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Bostrico, monitoraggi Servizio Foreste del Trentino: mediamente in calo, ma addetti settore invitano alla prudenza

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Dal 2020 ad oggi assegnati 1,26 milioni di metri cubi di legname colpito. Situazione in miglioramento per la Provincia, ma gli addetti al settore confermano situazioni ancora molto gravi in alcune zone del Trentino orientale


Trento – La diffusione del bostrico nei boschi del Trentino appare mediamente in calo rispetto allo scorso anno, secondo i primi dati stagionali. È l’effetto delle temperature al di sotto della media. Lo riferiscono il Servizio Foreste e l’Ufficio fitosanitario della Provincia autonoma di Trento, sulla base dei monitoraggi realizzati per determinare la presenza del coleottero, passata da una fase endemica a quella epidemica in seguito alla tempesta Vaia dell’ottobre 2018.

I danni da bostrico hanno cominciato a manifestarsi in maniera significativa a partire dal 2020, e sono andati progressivamente aumentando. Ai fini del monitoraggio, a partire da inizio aprile sul territorio sono state reinstallate 221 trappole a feromoni. A causa dell’andamento meteorologico, le catture medie in provincia a fine maggio sono pari a 3.755 individui per ogni trappola, a fronte delle 8.945 unità registrate alla stessa data nel 2022 (-58%). L’individuazione di nuovi focolai è comunque assicurata dal personale forestale che, nello svolgimento delle proprie funzioni, garantisce in modo continuativo la sorveglianza sul territorio.

In tutti i Distretti forestali, le catture a questo punto della stagione sono inferiori a quelle del 2022, tranne nella zona di Trento, che risente tuttavia di qualche situazione critica, ma di una buona situazione generale. Anche se le catture aumenteranno col procedere della stagione, secondo tecnici e ricercatori della Provincia è molto probabile che l’accorciamento del periodo utile per lo sviluppo dell’insetto comporti una diminuzione del numero di generazioni in grado di svilupparsi nel corso del 2023. Una situazione che potrebbe portare ad una contrazione del carico di insetti che attaccheranno prossimamente le foreste – dopo lo stress inflitto dalla tempesta – ed in particolare l’abete rosso nella seconda parte dell’estate e la prossima primavera. È comunque necessario attendere a breve la conclusione del volo della generazione svernante, prima di effettuare previsioni attendibili.

Da anni la Provincia ha avviato un Piano di contrasto ad hoc: l’individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico. Nel caso invece le chiome siano già arrossate o grigie, può essere conveniente – in determinati casi – lasciare le piante in bosco a protezione di quelle ancora sane delle aree circostanti. È inoltre in corso un’attività di prevenzione e individuazione precoce degli attacchi, anche attraverso un apposito modello matematico fenologico, in collaborazione con l’Università di Vienna. Sono state inoltre avviate delle prove sperimentali di contenimento.

Le assegnazioni di materiale legnoso attaccato dal bostrico dal 1 gennaio 2020 ad oggi hanno raggiunto quota 1,26 milioni di metri cubi, mentre quelle legate a schianti da neve o da vento (principalmente causati da Vaia), sono state pari a circa 1 milione di metri cubi. Nello specifico, le assegnazioni di alberi ‘bostricati’ nelle diverse proprietà interessate sono state di 39mila metri cubi nel 2020, 248mila metri cubi nel 2021 e 593mila metri cubi nel 2022. Dal primo gennaio 2023 ad oggi sono già stati assegnati 380mila metri cubi di legname, mentre nello stesso periodo dell’anno scorso ne erano stati assegnati 122mila metri cubi. Le quantità da recuperare sono ingenti, e vanno pertanto evitate assegnazioni o tagli di materiale fresco nelle aree dove il bostrico è presente, considerando che ha una capacità di diffusione variabile tra i 500 e 1.000 metri, in modo da evitare ulteriori danni.

Per quanto riguarda invece le vendite, attraverso il portale online del legno trentino, da gennaio sono state esperite 118 aste, delle quali 84 nella forma dell’asta pubblica. Sono stati così venduti 194 lotti di legname di abete (questa la specie colpita dal coleottero): 110 lotti in piedi, pari a 102.500 metri cubi netti di legname e 84 lotti a strada (20.600 metri cubi netti). Nello stesso arco temporale sono stati venduti dai proprietari forestali ulteriori 97 lotti, per circa 37.000 metri cubi netti, in maniera tradizionale, senza utilizzare il portale del legno.


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