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Chico Forti: indagine Procura Verona su aiuto clan mafiosi. Legale smentisce tutto

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Forti però nega tutto: “smentisce nel modo più assoluto le notizie apparse su organi di stampa nella quali qualcuno lo accuserebbe di aver richiesto interventi in relazione ad articoli contro la sua persona” dice il suo legale Andrea Radice, sostenendo che “”è caduto dalle nuvole. “È stupito, affranto e smarrito”, aggiunge.


 

NordEst – Chico Forti, il trentino detenuto nel carcere di Verona dopo aver trascorso 24 anni nella prigione della Florida per l’omicidio di Dale Pike, avrebbe chiesto a un detenuto di contattare qualche ‘ndranghetista per mettere a tacere Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e una terza persona. Sul caso la Procura di Verona ha aperto un fascicolo contro ignoti, perché non è ancora stato individuato il reato.

Lo riportano il Corriere della Sera e il Fatto. “Confermo l’indagine, abbiamo già avvertito le istituzioni e sentito tutti i possibili protagonisti”, ha detto al Corriere della Sera il procuratore di Verona Raffaele Tito. Secondo quanto riportato, a riferire della richiesta di Forti al detenuto sarebbe stato un operatore del carcere di Montorio. Della vicenda sono stati informati il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la Prefettura di Verona, il Tribunale di Sorveglianza e la Dda di Torino. La richiesta potrebbe essere scattata perché il 19 maggio scorso, al rientro di Forti in Italia, il “Fatto Quotidiano”, giornale diretto da Travaglio e per cui scrive Lucarelli, ha titolato un articolo dedicato a Forti “Benvenuto assassino”.

Interviene sul caso anche la presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo sottolineando però come sia suo “dovere non commentare indagini in corso”: “Se la vicenda fosse vera sarebbe di una gravità inaudita” e Chico Forti “avrebbe tradito la fiducia che le istituzioni gli hanno dato”. Un pensiero che, fanno notare fonti della maggioranza, non è distante da quello della premier Meloni. Secondo gli accertamenti compiuti dagli investigatori, in cambio del ‘favore’ Forti avrebbe promesso un aiuto futuro – non si sa bene di che tipo – non appena riottenuta la libertà. In Procura ci si limita a confermare l’indagine e a non sottovalutare affatto la vicenda: “abbiamo già avvertito – dice il procuratore Raffaele Tito – le istituzioni e sentito tutti i possibili protagonisti. Per noi naturalmente non è una fesseria, ma non aggiungo altro”.

Il caso ha scatenato una nuova polemica politica che chiama in causa oltre alla premier anche il ministro della giustizia Carlo Nordio. Per il senatore Walter Verini, capogruppo del Pd in commissione Antimafia, l’indagine aperta dalla Procura “farà luce sui fatti. Ma intanto chiederemo a Nordio di rispondere urgentemente a una interrogazione presentata in Senato”. “Massima vicinanza” a Travaglio e Lucarelli è stata espressa dal leader M5s Giuseppe Conte, che chiede “immediata chiarezza” auspicando che anche la premier “voglia vederci chiaro”. Solidarietà anche dal capogruppo di Avs in commissione Giustizia della Camera, Devis Dori secondo il quale: “visto che un intero Governo, a partire dalla presidente Meloni, si è esposto per esaltare la figura di Forti, chiediamo a Nordio di spiegarci se, mentre in carcere si continua a morire per suicidi, a Forti, condannato per un brutale omicidio è garantito un trattamento privilegiato”.

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