I palombari della Marina Militare hanno rimosso i residuati bellici del primo conflitto mondiale che sono stati consegnati agli artificieri della Brigata Alpina Julia per la successiva neutralizzazione. Il Tenente di Vascello Marco Cassetta, Comandante del Nucleo SDAI di Ancona spiega: “Questa è la quinta volta che interveniamo d’urgenza per bonificare il lago di Varna”
NordEst – Dal 25 giugno al 6 di luglio 2018 i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN) della Marina Militare distaccati presso il Nucleo S.D.A.I. di Ancona (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), hanno condotto una delicata operazione subacquea nelle acque del lago di Varna (Bolzano), che ha permesso di rimuovere 3.094 pericolosi ordigni esplosivi, che sono stati consegnati agli artificieri dell’Esercito appartenenti alla Brigata Alpina Julia per la definitiva neutralizzazione in adeguati sedimi.
Le operazioni
“Sono molto soddisfatto delle operazioni subacquee che abbiamo condotto nel lago di Varna negli ultimi anni”, ha dichiarato il Tenente di Vascello Marco Cassetta, Comandante del Nucleo SDAI di Ancona, “Questa è la quinta volta che interveniamo d’urgenza per bonificare il lago di Varna da questi pericolosi ordigni esplosivi.
Negli ultimi due anni abbiamo effettuato 30 giorni di lavoro in queste acque che ci hanno permesso di rimuove un totale di 5.956 bombe da fucile (2.894 recuperati nel 2017 e 3.062 quelle rimosse durante questa missione), ciascuna contenente circa 700 grammi di esplosivo, che sono state consegnate a colleghi artificieri dell’Esercito. Queste attività dimostrano come le Forze Armate collaborino tra loro e siano presenti sul territorio a salvaguardia della pubblica Incolumità”.
Al termine delle operazioni, gli artificieri del 2° Reggimento Guastatori dell’Esercito, hanno sottolineato l’importanza per tutti colori che dovessero imbattersi in manufatti con forme simili a quelle di un ordigno esplosivo, di non toccarli o manometterli in alcun modo, denunciandone immediatamente il ritrovamento alla più vicina stazione dei Carabinieri o alla locale Capitaneria di Porto, per consentire agli artificieri dell’Esercito o ai Palombari della Marina di intervenire e rispristinare le condizioni di sicurezza.
Questo intervento testimonia l’ampio spettro di attività che le forze armate mettono a disposizione della collettività e delle istituzioni e che i Reparti subacquei della Marina conducano a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza.