Lo ha detto l’assessore provinciale alla salute Luca Zeni, rispondendo ad un question time in Consiglio provinciale. Molti altri i temi relativi al servizio sanitario in Trentino, tra questi anche il 118 a Primiero
Trento – La discussione del question time ha poi aperto la prima sessione annuale del Consiglio provinciale. A seguire l’assemblea legislativa ha sostituito un componente dimissionario della Prima Commissione permanente.
Interrogazione n°5507
Ospedale di Cavalese: assunzione personale medico
per il reparto di ginecologia
L’interrogazione 5507, partendo da alcune considerazioni sull’ospedale di Fiemme, Fassa e Cembra e sulla necessità di riaprire il reparto di Pediatria h24, chiede alla Giunta se siano stati già contattati per completare la procedura di assunzione presso il reparto di ginecologia i professionisti (3 derivanti da concorso e 1 da procedura di mobilità) che hanno manifestato la disponibilità a trasferirsi a Cavalese.
La risposta. La Giunta ha ribadito l’impegno di mantenere attivo il punto nascita di Cavalese. Il 14 dicembre scorso è stato comunicato a Roma che la struttura sarà dotata a partire dal 31 marzo di 4 ginecologici. Vi sarà anche il responsabile del servizio pediatrico. Il restante personale medico – sei medici più responsabile – sarà garantito mediante il ricorso a specialisti esterni. Oltre a queste figure è assicurato anche la presenza del responsabile di anestesia.
La replica. Soddisfatto il consigliere ha espresso l’auspicio che ora a parlare siano i fatti. Dal progetto si capisce che sono stati contattate tutte e 4 le figure mancanti, ma occorrerebbe riprendere anche il ragionamento della riapertura del reparto pediatria nel più breve tempo possibile per evitare di portare i pazienti a Trento o a Rovereto. Si confida quindi che vi sia una forzatura verso il comitato nazionale per ottenere risposta entro fine gennaio con la riapertura. Infine le figure professionali disponibili dovranno essere utilizzate nel miglior modo possibile e non solo in pronto soccorso.
Interrogazione 5513
Il 118 in Primiero, quando si affronterà il problema?
L’interrogazione torna sulla questione, ancora non risolta, del personale del 118 in Primiero chiedendo se e quando la Giunta intenda risolvere la questione, anche in attuazione dell’odg approvato di recente dal Consiglio e se c’è la disponibilità finanziaria per affrontare il tema dell’automedica nella zona del Primiero.
La risposta. L’assessore ha spiegato che la prossima settimana l’Azienda aprirà la procedura di bando per un nuovo concorso per operatori tecnici specializzati autisti di ambulanza che dovrebbe risolvere la criticità oggetto dell’interrogazione.
La replica. Attendere i tempi di un concorso non è confortante, ha replicato l’interrogante. Si poteva trovare nel frattempo una soluzione diversa e fare uno sforzo maggiore, ha detto dichiarandosi insoddisfatto per la risposta.
Interrogazione n°5491
Interventi e messa in sicurezza della SS612
L’interrogazione riguarda la SS612 della Val di Cembra, oggetto negli ultimi anni di numerosi interventi che l’hanno fatta diventare un’arteria di traffico molto importante, strategica anche per il collegamento con Trento e le valli di Fiemme e Fassa. Tuttavia si segnalano le precarie condizioni dello svincolo alla fine dell’abitato di Faver, direzione Cembra e si chiede alla Giunta di far luce sulle eventuali azioni programmate per porvi rimedio.
La risposta. La Giunta ha spiegato che il progetto esecutivo per i lavori è stato approvato nel marzo scorso e prevede la razionalizzazione dell’intersezione tra la SS612 e la strada citata con realizzazione di una rotatoria e di un marciapiede di raccordo di 1,5m. “L’appalto è stato provvisoriamente assegnato e siamo pronti a stipulare il contratto non appena saranno fatte le verifiche previste dalla procedura”, ha detto l’assessore competente. L’intervento dunque sarà eseguito nei prossimi mesi.
