A Bolzano oltre 400 famiglie ebbero la possibilità di essere alloggiate prima alla caserma Guella, altri trovarono altre sistemazioni di fortuna. C’è stato un ottimo rapporto anche perché c’era una cultura, almeno dell’ultimo secolo, molto condivisa. Molti conoscevano la lingua tedesca – ha concluso Benussi – e quindi c’era la possibilità di arrivare non come i conquistatori italiani, ma come dei fratelli bisognosi”.
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