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Consiglio provinciale Trento, Via libera al Documento di economia e finanza della Provincia, Manovra di assestamento approvata in 105 ore e 10 giorni di aula

Approvato il disegno di legge sull’assestamento del bilancio provinciale 2019-2021: 19 sì, 10 no e un astenuto (Pietro De Godenz) dell’UpT

Trento – Dopo il voto sull’assestamento si è è passati al Defp, il documento di economia e finanza provinciale, che è stato approvato con 17 sì, 6 astenuti Pd e Patt e 4 no, Futura e 5 Stelle. Si è conclusa così, dopo 105 ore di aula e 10 giorni di seduta, la manovra di assestamento di bilancio della Giunta Fugatti. Rinviata invece la mozione della minoranza sulla vicenda di Chico Forti.

Coppola (Futura): una manovra che ha aumentato le tasse ai più deboli.

Lucia Coppola (Futura), apprendo il suo intervento, ha ringraziato Kaswalder per come ha condotto queste lunghe giornate, ma aggiunto di essere stupita per i giudizi sull’ostruzionismo venuti della maggioranza, anche perché molti emendamenti, ha affermato, erano di merito e comunque il governo dovrebbe provare a rappresentare anche l’altro Trentino. La politica, ha continuato la consigliera dovrebbe sempre improntarsi alla gradualità, non si doveva quindi, a suo avviso, stroncare nettamente i finanziamenti sulla solidarietà internazionale. Una responsabilità grave che la maggioranza si è presa, senza tenere conto anche di chi non ha votato questa maggioranza. Tagli ai quali, per contro, corrispondono un aumento del carico fiscale abolendo gli sgravi sull’addizionale Irpef. I 25 – 30 milioni di tasse in più dal 2020, ha ricordato Coppola, che risulta dalla cancellazione delle agevolazioni fiscali a chi guadagna meno di 20 mila euro, mentre, ha aggiunto, ci sono settantenni benestanti che viaggiano gratis sugli autobus. Un salasso fiscale, ha affermato l’esponente di Futura, per 150 mila contribuenti che si troveranno una brutta sorpresa che verrà introdotta magari per pagare la flat tax. In Alto Adige, ha continuato, non solo si mantiene l’esenzione che anzi verrà portata a 33 mila euro. Perciò, ha concluso, qualche riflessione su questa manovra considerata sociale va fatta e ha auspicato per le prossime manovre una maggiore condivisione, anche perché, ha chiuso, governare non è comandare.

Fugatti: una manovra dai grandi contenuti sociali.

Il presidente Fugatti ha detto che ognuno ha fatto legittimamente il proprio ruolo, ma ha ricordato che la maggioranza non ha mai fatto mancare numero legale per una manovra dalla forte valenza sociale. Una manovra, ha sottolineato, che mette 15 milioni al’anno per famiglie e natalità. Un tema centrale degli Stati generali della montagna che hanno dato, ha ricordato Fugatti, le direttive per l’autonomia e il Trentino per i prossimi 10 anni. Anche il fatto che non tutti ne usufruiranno, ha affermato, è stata anche questa una scelta. Con due figli e un’Icef 0,40 si potrà sommare al bonus nazionale e quindi azzerare il costo del nido. Una misura sociale, ha detto ancora, della quale il Trentino aveva bisogno perché in alcune zone la natalità è estremante critica. Sul piano dei rapporti con la minoranza, ha detto ancora Fugatti, la Giunta ha portato avanti le trattative in modo diverso rispetto al passato quando, ha affermato, non venivamo accettati neppure gli odg sui telepass delle ambulanze. Fugatti ha ricordato che il massimo che ha ottenuto con i governi di centro sinistra è stato il no all’accorpamemto della scuola di Avio con Ala, o il tavolo di sviluppo sul Rolle. L’attuale maggioranza, ha ricordato, ha accettato molti odg ma non poteva accettare il fatto che la minoranza intervenisse sulle scelte politiche.

Si è toccato, ha continuato il presidente della Giunta, il tema dell’Itea e degli investimenti pubblici, questione centrale perché il finanziamento delle nostre competenze dipende dal livello di sviluppo. Se si sono persi punti di pil, ha detto, è anche perché non si sono messe in circolo tutte le risorse pubbliche disponibili. La maggioranza, inoltre, ha fatto aperture sul aiuto al lavoro femminile e la detrazione Icef sul lavoro delle donne. Proposte che non sono state accettate dalla minoranza.