La replica. Il consigliere interrogante si è dichiarato soddisfatto: “un segnale forte per la nostra comunità” ha detto.
Interrogazione n°5503
Nosocomio di Arco corrisponde al vero che si vuole abbattere?
Con l’interrogazione 5503 si chiede se corrispondano al vero le voci che parlano dell’abbattimento del lotto C del vecchio nosocomio di Arco e, in caso affermativo, se non si ritenga più opportuno utilizzare tale edificio per ospitare i servizi amministrativi sparpagliati sul territorio.
La risposta. L’assessore competente ha chiarito che gli interventi sul vecchio nosocomio erano stati inseriti nei piani di edilizia sanitaria delle passate legislature e distinti in lotti. Se per lotto C l’interrogante intende il vecchio lotto A”, l’assessore ha confermato che si è deciso di abbatterlo perché non è provvisto di collaudo statico e risente di problemi strutturali che non lo rendono adeguato all’utilizzo. Un abbattimento non fine a se stesso, ma finalizzato alla creazione di uno spazio pertinenziale da adibire a verde o parcheggi.
La replica. L’interrogante ha dissentito, ribadendo la convinzione che lo ha portato a depositare l’interrogazione.
Interrogazione n°5505
Attuazione dell’ordine del giorno sul trasporto pubblico integrato con la Provincia di Bolzano
Con l’interrogazione 5505 si chiede l’attuazione dell’ordine del giorno 275/XV, con il quale si impegnava la Giunta a valutare, in un quadro di compatibilità finanziaria rispetto alla dotazione del Fondo trasporti, la definizione di forme di riduzione del costo dell’abbonamento a tariffa sovra regionale (per pendolari sulla linea ferroviaria della Valsugana o del Brennero con origine nel territorio provinciale, entro i nodi Verona-Brennero e Bassano-Trento) o di rimborso tra tariffe sovra regionali e provinciali a pari chilometraggio, così come già avviene nella vicina provincia di Bolzano.
La risposta. La Giunta ha spiegato che dietro a questo c’è un lavoro importante che riguarda il trasporto interregionale e i rapporti con Ministero, Governo, Trenitalia e con le altre regioni. In questi mesi si è cercata una mediazione per cercare di modificare le tariffe sovra regionali e il tavolo regionale si è dato dei criteri ed ha approvato la nuova tariffa che tenderà ad essere inferiore a quella previgente. Ora dobbiamo costruire la nuova tariffa con Bolzano e anche con il vicino Veneto e stiamo lavorando per tradurre l’accordo generale in una pratica tariffaria. L’iter non è ancora concluso, ma stiamo procedendo secondo gli indirizzi dell’ordine del giorno.
La replica. Dal momento che c’è la volontà politica, mi auguro che gli uffici si diano da fare per concretizzare realmente un impegno importante, ha replicato il consigliere interrogante.
Interrogazione n°5508
Trasferimento dell’UO di Ortopedia all’interno dell’ospedale di Tione
Nell’ambito del protocollo d’intesa in materia di sanità sottoscritto il 26 aprile 2016 dal presidente della Comunità di valle delle Giudicarie, tra le priorità per l’Ospedale di Tione si evidenziava la necessità di dare risposte alla domanda connessa a patologie di carattere traumatologico, con conseguente potenziamento dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia, con trasferimento del reparto nell’area recentemente ristrutturata. Dal momento che si apprende che è stata data attuazione a tutto quanto previsto dal Protocollo ad esclusione del trasferimento del reparto si interroga l’assessore competente per chiederne le ragioni.
La risposta. L’assessore competente ha chiarito che il trasferimento è stato ritardato a seguito dell’insorgere di problemi strutturali che hanno richiesto ulteriori lavori rispetto a quelli previsti. Il trasferimento è comunque previsto per la fine del mese di maggio.
