“Scontate – secondo l’ex assessore di Fiera, Ervino Filippi – le motivazioni della Provincia di Trento”
Fiera di Primiero (Trento) – A poche ore dall’ufficializzazione della delibera della Giunta provinciale di Trento che ritiene priva di fondamento la contestatazione dell’ex assessore di Fiera, Ervino Filippi sul nuovo Comune dell’Alto Primiero, ecco un nuovo colpo di scena. Dopo i ricorsi in opposizione al Comune di Fiera, alla Giunta provinciale e alla Regione, arriva il più atteso al Tribunale amministrativo regionale con esplicita richiesta di sospensiva.
Le ragioni del nuovo ricorso
“Nella delibera della Giunta provinciale di Trento – spiega Filippi – non trovo niente di nuovo nel senso che, in una partita come quella che si sta giocando sul futuro delle Autonomie dei piccoli comuni (anche se il termine giocare non è molto appropriato in questo frangente), era assolutamente prevedibile questa espressione della Giunta
L’unica semplificazione che ho visto, questa si, è quella delle 18 delibere fotocopia sulle fusioni degli altri comuni, come se non esistessero differenze, solo per fare un esempio, tra Primiero e Giudicarie o il Tesino.
Quello che mi ha più preoccupato – continua Filippi – in questa pronuncia dell’Esecutivo sono due concetti: il primo è il paragrafo in cui (sintetizzando) si dice che la delibera di fusione non necessita di un progetto sul come fare le cose per cui per il momento vi fondete, poi vedremo come e a quali costi. L’importante è stabilire il nome, che ci sia una sede legale, che si fondano i bilanci (che nessuno dei consiglieri che ha votato la delibera comunale ha visto – dato che non sono allegati alla delibera stessa) e come gestire questo minestrone politico/amministrativo fino alle prossime elezioni.
Questo modo di agire – aggiunge Filippi -, questo navigare a vista nella nebbia, chiarisce molto bene quello che sta succedendo anche in altri campi: gli esempi del collegamento San Martino-Rolle o della Scuola Musicale di Mezzano, solo per citare i due più vicini nel tempo, sono sotto gli occhi di tutti.
I dubbi sul quorum
Ma il passaggio che più mi ha turbato – continua l’ex assessore di Fiera – con riferimento al punto 3 (il famoso quorum del 40%), si valuta che le osservazioni siano inammissibili in quanto non riguardano la delibera in oggetto. Ma come: per governare un comune se si presenta una lista sola è necessario il 50% degli aventi diritto al voto altrimenti arriva il Commissario e per fondere lo stesso comune basta il 40%?
Qui mi pare che vengano applicati due pesi e due misure a seconda degli interessi del partito proponente. Credo a questo punto che la posta in gioco sia così importante, il fornire chiarezza ai cittadini fondamento stesso della nostra democrazia, che solo un Ente terzo (sia esso il TAR od addirittura la Corte Costituzionale) possa dipanare questo ingarbugliamento e chiarire fino a che punto un Ente possa spingersi a forzare i principi di buon senso prima e della Carta Costituzionale poi.
Questo – in conclusione della nota di Filippi – è il motivo per cui, a spese mie, ho deciso di proseguire la battaglia e presentare ricorso al TAR chiedendo per prima cosa la sospensione di tutto il processo in atto e poi un pronunciamento oltreché sulla delibera del Consiglio Comunale di Fiera, anche sulla mancanza di una analisi a monte (il famoso progetto del come, quando e quanto costa) ed infine sulla costituzionalità del quorum al 40% formato escludendo i nostri concittadini residenti all’estero”.