Il ‘patent box’ è una norma che permette di non pagare una parte delle tasse,dal 30 al 50%, sui redditi derivanti da attività di ricerca e sviluppo
Udine – “Più ricerca grazie alle novità introdotte dalla legge di stabilità”. E’ quanto ha ribadito Confindustria Udine, in occasione dell’incontro di approfondimento ‘Investire in ricerca e sviluppo: nuove agevolazioni per le imprese’. “Con credito d’imposta, patent box e il bando Brevetti+2 -ha ricordato- le imprese hanno da oggi tre ulteriori strumenti per sviluppare e sostenere le proprie attività di ricerca e sviluppo e innovazione migliorando, di conseguenza, la propria competitività”.
Flavia Gelmini, studio Pirola Pennuto Zei & associati, e Davide L. Petraz, managing partner di Glp, hanno infatti analizzato nel dettaglio i due strumenti, tra loro complementari, introdotti dalla legge di stabilità 2015 al fine di incentivare le imprese che investono in ricerca e sviluppo: il credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo, in una veste rinnovata rispetto alle precedenti versioni, e il cosiddetto ‘patent box’, un trattamento fiscale di favore per chi investe in attività immateriali.
“L’agevolazione del credito d’imposta -ha evidenziato Flavia Gelmini- rappresenta un’opportunità per le imprese che intendono effettuare investimenti in attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale nel quinquennio 2015-2019. Siamo ora in attesa dell’emissione di una circolare da parte dell’Agenzia delle Entrate che chiarisca gli ultimi dubbi applicativi”.
“Il ‘patent box’ è una norma -ha rimarcato Petraz- che rientra nelle direttive fiscali Ocse approvate dall’Unione europea e che permette di non pagare una parte delle tasse, in una misura dal 30 al 50%, sui redditi derivanti da attività di ricerca e sviluppo, nel cui elenco vengono ricompresi anche i brevetti, i marchi, i segreti industriali etc”.
Il regime fiscale di favore, ha aggiunto, “si pone così in continuità con i modelli progressivamente introdotti in altri Stati membri della Comunità europea”. “Anche il Mise, nell’intento di utilizzare i diritti di proprietà industriale come strumento privilegiato per sviluppare le capacità innovative e competitive delle imprese italiane, propone incentivi per le pmi che intendono valorizzare i propri brevetti tramite il bando Brevetti+2”, ha ricordato.
“Attraverso questo bando -ha sottolineato Petraz- vengono messi a disposizione fondi a perdere per i depositi di brevetti”.