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LA STORIA/Comunità Trentina del Vanoi, si chiude una pagina di ricordi ed emozioni uniche: Grazie ai “Canalini di Trento”

L’associazione, era nata nel capoluogo nel 1981, per tenere vive le “radici Canaline e del Vanoi” in città, grazie all’iniziativa di Luigi Pescador, Santo Rattin e Floriano Sperandio. Ma tra le molte anime del gruppo, sono da ricordare Cornelia e Paolo Cavagnoli, Fulvio Micheli, Lino Trotter e tanti altri amici e canalini emigrati dalla valle per lavoro

La foto rappresenta la firma dell’atto di cessazione dell’attività, atto redatto in conformità alle procedure da parte della segretaria Cornelia Corona che in questi molti anni ha gestito tutta la parte organizzativa della Comunità del Vanoi che ha avuto momenti di grande significato

 

di Christian Zurlo

Trento – “Erano gli anni ’80 – spiegava in occasione del 25° dell’associazione,  Santo Rattin – e i canalini emigrati a Trento e dintorni dalla natìa valle, erano davvero molti. L’emigrazione iniziò in modo significativo, anche verso altre destinazioni più lontane, a cavallo degli anni ’60. Io arrivai a Trento, dopo sette anni di girovagare anche all’estero. Incontravo spesso per le vie di Trento, lo scomparso Luigi Pescador con la moglie Franca. Fare una associazione con persone che amavano il luogo d’origine con altre esperienze, poteva essere secondo noi un modo per vedersi ma anche per far maturare quelle idee che poi divennero gli obiettivi della Comunità. Si iniziò così a coinvolgere Floriano Sperandio, che diventò punto di riferimento alla Cantinota, senza dimenticare Cornelia Corona e Lino Trotter“.

La comunità trentina, diventata poi del Primiero Vanoi, “dimostra da sempre grande lungimiranza – sottolineava invece Fulvio Micheli – con la passione di sentirsi uniti, attaccati alle origini, ai ricordi, alla nostra terra. La lungimiranza e la sensibilità verso i propri paesani ha portato a far vivere insieme momenti di reciproca solidarietà e momenti di svago”.

Le vecchie storie dell’associazione, raccontava invece con passione Paolo Cavagnoli, iniziavano nel 1981 “dopo lunghe chiacchierate e protocolli operativi, ospiti prima in casa Pescador e poi nel bar Mec di via Zanella a Trento. Più avanti, un gruppo più numeroso di Canalini, si ritrovava al Motel Alberta di Cirè, lanciando definitivamente l’idea”.

Come spiega ancora Cavagnoli nel suo libretto dedicato all’associazione, “l’idea di fondo non era di creare un circolo per sole feste, ma uno strumento di partecipazione e di amicizia verso chi presenta difficoltà o solamente per chi si sente spaesato nel nuovo luogo di lavoro. Proprio per questo era stato realizzato anche un questionario da diffondere tra i nuovi trentini, arrivati dalla natìa valle. Proprio nei confronti del territorio, la comunità trentina si è impegnata per il bene comune con proposte concrete. La stampa locale di allora, nel 1983 titolava: “E’ nata l’associazione degli oriundi del Vanoi: un convivio con 80 persone”, ma anche: “Dal Vanoi a Trento: costituito il Comitato”.

Oggi, dopo tanti anni di attività, l’associazione chiude i ‘battenti’: il grazie va a tutti coloro che direttamente o indirettamente hanno fatto parte di questa associazione, per il prezioso lavoro svolto, anche a riflettori spenti. L’auspicio è che questo patrimonio di risorse umane, di idee ma soprattutto di grande amicizia, non vada disperso ma si rinnovi in Valle con altre nuove iniziative, che sappiano valorizzare le nostre radici: dal Brasile al Primiero Vanoi,  passando per Trento e molte altre città.  Perchè, come ricordava nel 1981 l’allora sindaco di Canal San Bovo, Luigi Zortea, proprio in occasione del 25° dell’associazione dei ‘Canalini Trentini’: “Chi non sa da dove viene, non può sapere nemmeno dove andare…”

Il saluto e la donazione all’Ecomuseo

“Dopo oltre trent’anni di attività – scrivono in questi giorni gli ultimi membri dell’associazione -, viste le diverse situazioni socio-economiche e il mutamento del target cui era rivolta l’attività dell’Associazione, in conseguenza dall’età dei soci e specialmente dei soci fondatori, e dei giovani ormai inseriti nelle zone ove risiedono e dove la maggior parte di loro sono nati, è caduto quindi l’interesse che portava avanti la Comunità. Lo scopo dell’Associazione era quello di tenere i collegamenti fra i molti “canalini” che avevano lasciato la valle per motivi di lavoro e si erano inseriti anche nelle località e nelle città fuori provincia e all’estero.

In questi lunghi anni l’attività della Comunità del Vanoi si era caratterizzata nei rapporti di aiuto per chi fosse in stato di difficoltà e varie erano le iniziative organizzate per far incontrare i provenienti dalle varie frazioni del comune di Canal San Bovo da Ronco a Caoria a Zortea e della Gobbera e naturalmente del centro.

Importanti gli incontri estivi organizzati nelle malghe della valle per il tradizionale incontro agostano. L’attuale Presidente Fulvio Micheli, sentiti molti soci, ha riunito il direttivo ed è stata quindi decretata la sospensione dell’attività. Il fondo cassa del bilancio – concludono i membri dell’associazione – gestito con particolare precisione dal tesoriere Beniamino Rattin, presentava un deposito di circa 400,00 euro e sono stati destinati all’Ecomuseo del Vanoi, perché ritenuto l’ente più idoneo a continuare la tradizione di salvaguardia della tipicità della valle e della sua cultura”.

L’associazione con il “Vanoi nel cuore”

Redazione:
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