NordEst

Cala il sipario sulla 68^ Mostra del cinema di Venezia

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Il Leone d’oro di questa 68/a edizione del Festival di Venezia è andato al regista russo Alexander Sokurov per il film Faust.
 
LEONE D’ARGENTO per la migliore regia a: Shangjun CAI per il film REN SHAN REN HAI (PEOPLE MOUNTAIN PEOPLE SEA) (Cina – Hong Kong)
 
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a: TERRAFERMA di Emanuele CRIALESE (Italia)
 
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a: Michael FASSBENDER nel film SHAME di Steve MCQUEEN (Gran Bretagna)
 
COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a: Deanie YIP nel film TAO JIE (A SIMPLE LIFE) di Ann HUI (Cina – Hong Kong)
 
PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore o attrice emergente a Shôta SOMETANI e Fumi NIKAIDâ nel film HIMIZU di Sion SONO (Giappone)
 
OSELLA per la miglior fotografia a: Robbie RYAN per il film WUTHERING HEIGHTS di Andrea ARNOLD (Gran Bretagna)
 
OSELLA per la migliore sceneggiatura a: Yorgos LANTHIMOS e Efthimis FILIPPOU per il film ALPIS (ALPS) di Yorgos LANTHIMOS (Grecia)
 
LEONE DEL FUTURO – PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA (LUIGI DE LAURENTIIS) a: L·-BAS di Guido LOMBARDI (Italia)
 
"Sono un ribelle che ha rinunciato alla violenza, un rivoluzionario moderato che rivendica la possibilità di cambiare, cosa che per una certa cultura equivale ad una provocazione, ciò che non è cambiato è lo stare dalla parte di qualunque debole e soprattutto di chi non predica la rassegnazione. Per questo continuo a credere che la cosa più preziosa per un artista sia la libertà d’immaginazione": Marco Bellocchio, Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia, pur nella retorica inevitabile di certe situazioni non rinuncia ad essere se stesso.
 
"Questo premio non è una riconciliazione istituzionale, a me non piacciono potere e istituzioni ed è giusto che mi ripaghino della stessa moneta, né un risarcimento, ma lo considero il riconoscimento di una coerenza di fondo e di una libertà che va sempre riconquistata", dice mentre la sala è in piedi a tributare al regista lunghissimi applausi.

La cerimonia è, come ribadisce il presidente della Biennale Paolo Baratta, "storica": sul palco della Sala Grande, con il direttore Marco Mueller, a consegnare il Leone d’oro a Bellocchio c’é Bernardo Bertolucci, antico ‘rivale’. In platea oltre al presidente della Biennale Baratta, c’é il ministro per i Beni Culturali Giancarlo Galan. "Lui amava il free cinema inglese, io la nouvelle vague – ricorda Bertolucci, mentre in galleria un piccolo gruppo mostra magliette con scritto ‘Sorelle mai amici sempre’ – il destino ha voluto che nascessimo negli stessi anni e città vicine, lui a Piacenza io a Parma, ci siamo sfiorati, abbiamo avuto gli stessi brividi psicanalitici".

 
Bellocchio con la stampa parla a lungo del nuovo film sullo sfondo della tragica vicenda di Eluana Englaro, che comincerà a girare a gennaio con l’approvazione di Peppino Englaro e dice la sua sul cinema italiano "misero, con commedie che sono spesso brutte copie di quelle di Monicelli e Risi, invece i giovani dovrebbero anche grazie alle nuove tecnologie tentare altre strade".

Per dire la verità ad un giovane che vuole fare cinema, Bellocchio direbbe di lasciar perdere, "lo scoraggerei, é un lavoro faticoso, pochi riescono, tanti si arrabbattano anche se hanno talento, però se proprio insiste…". Bellocchio, 72 anni portati una bellezza, di non sentirsi "ancora un riconciliato, anche se verso la rabbia ho una certa diffidenza". "Non mi sento in pensione, spero di fare ancora buoni film e che questo Leone sia una ripartenza per il futuro". Il regista, ha portato a Venezia 68, grazie all’aiuto di Cinecittà Luce che lo farà riuscire nelle sale, una nuova versione rimontata, tagliata di 20 minuti "ma non ammorbidita" di Nel nome del padre, il suo film del 1971. Ma è ancora di sinistra? "Sono diventato molto tollerante, in passato l’avrei mandato a quel paese – risponde al giornalista che ha posto la domanda – Si sono ancora di sinistra certo, non sono berlusconiano". Il cinema di denuncia però "é finito, superato dalla tv e da internet", così come la politica negli anni ’70 ‘aveva un peso diverso", dice ricordando come nel ’71 a Venezia porto’ "all’antifestival voluto dall’Anac, direttamente collegata al Pci, Nel nome del padre, mentre il produttore Cristaldi lo voleva al festival ufficiale diretto da Rondi".

