudati vantaggi in termini di rintracciabilita’ e riservatezza". In questo modo, ammettevano gli annunci on line, "non risultano informazioni relative alle auto utilizzate nelle banche dati leasing o finanziarie, ne’ ovviamente di altri enti/istituzioni o registri italiani".
E in effetti, si trattava di mezzi di fatto inesistenti per le nostre autorita’, non presenti negli archivi della motorizzazione ne’ in quelli dell’anagrafe tributaria. Accanto alle contestazioni amministrative, nei giorni scorsi – su richiesta del pm Lorenzo Puccetti, accolta dal Gip del Tribunale di Bolzano – sono scattati in tutta Italia i sequestri per equivalente dei beni e delle disponibilita’ riconducibili al responsabile dell’azienda, per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, tra immobili, conti correnti e auto. Il responsabile e’ stato denunciato per omessa dichiarazione.
L’indagine e’ partita dalla constatazione del sempre maggior numero di vetture di grossa cilindrata con targa tedesca circolanti sulle strade dell’Alto Adige, utilizzate da residenti in base a contratti di noleggio a lungo termine stipulati con aziende estere. Partendo da tali spunti, e’ stato avviato un articolato piano di controlli su strada, per raccogliere, dagli stessi conducenti delle auto, i dati delle ditte noleggiatrici e degli utilizzatori. L’analisi degli elementi raccolti ha consentito di porre sotto la lente d’ingrandimento la situazione della societa’ in questione e di ricostruire nel dettaglio il meccanismo della maxifrode. A seguito della verifica la residenza fiscale della azienda tedesca e’ stata ricondotta in Italia: di qui le contestazioni in materia di Iva per 6,7 milioni di euro.
Categories: NordEst
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