Il Consiglio ha sospeso l’elezione suppletiva del suo vicepresidente, dopo le dimissioni di Alessandro Olivi
Trento – Approvato con 22 sì 6 astenuti il ddl 66 dell’assessore Mattia Gottardi che fa scattare l’esenzione Imis per gli alberghi e alcune categorie di immobili turistici. Non è stato invece depositato dalla Giunta l’emendamento (presentato
da Maurizio Fugatti ai capigruppo in mattinata) che avrebbe introdotto i
commissari speciali per le opere pubbliche strategiche.
La scelta di non presentare l’emendamento è stata fatta dal Presidente Fugatti al termine di una riunione dei capigruppo, che si è tenuta all’inizio della seduta pomeridiana, nel corso della quale il capogruppo Patt, Ugo Rossi ha manifestato perplessità sulla norma che, secondo lui, così come formulata, sarebbe stata esposta ad un alto rischio di impugnativa da parte del Governo. Questo perché, contrariamente alla legge statale la “sblocca cantieri”, l’emendamento della Giunta non prevedeva l’elenco delle opere strategiche per le quali ricorrere ai commissari speciali derogando alla legge sugli appalti.
Secondo Rossi il fatto che l’emendamento si potrebbe potuto applicare a tutte le opere, avrebbe causato sicuramente la reazione del Governo e il ricorso alla Corte Costituzionale. Di avviso contrario il presidente Fugatti che ha difeso l’emendamento sottolineando il suo carattere autonomista e la sua sostenibilità giuridica. Forti perplessità sono state espresse anche da Alessio Manica (Pd) per il quale l’emendamento avrebbe permesso di dribblare sempre la legge sugli appalti. Alla fine il Presidente della Giunta ha deciso di rinviare la norma al bilancio.
Vice presidente, tutto da rifare
La garante delle minoranze Paola Demagri (Patt) ha dichiarato in aula che non sono ancora pronte a individuare un vicepresidente, “che dovrebbe affiancare un presidente verso il quale confermiamo di non avere più fiducia”.
Il consigliere Paolo Ghezzi (Futura) ha aggiunto che in assenza del vicepresidente, il Consiglio risparmia di pagare la relativa indennità e lo stipendio per il suo segretario particolare, mentre – ha detto il consigliere – la permanenza nel suo ruolo del presidente in carica porta con sè 4.700 euro di spesa al mese per lo stipendio del segretario particolare licenziato e in causa.
“La mia presidenza – ha replicato Walter Kaswalder – ha però ridotto da 5 a 2 gli addetti della Presidenza rispetto alla gestione Dorigatti, con evidente saldo positivo per i conti dell’assemblea legislativa”.
Alessandro Savoi (Lega) ha sottolineato invece che non è accettabile l’atteggiamento delle minoranze e il tentativo ogni volta di rimettere in discussione il presidente, di cui è stata respinta la sfiducia. La misura è colma, è responsabilità delle minoranze ripristinare la piena operatività dell’Ufficio di Presidenza.
Roberto Paccher (Lega) ha giudicato che le minoranze non stanno rispettando l’istituzione consiliare e si comportano da bambini capricciosi.
Ugo Rossi (Patt) ha sottolineato per contro l’unità d’intenti delle opposizioni. Presidente e vicepresidente – ha argomentato – vengono eletti sulla base di un accordo politico tra maggioranza e minoranza, che nella fattispecie non c’è più. Il Consiglio può continuare tranquillamente a funzionare, nel frattempo chi può valuti se intende fare politica e ricostruire l’accordo del 2018, poi venuto meno.
Alex Marini infine: “Io ritengo che l’Ufficio di Presidenza risente di questa situazione e non programma e provvede come dovrebbe, ad esempio ragionando sul completamento della pianta organica a palazzo Trentini e per gli organi di garanzia. Ci sono tanti temi tecnici che ho posto – a tutela anzitutto del ruolo dei consiglieri e poi della funzionalità degli uffici – che non si affrontano e sui quali nemmeno mi si dà risposta. E’ difficile accedere agli atti e una serie di mie proposte e progetti sono stati cassati senza ragione apparente”.
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