X

Campi Flegrei, ultima settimana di attività per la Protezione Civile del Trentino

Sul tavolo del comune di Giugliano in Campania il protocollo d’intesa per il piano di trasferimento ed accoglienza che in caso di emergenza prevede l’arrivo in Trentino di circa 6.500 persone


 

NordEst – Si concluderanno alla fine di questa settimana – come previsto dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile – gli interventi del Nucleo tecnico della Protezione civile del Trentino nell’area dei Campi Flegrei – in particolare nel comune di Pozzuoli – , in Campania, interessata nelle ultime settimane da un continuo sciame sismico. A partire dallo corso 28 maggio, infatti, 14 tecnici e operatori del Nucleo Tecnico della Protezione civile Trentina, appartenenti ai Servizi Provinciali e agli Ordini degli Ingegneri e Architetti, – coordinati dal direttore dell’Ufficio tecnico ingegneristico Giovanni Maiello – sono impegnati in attività di verifica danni e agibilità degli edifici, operazione che sino ad oggi è stata eseguita su quasi 200 edifici.

Intanto la Protezione civile del Trentino è in attesa che il Comune di Giugliano in Campania sottoscriva il protocollo d’intesa per il piano di trasferimento ed accoglienza in caso di emergenza, che scatterebbe qualora lo stato di allerta del vulcano dei Campi Flegrei (ora a livello giallo) arrivasse a toccare il livello rosso, previsto in caso di fenomeni “pre-eruttivi”. In tale malaugurata circostanza si attiverebbe il piano di evacuazione dell’intera area, che prevede il trasferimento entro tre giorni di 481mila persone, 6.500 delle quali (residenti della zona a rischio di Giugliano di Campania) in Trentino, come previsto dal Dpcm del 2016 “Disposizione per l’aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei”.

Il protocollo è all’attenzione del comune di Giugliano in Campania e recentemente la Regione Campania ha sollecitato i comuni interessati a sottoscrivere gli accordi elaborati dalle Regioni e Province autonome.  “Giugliano conta circa 130 mila abitanti ma sono solo 13.000 quelli interessati dall’eventuale piano di evacuazione, che sarebbero gestiti per metà dalla provincia di Trento e per metà da quella di Bolzano” spiega Stefano Fait, dirigente generale della Protezione Civile del Trentino, che poi entra più nel dettaglio del piano.

In caso di situazione critica, gli abitanti dell’area saranno trasportati su dei convogli speciali organizzati dalle Ferrovie dello Stato e una volta giunti in Trentino condotti in centri di smistamento per poi essere distribuiti sull’intero territorio provinciale. “In prima battuta si prevede di dare loro una sistemazione negli alberghi, ma qualora l’emergenza dovesse protrarsi per un periodo più lungo è prevista anche la possibilità che venga realizzato un piccolo villaggio di accoglienza – le parole di Fait -. Molto dipenderà da alcuni elementi su cui al momento esistono troppe incognite: non sappiamo ad esempio quanti arriveranno in modo autonomo, quanti effettivamente in Trentino, quanti ancora invece preferiranno andare da parenti che vivono altrove e pertanto non arriveranno affatto da noi” spiega ancora il numero uno della Protezione civile del Trentino.

Tutte le regioni e province autonome sono al lavoro per finalizzare la stesura degli accordi per la gestione dell’emergenza e dell’accoglienza, come previsto dal Dpcm.  “È un lavoro complesso – spiega ancora Fait – . Ad ogni modo, anche in attesa della firma del protocollo d’intesa, necessario per la conclusione del piano di accoglienza, il Sistema di protezione civile è comunque pronto in caso di necessità a gestire l’emergenza”.

Redazione:
Related Post