"Questa inestimabile collezione – ha ancora detto Panizza, – è finalmente e a tutti gli effetti patrimonio pubblico, e pertanto strumento centrale per la valorizzazione del museo di Mattarello e della figura del grande trentino, pioniere dell’aeronautica italiana". Ciò è stato reso possibile grazie alla disponibilità dell’Associazione che riunisce i discendenti di Gianni Caproni, "e qui mi corre l’obbligo di ricordare e di ringraziare soprattutto la figlia del pioniere, la contessa Maria Fede," ha detto l’assessore, ma grazie anche ai responsabili e ai funzionari sia della Soprintendenza provinciale per i beni storico-artistici sia del Museo "Gianni Caproni" e del Museo delle Scienze e all’apporto significativo degli esperti, tra cui Wolfgang Meighörner, che ha valutato la collezione e fornito il proprio parere di congruità sul valore dei beni acquisiti dalla Provincia.
300mila euro la cifra che la Provincia a speso per assicurarsi la proprietà di una delle più significative collezioni aeronautiche del mondo: non solo aerei, ma anche frammenti di velivoli storici, e poi una biblioteca di cinquemila volumi e 15mila copie di progetti di aerei. "Una cifra simbolica – ha sottolineato Panizza, – che tra l’altro consentirà alla famiglia Caproni di procedere alla valorizzazione e alla catalogazione degli archivi di famiglia, che poi andranno a implementare le risorse del nostro Museo, come ci è stato confermato in un recente incontro che abbiamo avuto con Maria Fede e con il fratello Giovanni a Venegono, nella tenuta di Villa La Colombara, meglio nota come Villa Caproni di Taliedo".
Luca Gabrielli, nel suo ruolo di curatore del museo, ha ricordato come fin dal 1909-1910, agli albori della sua attività di progettista aeronautico, Caproni ebbe coscienza e consapevolezza profonda dell’importanza di quel che via via stava disegnando e progettando: "È grazie a questa felice intuizione che lui decise di conservare la memoria del suo lavoro, quella stessa memoria di velivoli, oggetti, opere d’arte e documenti che oggi noi possiamo ammirare nell’hangar dell’aeroporto di Mattarello".
Il nucleo più famoso e apprezzato della collezione Caproni è rappresentato da 36 aeromobili storici, di cui 28 aeroplani, 4 elicotteri e 4 alianti. A questo nucleo appartengono sia velivoli progettati e costruiti dallo stesso Caproni lungo l’arco della sua attività, e da lui successivamente destinati al museo aziendale, sia velivoli di diversa produzione italiana e straniera acquisiti per il museo fra le due guerre allo scopo di documentare i progressi dell’aviazione. All’iniziativa degli eredi di Caproni si deve, nel secondo dopoguerra, l’ulteriore ampliamento della raccolta di aeromobili fino a raggiungere l’attuale consistenza, grazie a una campagna di acquisti di velivoli giunti al termine della vita di volo, di velivoli in vendita sul mercato antiquario o di mezzi dismessi da Aeronautica Militare. La completa originalità delle macchine e il loro stato di conservazione, spesso eccezionale per via della presenza prolungata all’interno di una collezione privata e solo raramente aperta al pubblico prima del 1991, contribuiscono a fare del Museo Caproni uno fra i più famosi e prestigiosi musei aeronautici al mondo.