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E’ tensione tra Italia e Brasile dopo la liberazione di Battisti. Si organizzano manifestazioni pubbliche contro l’amara decisione e si meditano altre azioni pubbliche di protesta in tutta Italia.
(Reuters) – La decisione che ha fatto arrabiare l’Italia è del Tribunale supremo federale del Brasile.
Ha deciso definitivamente di non estradare in Italia Cesare Battisti e l’ex militante di estrema sinistra, condannato per omicidi commessi negli anni 70, è tornato in libertà. Il governo italiano ha risposto che ricorrerà alla Corte Onu dell’Aia, perché Brasilia non avrebbe rispettato gli accordi internazionali.
Battisti ha già lasciato il carcere federale di Brasilia, dove era detenuto da oltre quattro anni in attesa che terminasse la complicata vicenda legale legata alla richiesta di estradizione. La decisione della Corte, che avalla quella presa lo scorso anno dall’ex presidente brasiliano Luiz Iniacio Lula da Silva, ha suscitato "il vivo rammarico" del presidente del consiglio Silvio Berlusconi.
"La decisione non tiene conto delle legittime aspettative di giustizia del popolo italiano ed in particolare dei familiari delle vittime di Battisti", ha detto il premier in una nota.
In una conferenza stampa a Palazzo Chigi, Berlusconi non ha evoluto esacerbare il clima e ad una domanda sulla reazione dell’Italia ha risposto: "Che vuole, che facciamo la guerra al Brasile? Abbiamo già dato il via al ricorso all’Aia, non abbiamo altra possibilità che questa".
Più duri sono stati invece i toni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, secondo il quale la pronuncia del Brasile "assume un significato gravemente lesivo del rispetto dovuto sia agli accordi sottoscritti in materia tra l’Italia e il Brasile sia alle ragioni della lotta contro il terrorismo condotta in Italia – in difesa delle libertà e istituzioni democratiche – nella rigorosa osservanza delle regole dello Stato di diritto".
Napolitano ha aggiunto che appoggia pienamente i nuovi passi legali annunciati. La Corte internazionale di giustizia, organo delle Nazioni Unite, è una giurisdizione a cui accedono soltanto gli stati per accertare il mancato rispetto di obblighi derivanti da accordi internazionali e non ha diretta competenza sui casi legali dei singoli individui.