Poi Fugatti ha detto che sulla solidarietà internazionale la Giunta crede che un impostazione fissa non sia giusta e non c’è su alcun altro capitolo. Ciò non vuol dire che si sono azzerano i fondi, anche se, ha aggiunto, non si spenderanno tutti i soldi che si sono spesi, 7 milioni lo scorso anno. Sulla tenuta dei conti e per la flat tax, c’è effettivamente preoccupazione ma, ha affermato, si porterà avanti una trattativa con Roma. Il presidente infine ha ricordato che la Provincia è nelle condizioni di fare maggior debito, ma ha aggiunto che fare maggior debito oggi è contraddittorio. Sul soprintendente, ha detto rispondendo a Degasperi, non sarà una cinghia di trasmissione tra la scuola e la politica. Ha sottolineato, invece, che due milioni in più andranno sul sistema del trasporto pubblico centro – periferie. Altro tema centrale degli Stati generali della montagna. Ha ricordato che sono raddoppiati gli anziani che hanno un tessera di trasporto e nei prossimi giorni si interverrà sui costi per gli studenti. Così, come si interverrà sul costo dello sport per i giovani e sulla disabilità. Risorse, ha sottolineato senza il timore di sembrare “cattivo” che vengono anche dai risparmi sulla solidarietà internazionale. E partendo da questo contrastato capitolo ha affermato che il bisogno di una camera di compensazione tra popolo e chi governa. Per questo, ha detto, sulla solidarietà internazionale ha parlato solo chi ne è direttamente interessato e l’informazione, ma ha interessato poco, secondo Fugatti, la gente comune. Ciò dimostra, ha continuato, quanto sia grande la distanza tra il popolo e chi ha la responsabilità di decidere. Stoccata da parte del presidente, infine, anche ai sindacati che hanno criticato la manovra ritenendola iniqua, quando, ha detto Fugattim per la prima volta che si affrontano temi sociali come il bonus bebè. Prima, ha affermato, non c’era neppure fino a tre ma i sindacati dicono che questo bonus è iniquo perché non si arriva a 10 anni. Fugatti ha chiuso facendo i complimenti a Kaswalder per la tenuta che ha dimostrato in questa lunghissima maratona e ringraziando chi si è astenuto.

Giorgio Tonini (Pd): se si finanzia il bonus bebè con l’addizionale Irpef l’effetto sociale svanisce.

Tonini ha esordito affermando di ritenere una “bestemmia” il fatto che si possa votare a voto segreto, come è stato fatto in questi giorni, su norme finanziarie ed ha detto quindi che è ora di mettere mano al regolamento del Consiglio. C’è un disagio, ha aggiunto, per la mancanza si strumenti per un esame penetrante dei documenti di bilancio dove, di fatto, la Giunta si autocertifica le coperture. Una visione “imperiale” della Giunta, da Kessler in giù, ha aggiunto, che ha portato a questa situazione; serve quindi un riequilibrio di poteri tra governo e Consiglio. Il capogruppo dem ha detto di condividere in gran parte il Defp, ma ci sono due punti critici però: il tema della crescita perché se non sarà più vivace non si potrà sostenere il nostro modello di welfare. Non a caso si parla di tagli sulla sanità del 10% è questo dimostra che tra breve ci si troverà nei guai. C’è poi il tema demografico e il punto tre della risoluzione di maggioranza sul Defp indica un rafforzmento delle politiche demografiche prevedendo anche l’espansione del lavoro femminile dimostrando che il dialogo con le minoranze è stato fruttuoso. Rimane però, ha aggiunto Tonini, il punto di domanda della flat tax, della quale tutti hanno una paura blu perché l’impatto se ci sarà sarà violento. La pressione sui consumi, l’Iva, in Italia, ha affermato, non è altissima anche a causa dell’evasione e la fatturazione elettronica sta dando benefici perché ha aumentato il gettito Iva. Siamo invece troppo alti sulla tassazione sul lavoro. Quindi, le riduzioni di tasse, ha ricordato, vanno mirate. II documento, ha però aggiunto, è ambiguo sull’addizionale Irpef sui redditi bassi. Misura introdotta dalla Giunta precedente, che può essere discussa ma sapendo dove si va a parare altrimenti il peso sociale della manovra si azzera. Anzi, complessivamente le fasce sociali più basse rischiano di rimetterci. Perché, ha concluso, se si finanzia bonus bebè con l’addizionale Icef la manovra sociale svanisce.

