Trento/Bolzano – L’obiettivo è sollecitare un intervento delle Province Autonome per cercare di evitare i danni gravissimi provocati dal prolungamento delle chiusure delle imprese del terziario. Gli effetti del lockdown prolungato, infatti, rischiano di essere devastanti per l’economia locale, fatta di piccole e medie imprese. Ad essere in pericolo è un intero territorio, sostenuto da un tessuto economico in grave difficoltà.
«Il commercio al dettaglio, per esempio, – spiegano i presidenti Bort e Moser – dovrà̀ tentare di smerciare grandi stock di merce in magazzino – molta della quale rimarrà̀ invenduta – e dovrà̀ approntare sistemi di distribuzione più̀ complicati e costosi. Problema che diventa gravissimo per i piccoli esercizi, già̀ sottoposti alla concorrenza della grande distribuzione online, a cui si somma una sostanziale contrazione della domanda per il generalizzato calo di reddito delle famiglie. Altrettanto grave sarà̀ la situazione di ristoranti e pubblici esercizi, che dovranno affrontare una drastica riduzione dei coperti e, di conseguenza, di lavoro e profitti».
In Trentino e in Alto Adige le imprese del commercio e della gastronomia sono circa 7.200 e danno lavoro a 15.000 addetti, quelle del terziario di mercato oltre 15 mila per 60.000 addetti complessivi. La crisi questi comparti significa una perdita del PIL delle due provincie sicuramente superiore all’11/13%, con un calo proporzionale delle risorse di bilancio derivanti da minori entrati.
Ciò che chiedono i presidenti delle due organizzazioni è la riapertura immediata delle imprese del dettaglio, della ristorazione, dei pubblici esercizi: «Chiediamo ai Presidenti della Provincia di Bolzano e Trento l’adozione di idonei provvedimenti volti a garantire la riapertura immediata ovvero a decorrere dal 4 maggio prossimo di tutte le imprese del commercio al dettaglio non alimentare e dei pubblici esercizi e ristorazione. Qualora non si ottenesse una riapertura immediata, il rischio sarebbe il fallimento di un considerevole numero di imprese e la perdita di numerosi posti di lavoro, con un ulteriore aggravamento della crisi economica e sociale che stiamo già̀ vivendo».