Assessore regionale all’identità veneta “Servizio prezioso per gli anziani, il 70% dei pazienti lo gradisce”
Venezia – “Il gradimento tra le persone ricoverate al Policlinico San Marco per l’iniziativa del consenso informato in ‘venessian’, il 70% dei pazienti interpellati, è la miglior risposta a chi ha ironizzato su questa iniziativa, che ha caratteristiche significative sia sul piano culturale e storico, sia su quello, non meno rilevante, dell’umanizzazione del rapporto con il paziente ricoverato, che è una delle priorità della Giunta regionale”.
Lo ha sottolineato l’Assessore all’Identità Veneta e Protezione Civile della Regione Veneto, intervenendo oggi a Mestre alla presentazione di “Consenso Informato in Venessian”, originale novità introdotta al Policlinico San Marco dove, ai pazienti che lo gradiscono, viene sottoposto il consenso informato il lingua veneta, nel caso particolare nella sua declinazione “veneziana”.
“La lingua veneta – ha aggiunto l’Assessore – fa parte del bagaglio culturale dei veneti ed è ancora oggi attualissima e parlatissima. Con questa bella iniziativa si è opportunamente rivolta l’attenzione soprattutto agli anziani, che ancora oggi parlano pressoché solo in veneto e potranno capire meglio le importanti informazioni che verranno loro date. E’ uno sforzo di sintonia molto bello da parte dell’organizzazione sanitaria e mi auguro che la cosa possa estendersi anche ad altre strutture di cura sul territorio”.
Secondo l’Assessore regionale, “maggio 2014 sarà da ricordare: a Mestre parte questa originale e condivisibile iniziativa, mentre è solo di qualche giorno fa la notizia che l’Onu ha tradotto e pubblicato anche in lingua veneta la Carta dei diritti dell’Uomo”.
L’indagine svolta all’interno del Policlinico San Marco ha dato esisti molto interessanti.
I ricoverati nella struttura che parlano prevalentemente il veneto sono stati il 55% del totale, senza significative differenze tra uomini e donne. La percentuale di persone che parlano il “venessian” aumenta considerevolmente con l’aumentare dell’età degli interessati. Anche quelli che preferiscono parlare in “venessian” o lo parlano prevalentemente, in presenza di personale sanitario straniero cerca di esprimersi in italiano. Un giudizio “molto positivo” sull’iniziativa è stato espresso dal 47% degli intervistati; “positivo” da parte del 20%; “entusiasta” è stato il 3%. Solo il 25% si è detto “disinteressato, e solo il 5% “critico”.