Degasperi (5 Stelle): un Defp identico, a quello delle giunte di centro sinistra.

Filippo Degasperi (5 Stelle) ha detto che questo Defp certifica la qualità delle politiche portate avanti fino all’ottobre del 2018 dalle giunte precedenti. Una serie di lodi su crescita, scuola, lavoro femminile, turismo e impresa. Un Trentino descritto come un Eldorado, che col 2019 , secondo il Defp, cambia passo in peggio con un crollo del Pil allo 0,3% rispetto all’1% tenuto fino al 2018. La seconda parte del documento, per Degasperi, afferma che nel 95% dei punti inseriti nel Defp si porta avanti la politica del centro sinistra. Sul turismo ci sono solo un po’ più di soldi per gli invasi e le piste da sci. Per la scuola ci sono le affermazioni contenute nei Defp degli ultimi anni. Non c’è quindi un cambio di passo. La manovra poi non è sociale perché i soldi vengono presi dalle tasche dei cittadini. Al punto che in bonus bebè è, secondo Degasperi, in realtà un “pacco” bebè perché finanziato con l’aumento delle tasse. Quindi, da parte di 5 Stelle c’è il no al Defp. Rispondendo a Fugatti Degasperi ha ricordato infine che la dicotomia popolo – elité non ha mai funzionato.

Olivi: il tema della qualità del lavoro è centrale per la crescita.

Il consigliere Pd intervenendo sul tema del lavoro, ha detto che è difficile non riconoscersi su un Defp che conferma alcune scelte strategiche impostate dalla giunta precedente e questa necessità di continuare sulla strada tracciata giustifica il voto di astensione del Pd. Ma c’è un punto debole: la parola lavoro che è stata utilizzata solo alla conciliazione con la famiglia, ed è troppo poco. Olivi ha fatto l’ esempio dell’appalto del portierato dell’Università che, ha aggiunto, ci pone di fronte alle nuove frontiere della precarietà. Se la competizione tra imprese diventa qualcosa che si scarica su fasce più deboli e meno protette, ha detto ancora, c’è da allarmarsi e da qui alla finanziaria si dovrà lavorare molto. Il tema del lavoro è fondamentale inoltre per la crescita perché non può esserci crescita senza politiche sui salari. Serve quindi una maggiore attenzione alla qualità del lavoro. Ci sono due modi per proporsi come forze politiche, ha detto poi Olivi: uno è portare a casa qualcosa e fare un comunicato stampa, l’altro è provare a migliorare l’assetto di una scelta politica. Per questo, secondo Olivi, è importante che si confronti su battaglie di principio, dal lavoro alla cooperazione internazionale, rispetto a qualcosa da portare a casa. Infine, l’esponente Pd, ha detto che non esiste un Trentino prima del centro destra e uno dopo: esiste un Trentino, ha aggiunto, che non era nostro ma che ora non è vostro. E’ un bene comune che gli elettori decidono di affidare a qualcuno. Olivi ha citato lo stesso Fugatti che, nella sua replica, ha detto che si deve lavorare per mantenere il Trentino che abbiamo ed ha concluso affermando: Lei darà un buon presidente se si sforzerà di capire che il Trentino, non è di questo o di quello, ma un bene comune.

Ghezzi: Fugatti non contrapponete i poveri del terzo mondo a quelli trentini.

Ghezzi rivolgendosi al presidente della Giunta ha riconosciuto che la disponibilità all’ascolto è una ragione del successo di questa maggioranza ma, ha ricordato che non c’è un popolo contro le elìte. Perché, ha detto, il popolo non è solo vostro o nostro. Ghezzi ha affermato inoltre di condividere le iniziative sui trasporti per gli studenti, sport e disabili ma ha affermato che non si possono contrapporre i soldi che si danno al “popolo di qui con il popolo di là”. Il capogruppo di Futura ha detto che il centro destra ha trovato un Trentino ai massimi livelli europei, si parte, quindi, da un Trentino ricco, con un reddito medio di 37 mila euro, quindi ha detto rivolgendosi al presidente della Giunta, si taglino quindi i soldi per la cooperazione internazionale ma non si dica che si tolgono i soldi al disabile del Kenya per darli ai disabili di qui. Infine, ha ricordato a Fugatti che c’è anche un popolo che non è il popolo dell’attuale maggioranza.

Marini: si dimentica il pericolo della criminalità organizzata.