 
APPLAUSI E STANDING OVATION BELLOCCHIO E BERTOLUCCI – ‘Non e’ una riconciliazione istituzionale, ne’ un risarcimento ma un riconoscimento di una coerenza e di una liberta’ che va sempre riconquistata. Per me questo e’ il Leone d’oro alla carriera’, ha detto poco fa Marco Bellocchio ricevendo da Bernardo Bertolucci il premio. Per i due maestri del cinema italiano una lunghissima standing ovation e applausi scroscianti che non finivano mai con i due registi vicini vicini sul palco e visibilmente emozionati. Bellocchio ha portato a Bertolucci in regalo uno schizzo con dei pensieri buttati giu’ in treno arrivando a Venezia. Dentro c’era scritto un inno alla liberta’ ‘che per un’artista e’ la cosa piu’ preziosa, non quella dei diritti civili che pure ci sono nel nostro Paese ma quella di immaginazione’. Bernardo Bertolucci all’inizio della cerimonia, condotta dal direttore della mostra Marco Mueller e con in sala il ministro per i Beni culturali Giancarlo Galan, il presidente della Biennale Paolo Baratta, ha ricordato ‘come il destino abbia voluto che nascessimo in due citta’ vicine, Piacenza e Parma e negli stessi anni. Per tanto tempo le nostre vite si sono sfiorate, ci incontravamo e siamo stati entrambi percorsi da brividi psicanalitici’.
 
Gli altri film: 
TAHIR 2011 di Tamer Ezzat, Ayten Amin, Amr Salama – Fuori concorso. A pochi mesi dalla Primavera Araba del Cairo, una fotografia scattata alle passioni, utopie, speranze di una società egiziana che si rimette in cammino dopo la ininterrotta presidenza Mubarak 
 
TEXAS KILLING FIELDS di Ami Canaan Mann con Chloe Moretz, Sam Worthington, Jeffrey Dean Morgan, Jessica Chastain – In concorso. Presentato dal padre della regista, il grande Michael Mann, opera seconda di un’autrice di talento poi cresciuta nella grande fucina della tv americana (proprio come il padre) è un thriller che vede all’opera due poliziotti (uno texano e uno di New York) alle prese con un’impressionante di delitti apparentemente a sfondo sessuale. Ma sullo sfondo si stagliano gli interessi legati allo sfruttamento dell’oro nero. 
 
LIFE WITHOUT PRINCIPLES di Jonnie To con Ching Wan Lau, Ken Lo, Terence Yin, Richie Ren – In concorso. Seguite la pista del denaro e troverete che cosa college le vite di una piccolo operatrice di borsa, un poliziotto che non sa come pagare i debiti, un malvivente che gioca in borsa. Quando dal nulla appare una borsa con cinque milioni di dollari, ciascuno di loro sogna di poter cambiare la propria vita. Torna a Venezia l’indiscusso campione del cinema d’azione di Hong Kong. -KI di Leszek Dawid con Roma Gasiorowska – Giornate degli Autori. Un ritratto a tutto tondo di una giovane madre che si ribella alla condizione di donna subordinata agli schemi della società. Nel tentativo disperato di riprendersi la sua gioventù si scontra con la diffidenza di chi pure le vuol bene. Conclusione in agrodolce per l’opera prima polacca della sezione indipendente promossa dagli autori. 
 
MISSIONE DI PACE di Francesco Lagi con con Silvio Orlando, Francesco Brandi, Alba Rohrwacher, Filippo Timi- Settimana della Critica. Un ufficiale dell’esercito italiano guida il suo plotone in una missione internazionale di "peace keeping" dal Nord est dell’Italia ai Balcani. Si scontra con l’agguerrito pacifismo di suo figlio, le incongruenze degli ordini militari, la realtà del mondo in cui deve agire. La Settimana della Critica si chiude con un’opera prima sospesa tra dramma e commedia, quasi un "Mash" aggiornato ai tempi. 
 
ORO NEGRO di Fernando Solanas – Giornate degli Autori. Omaggio al grande maestro argentino de "L’ora dei forni", seconda parte del grande documentario sociale "Tierra Sublevada" che Solanas ha dedicato al presente e al futuro del suo paese. Nel mirino della sua inchiesta c’é lo sfruttamento selvaggio delle risorse, a partire dal petrolio. 
 
CENTURY OF BIRTHING di Lav Diaz – Orizzonti. "Cinema vuol dire esistere" dice il regista filippino che riporta a Venezia una cultura cinematografica in piena evoluzione. Al centro della storia un regista che vuole dedicare la sua opera a un culto fondamentalista e poi pian piano sconvolge la sua stessa idea di racconto e di vita 
 
NASCE UNA FAMIGLIA di Francesco Pasinetti – Premio Bianchi. E’ un cortometraggio firmato nel 1943 dallo storico del cinema e regista veneziano a precedere la tradizionale consegna del Premio Bianchi del Sindacato dei Giornalisti cinematografici che va quest’anno a Virna Lisi. 
 
VALDAGNO, ARIZONA di Pyoor – Giornate degli Autori. La conclusione dello "Spazio Aperto" della sezione indipendente della Mostra promossa dalle associazioni dei cineasti italiani (Anac e 100 Autori) è un viaggio documentario nella cultura nativo-americana sul filo delle emozioni e delle suggestioni di un italiano, Umberto Marzotto, musicista e viaggiatore. A firmare il lavoro un collettivo d’autori mentre i musicisti americani daranno vita a una performance dal vivo alla Casa degli Autori alla Pagoda di Venezia.
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