La replica. In politica quando si firmano dei documenti si mantengono, ha detto l’interrogante nella replica, manifestando il proprio disappunto: mi ritengo solo parzialmente soddisfatto perché speravo di sentire che il trasferimento è imminente e non è possibile che passino due anni dalle previsioni che erano per il settembre 2016. Va anche aggiunto che tutto il territorio ha inserito risorse a favore dell’ospedale di Tione e del reparto di ortopedia considerato strategico proprio per la vocazione turistica della zona.
Interrogazione n°5511
Gestioni associate, è il caso di fare un passo indietro
L’interrogazione 5511, partendo dalla costatazione che con le gestioni associate sono aumentati i disservizi, chiede alla Giunta se non ritenga necessario rivedere l’obbligatorietà per i comuni di esercitare in forma associata compiti e attività indicate dalla legge.
La risposta. L’assessore ha precisato che con le gestioni associate il Comune mantiene le proprie competenze, senza cedere alcuna delle proprie peculiarità di scelta. Non c’è dubbio, ha ammesso, che come per tutte le riorganizzazioni qualche problema oggettivamente può esserci, ma siamo convinti che sul medio periodo porterà dei vantaggi sopratutto ai piccoli comuni che garantiranno quei servizi che non saprebbero offrire in forma unitaria. Siamo soddisfatti in termini generali per questa nuova modalità, sebbene sia sicuramente per certi aspetti faticosa e di difficile applicazione, ma non intendiamo rivederla.
La replica. La popolazione è assolutamente insoddisfatta di questa modalità di gestione, che sta creando diversi disservizi, ha replicato l’interrogante ribadendo la propria posizione.
Interrogazione 5515
Quando si attuerà la legge 6 sulla mobilità?
L’interrogazione chiede alla Giunta di conoscere i tempi e i modi per le procedure di attuazione della legge provinciale 6, approvata il 30 giugno 2017, che prevede un piano di mobilità partecipato, l’Osservatorio sulla mobilità sostenibile e il manager provinciale della mobilità, considerando che l’obiettivo della norma è quello di raggiungere quota 45% di mobilità sostenibile entro il 2020.
La risposta. La Giunta, per bocca dell’assessore competente, ha chiarito che il cuore della legge 6 è il piano provinciale della mobilità, uno strumento complesso che richiede attività istruttoria complesse e che quindi è costituito da una parte formale, oltre che da una serie di altre attività propedeutiche. Entro fine gennaio elaboreremo il regolamento, ha dichiarato, poi ci sarà la nomina dell’Osservatorio ed infine del responsabile del processo partecipativo, che rappresenta il “cuore” dell’attività dell’Osservatorio. Non si sta perdendo tempo, dunque, ma si sta svolgendo un importante lavoro anche a livello nazionale e regionale; abbiamo già intrapreso un’attività di consulenza per la parte di potenziamento sia del servizio pubblico extraurbano che per quello urbano. La parte formale del piano della mobilità parte dunque con quest’anno con consulenze tecniche e finanziamenti importanti. Sul resto il confronto è apertissimo e si è fatto veramente molto, ha ribadito l’assessore.
La replica. L’interrogante si è dichiarata solo parzialmente soddisfatta: faccio presente all’assessore che l’articolo 10 della legge dice che le modalità di funzionamento dell’Osservatorio sono disciplinate con regolamento dall’Osservatorio stesso. Dunque com’è possibile che la Giunta stia predisponendo il regolamento? Senza questo organismo, tra l’altro, ha aggiunto, è come se il processo che la legge vuole avviare rimanesse lettera morta. Mi auguro che nei prossimi mesi si possa quanto meno assistere alla nascita dell’Osservatorio, ha concluso.
Interrogazione n°5510
Perché Trento Rise avrebbe scelto il patteggiamento?