Alex Marini (5 Stelle) ha ricordato di aver portato nel dibattito il tema della criminalità organizzata, della corruzione e dell’evasione. Un problema, in particolar modo quello delle infiltrazioni mafiose, che sta toccando anche il Trentino che è diventata una regione a rischio, dove i capitali sporchi potrebbero essere già entrati soprattutto nei settori più pericolosi come il turismo, l’edilizia o la ristorazione.

Guglielmi: la ricchezza del Trentino viene dalle valli.

Il consigliere di Fassa ha affermato che se il Trentino è così ricco è perché ci sono le valli dove ha detto, rivolgendosi a Ghezzi, Futura non ha preso voti. Senza le valli e il turismo la ricchezza, ha affermato, non ci sarebbe. Il Trentino non è Trento e le valli hanno la stessa dignità di tutto il resto.

Rossi (Patt): non si giochi con la pancia del popolo.

Il capogruppo Patt, dichiarando l’astensione del suo gruppo, ha ricordato che il Defp è ricco di dati e valutazioni che dovrebbero far pensare che chi l’ha scritto è sideralmente lontano dal popolo, perché descrive un Trentino felice e che funziona. C’è quindi una distanza su quello che si afferma nel documento è i risultati delle elezioni. L’attuale Giunta, ha ricordato l’ex presidente della Giunta, ha la responsabilità di consegnare al Trentino tra cinque anni le stesse cifre contenute in questo documento di economia e finanza. Fugatti, ha ricordato l’esponente del Patt, ha detto che si potrebbe fare un po’ più debito e ciò dimostra che evidentemente chi ha perso le elezioni è stato amico del popolo perché ha consegnato i costi a posto. Rossi ha ricordato di essere nato fuori dal Trentino perché appartenente a quel popolo delle valli che ha dovuto andar via e se la nostra terra è migliorata è perché c’è stato chi, venendo dal popolo, ha esercitato il suo ruolo di elite. Come Kessler e Degasperi: espressioni del popolo al servizio del popolo. Personalità, come Alcide Degasperi, che hanno saputo dire al popolo che servivano sacrifici, in un momento drammatico come il dopoguerra, per evitare l’infrazione e costruire il futuro. Rivolgendosi a Fugatti, ricordandogli che è facile giocare con la pancia del popolo, Rossi ha ricordato che la giunta attuale verrà misurata da come avrà consegnato il Trentinoa fine legislatura.

Zeni: sbagliato contrapporre valli e città.

Il consigliere Pd ha detto che c’è, e lo si vede anche nel Defp, una grande distanza tra propaganda e le azioni concrete. Il Trentino, ha ricordato, ha fondamenti solidi e da questo si deve partire per le scelte politiche. Per questo sono state confermate dalla giunta Fugatti molte impostazioni in questi 9 mesi e l’impressione è che la maggioranza non stia cercando di cambiare la cilindrata dell’auto ma più semplicemente il colore. Preoccupano, invece, secondo Zeni, le discrezionalità sulla scelta dei dirigenti o il caso di Trentino digitale che mostrano una volontà di occupazione che è legittima ma deve essere accompagnata dalla qualità. Infine, per Zeni, è facile dare di più aumentando le tasse. Inoltre, secondo il consigliere dem, si deve stare attenti a dare la rappresentazione di un Trentino allo sfascio. Sbagliato è anche però riempirsi la bocca con la parola eccellenza perché il Trentino rischia di sedersi di fronte ad un mondo che corre a velocità mai vista. Immiserire il dibattito su una guardia medica, ha aggiunto, rischia di condurci ad un rapido declino. Servono quindi nuove proposte e dire che si parte da un buon livello non basta perché si deve accettare una sfida quotidiana, immaginando, questo il ruolo della politica , dove dobbiamo andare in un mondo in continuo cambiamento. Il Trentino, ha chiuso, si salverà solo se saprà essere sistema. Non va quindi alimentata la contrapposizione tra territori e l’invidia sociale.

  • In breve

Rendiconto e Assestamento in Consiglio regionale. Per i Sindaci trentini stipendio aumentato del 7%: le indennità vanno dal minimo di 1.140 euro ai 9.432 euro al mese di Trento. Dal 2020 i primi cittadini guadagneranno quindi il sette per cento in più. Lo ha deciso il Consiglio regionale. Dall’anno prossimo l’esborso mensile della Regione per pagare i primi cittadini trentini sarà di 456mila euro.

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