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CdA troppo maschili in Italia

I dati, di gennaio 2012, sono stati comunicati dalla Commissione europea nel giorno in cui la vicepresidente Viviane Reding lancia la consultazione pubblica per valutare l’introduzione con legge europea di ‘quote rose’ per aumentare la presenza delle donne nei Cda. Secondo i dati della Commissione europea la massima presenza di donne nei Consigli d’amministrazione delle societa’ quotate viene registrata in Finlandia (27,1%), davanti a Lettonia (25,9%), Svezia (25,2%) e Francia (22,3%).

La Commissaria per la Giustizia Reding, lanciando la consultazione pubblica, ha specificato di essere ‘le quote rosa non ci piacciono ma forse sono necessarie’. Le ‘quote’ fisserebbero per legge la presenza di donne nei posti di comando delle aziende, un’idea che ‘molte donne, soprattutto della mia eta’, e nella posizione di chi e’ gia’ arrivato al top, ‘non apprezzano’.

Un sondaggio Eurobarometer ha mostrato che l’88% degli europei e l’87% degli italiani considera giusto che a parita’ di competenze ci sia uguaglianza uomo-donna nelle posizioni di comando delle compagnie. Ma per il 31% degli europei la scelta dovrebbe essere lasciata alle compagnie e per un altro 20% le societa’ dovrebbero darsi dei codici di governance che regolino la materia, solo per il 26% ci dovrebbero essere norme legalmente vincolanti (mentre l’8% e’ in realta’ contrario a regolamentare la questione ed il 15% ‘non sa’).

Un anno fa la vicepresidente Reding aveva lanciato un appello alle societa’ per portare la presenza di donne al 30% entro il 2015 e al 40% nel 2020. Negli ultimi 12 mesi però solo 24 societa’ hanno aderito in tutta Europa. Eppure, secondo quanto ricordato da Reding, uno studio McvKinsey rivela che ‘le societa’ con rappresentanza paritaria realizzano profitti superiori del 56% rispetto a quelle a quida unicamente maschile’.

Ed una analisi di Ernst &Young sulle 290 principali societa’ del mondo da’ risultati assimilabili. Il motivo, ha spiegato Reding, e’ che ‘sono le donne a decidere generalmente degli acquisti’ e ‘sono quindi loro ad avere piu’ capacita’ ad adattare le strategie’. Inoltre, la vicepresidente Ue, ha affermato che il successo delle donne nei posti di comando e’ dovuto al fatto che ‘le donne fanno piu’ domande obbligando a dare risposte piu’ equilibrate’.

Categories: NordEst
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