L’interrogazione 5510 chiede alla Giunta per quale motivo Trento Rise avrebbe scelto la strada del patteggiamento nel processo scaturito dalle inchieste che hanno coinvolto Trento Rise e Deloitte anziché affrontare il dibattimento che avrebbe garantito la trasparenza. Con l’interrogazione si chiede inoltre se la Provincia sia a conoscenza delle motivazioni per le quali Deloitte ha scelto la Keynet per formare il raggruppamento Icare per partecipare al Pcp Pua da 5 milioni di euro.
La risposta. La Giunta ha chiarito che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento, validando l’impianto per le indagini preliminari, ha individuato come parte lesa l’associazione Trento Rise. Dunque l’amministrazione provinciale ha messo in atto tutte le iniziative per garantire la tutela della trasparenza, ma il nostro è un rapporto che prescinde dal procedimento penale. In ordine alla scelta del rito del patteggiamento, si sa che questo è un rito alternativo, una scelta di natura processuale che sta nella totale libera autonomia delle parti. Con riferimento al secondo quesito, ovvero le motivazioni per le quali Deloitte abbia scelto la Keynet, la Pat non è a conoscenza delle scelte compiute da Deloitte.
La replica. L’interrogante si è dichiarato del tutto insoddisfatto su entrambi i quesiti. Resta il dubbio che la grande multinazionale Deloitte scelga una piccola impresa da pochi dipendenti per fare un Pcp da 5 milioni di euro.
Interrogazione n°5500
Assegno nucleo familiare: a quante famiglie è stato negato
con l’introduzione dell’assegno unico?
L’interrogazione chiedeva di sapere quante famiglie si sono viste negare l’assegno regionale al nucleo famigliare a seguito dell’istituzione dell’assegno unico, strumento di razionalizzazione dei benefit esistenti. Infatti, se prima l’assegno veniva calcolato sulla base di una tabella reddituale del nucleo familiare, ora a determinarne il diritto è l’indicatore Icef, che oltre ai redditi considera anche patrimonio mobiliare e immobiliare.
La risposta. La Giunta ha ricordato che l’assegno regionale non era calcolato con un indicatore diverso dall’Icef, perché l’Icef veniva trasformato attraverso una tabella in un dato equivalente in euro, secondo un sistema a scaglioni di reddito. La differenza di importi tra l’assegno regionale e l’assegno unico non è pertanto riferibile all’Icef ma alla modifica degli elementi che determinano la composizione del nucleo familiare, oppure alle modifiche delle regole con cui si determina l’importo dell’assegno. In ogni caso il numero delle domande presentate in passato per l’assegno regionale è sovrapponibile a quello delle domande per l’assegno unico. In sostanza, in base ad una stima, ad oggi su circa 30.000 famiglie con figli che alla fine dell’anno accederanno all’assegno unico, ne potrebbero risultare escluse un centinaio perché superano lo 0,30, ma quel che conta è che ad entrare nel sistema vi saranno circa 4.000 nuove famiglie che prima non avevano condizioni per beneficiarne.
La replica. Il consigliere ha preso atto dei dati forniti, ma alcune famiglie restano comunque escluse dal sistema, mentre altre non sanno ancora se avranno o meno accesso all’assegno unico, per cui ha sollecitato la Giunta affinché questa informazione sia data.
Interrogazione n°5504
Diabete e sistemi di controllo: quanto si aspetta ad introdurre i nuovi dispositivi?
Con l’ordine del giorno 299/XV si impegnava la Giunta a dotare il sistema sanitario trentino di nuovi, più efficaci dispositivi per la misurazione della glicemia, ma a tutt’oggi pare che queste strumentazioni, già introdotte in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, non siano ancora presenti nel nostro sistema, ovvero solo in forma sperimentale, sebbene comporterebbero un significativo sollievo per i numerosi ammalati di diabete presenti in Trentino.
La risposta. La Giunta ha ricordato lo studio sperimentale in corso, adottato nel luglio 2017, per l’adozione di un dispositivo che consente il controllo del diabete da parte degli stessi pazienti e dei loro familiari. L’Apss ha già avviato avviato l’iter amministrativo per procurarsi i dispositivi mentre i centri diabetologici hanno iniziato a partire da metà ottobre il monitoraggio del diabete mellito di tipo 1 e 2. Se l’esito della sperimentazione risulterà positivo, nel marzo prossimo sarà possibile dotare del dispositivo di monitoraggio l’intero sistema sanitario del Trentino, perché i pazienti e familiari possano utilizzare la nuova metodica. Per ora vi è una generale soddisfazione per la nuova forma di monitoraggio.
La replica. Uno studio analogo, ha osservato il consigliere, doveva essere fatto allora anche sulla chiusura dei centri nascita e sull’utilizzo dei vaccini. Inoltre i centri non dispongono di informazioni su questa sperimentazione. Bisognerebbe infine promuovere uno studio anche sui sistemi di prevenzione del diabete, vista l’origine spesso alimentare della patologia.
Interrogazione n°5509
Protonterapia: quanti i pazienti curati e quali i costi?
Il centro per la Protonterapia – costato 104 milioni di euro, con costi annui di gestione pari a 13,5 milioni, per coprire i quali il numero di pazienti stimato è di 700 – è al centro dell’interrogazione 5509. Citando i numerosi annunci susseguitisi dal 2013 ad oggi e costantemente disattesi, l’interrogante chiede alla Giunta di conoscere il numero di pazienti curati nel centro negli anni 2015, 2016 e 2017, a quanto ammontano i costi di gestione del centro sostenuti al 31 dicembre scorso, quando saranno approvate le tariffe attese, da quanto affermato dall’assessore, fin dallo scorso giugno.
La risposta. La Giunta ha ricordato che le modalità di accesso ai Lea sono di competenza esclusiva dello Stato e non imputabili alla Provincia, anche per le tariffe di assistenza specialistica. La Provincia si è comunque attivata per questo sensibilizzando altre regioni. Il 20 settembre 2017 la commissione salute ha presentato l’ipotesi tariffaria. Le criticità riguardano però la gestione amministrativa e l’aggiornamento dei software. Al riguardo all’inizio di questo mese di gennaio il ministero ha diramato la bozza delle nuove specifiche tecniche. La Provincia tiene monitorati i diversi iter ma non può che seguire i lavori in corso a livello nazionale. Nel dicembre scorso gli organi centrali hanno prorogato la definizione delle tariffe preannunciandone l’emanazione entro il 28 febbraio prossimo. I pazienti trattati da protonterapia sono stati 83 del 2015, 139 nel 2016 e 168 nel 2017. I costi hanno superato gli 11 milioni di euro nel 2015, i 12 milioni nel 2016 e sono stati di oltre 12 milioni e mezzo nel 2017 (il dato non è ancora ufficiale perché il bilancio non è stato ancora chiuso).
La replica. Il consigliere ha criticato l’attribuzione delle responsabilità allo Stato, ricordando che la Provincia aveva chiesto al ministero un incontro per chiedere notizie del Lea solo nella primavera del 2014 dopo un suo question time. La Giunta ha attivato solo una grancassa mediatica e propagandistica per far credere ai trentini che protonterapia sarebbe entrata nei Lea, mentre ad oggi siamo ancora nella fase istruttoria. Uno scandalo.
Interrogazione n°5512
Qual è la situazione degli ex lavoratori
della Moda Italia?
L’interrogazione chiede alla Giunta, riguardo la chiusura dell’azienda Moda Italia (già Hilton e Vestimenta) di Mattarello, quale sia la situazione dei lavoratori che non hanno ancora trovato un’occupazione e cosa stia facendo la Pat.
La risposta. La Giunta ha ricordato che i lavoratori esuberati erano 52. Tutti beneficiano di Naspi per due anni. Con un protocollo sottoscritto dalle parti Agenzia del lavoro, Confindustria e organizzazioni sindacali si sono impegnati per la loro possibile ricollocazione. Ad oggi dei 52 lavoratori in esubero 23 sono già rioccupati, 18 frequentano progetti previsti dal protocollo per la riqualificazione propedeutica ad ipotesi di ricollocazione, 5 sono disoccupati e hanno deciso di rivolgersi direttamente alla rete per la ricollocazione e 16 non erano interessati perché probabilmente residenti fuori provincia. La speranza è che si espandano le possibilità produttive e per questo la Giunta ha ricordato la proposta rivolta al Gruppo Armani di comporre all’interno di un unico stabile un’unità produttiva più ampia, a condizione di assorbire tutti i lavoratori licenziati. Fino ad oggi tuttavia Armani non se l’è sentita di compiere un’operazione di totale inclusività.
La replica. Il consigliere ha sollecitato la Provincia ad insistere con il Gruppo Armani per andare incontro ai lavoratori disoccupati.
Interrogazione 5514
Ravina, cosa si sa del progetto
di Ravina?
L’interrogazione riguardava il progetto di espansione di una stabilimento di un’azienda vitivinicola di Ravina su un terreno agricolo di pregio sul lato ovest della Sp Destra Adige e chiedeva alla Giunta se sia a conoscenza di questo progetto; se sia in corso un’istruttoria; se sia compatibile con le previsione del Pup e sia stata fatta una valutazione viabilistica.
La risposta. La Giunta ha risposto che il Pup permette di ampliare le aree produttive del settore secondarie anche in aree agricole di pregio, subordinatamente ad una compensazione che renda disponibile un altro terreno come area agricola di pregio. Si prevede anche in questo caso il ripristino di un terreno agricolo. L’impatto sarà quindi contenuto. Quanto allo spostamento della strada provinciale, i lavori potrebbero permettere di raggiungere obiettivi di riqualificazione dell’accesso sia a Ravina sia alle Cantine Ferrari. La società ha coinvolto anche la circoscrizione per mettere a conoscenza la popolazione della proposta di variante al Piano regolatore. La Giunta considera quindi l’intervento previsto importante e positivo, tale da riqualificare quella parte di frazione della città senza omettere la necessaria cura per il territorio.
La replica. Il consigliere ha ribadito l’importanza della parte relativa alla mobilità, sapendo che nella prima bozza del progetto non veniva modificata. La scelta di quest’azienda trentina – leader a livello nazionale – di investire così tanto va sicuramente apprezzata ma sarà comunque opportuno seguire lo svolgimento del progetto.
Interrogazione 5516
Marie Curie di Levico,
nuova sede
o ristrutturazione?
L’interrogazione chiede alla Giunta se, visto che l’attuale collocazione della sede dell’Istituto Marie Curie di Levico non è ottimale, si stia pensando ad una sistemazione dell’edificio o al trasferimento della scuola in un’altra sede sempre all’interno del comune della località termale della Valsugana.
La risposta. La Giunta ha confermato che il problema sollevato è effettivamente attuale. L’istituto ha avuto in questi ultimi due anni un significativo incremento di iscritti corrispondente all’ampliamento dell’offerta formativa. Fin’ora la sede è riuscita a soddisfare le esigenze ma già a partire da quest’anno è stata ravvisata una carenza di spazi. Il problema va quindi risolto per l’inizio del prossimo anno scolastico. Sono in corso verifiche per individuare la sede ideale, anche in termini di costi. La Provincia non sa ancora se la scelta sarà di adattare la sede attuale o di spostare l’istituto in un altro edificio. La Giunta informerà i consiglieri a breve della decisione presa.
La replica. Sistemare l’edificio sarebbe per il consigliere la soluzione più problematica, mentre lo spostamento risulterebbe auspicabile per creare un polo scolastico che valorizzi l’attività positiva realizzata dall’istituto a vantaggio di tutta la Valsugana.
Sostituito un componente della Prima Commissione
A seguire, con due votazioni, l’assemblea legislativa ha poi preso atto delle dimissioni di un consigliere da componente della Prima Commissione permanente (19 favorevoli, 3 contrari e 4 astenuti) e nominato il sostituto (22 favorevoli, 1 contrario e 4 astenuti).