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Cooperazione trentina in assemblea tra luci ed ombre: pesano le tensioni Sait

Protesta dei delegati sindacali delle Famiglie cooperative in via Segantini a Trento davanti alla sede della Cooperazione trentina. Venerdì prossimo, 14 giugno – è stato annunciato dai sindacati – le lavoratrici e i lavoratori delle Famiglie cooperative trentine faranno sciopero

Assemblea cooperazione Trentina 2024 (foto Daniele Panato/Agenzia Panato)

 

Trento – Nello stesso giorno riceveranno la prima busta paga con gli effetti della disdetta del contratto integrativo; vale a dire tagliata di 170 euro. Sindacati e lavoratori continuano a non ritenere percorribile la via della retribuzione variabile legata ai risultati delle singole famiglie cooperative.

«Non è accettabile che si scarichino sulle lavoratrici e i lavoratori le inefficienze del sistema e che la Cooperazione non sia disposta a trovare una soluzione che garantisca efficienza ed equità anche nei confronti dei propri dipendenti», fanno notare Carla Tatti, Fabio Bertolissi e Stefano Pichetti per Filcams, Fisascat e Uiltucs. Per le organizzazioni sindacali: «è inammissibile che la Cooperazione avanzi richieste finalizzate esclusivamente ad abbassare il salario dei lavoratori e delle lavoratrici del settore ponendo la variabilizzazione del valore economico del contratto integrativo come argomento non negoziabile».

Cooperazione in assemblea

Si lavora ad un nuovo accordo istituzionale con la Provincia che metta la Cooperazione a disposizione del Trentino come strumento di coesione sociale e motore di sviluppo sostenibile. Tra le proposte l’integrazione dei percorsi accademici con i temi cooperativi, l’IA, la mutualità sanitaria, il lavoro e specifici dossier settoriali. Famiglie Cooperative: una tantum ai lavoratori per quattro mesi di un importo pari all’integrativo disdettato. Dal Sasso: non vogliamo far pesare sui lavoratori la situazione di stallo nelle trattative.

“Governare l’instabilità” è il titolo dell’assemblea 2024 della Federazione Trentina della Cooperazione, che si è aperta questo pomeriggio a Trento con un minuto di silenzio in ricordo del prof Carlo Borzaga, economista fondatore e presidente di Euricse recentemente scomparso. Un titolo che sembra un ossimoro, perché risulta difficile pensare di governare qualcosa che muta in continuazione e non fornisce alcuna certezza. Eppure, è questo lo scenario in cui le imprese – comprese le cooperative – si trovano quotidianamente ad operare.

In Trentino la Federazione rappresenta 432 imprese, 300mila soci e socie, dà lavoro a 23 mila persone generando un valore della produzione che supera i 3,9 miliardi di euro (+400 milioni) e un patrimonio di 3,5 miliardi (+500 milioni) che resta indivisibile a disposizione delle generazioni future.

Il vicepresidente vicario della Federazione Italo Monfredini ha letto la relazione del presidente Roberto Simoni, assente per motivi di salute, che ha messo in luce le sfide complesse che attendono le cooperative e che richiedono un approccio integrato e innovativo: l’instabilità dell’economia, la tecnologia in rapida evoluzione, la sostenibilità, la responsabilità sociale d’impresa, i cambiamenti climatici, la crescente complessità del quadro normativo, le dinamiche del mercato del lavoro in cambiamento, il calo demografico.

A questi problemi internazionali, che pur hanno forte influenza anche sulle dinamiche di casa nostra, si aggiungono quelli squisitamente trentini, come il rallentamento della produttività, i salari inferiori rispetto alle aree limitrofe, le dimensioni aziendali ridotte.

L’incertezza internazionale.  Dello scenario di grande incertezza ha parlato Paolo Magri, Amministratore delegato Ispi, che ha spiegato come le continue crisi hanno generato paure destabilizzanti nelle persone: di morire di Covid, di una guerra nucleare, di insicurezza economica, di impossibilità ad approvvigionarsi di gas, petrolio, concime, grano. Una instabilità che ha portato alla mancanza di fiducia tra persone e tra istituzioni. Magri ha focalizzato sui carichi che aggravano la percezione delle crisi attuali, appesantite dalle cinque grandi transizioni che stiamo vivendo: green, demografica, digitale, economica, monetaria. «E’ un miracolo che siamo riusciti ad avere resilienza politica ed economica. Abbiamo evitato la recessione e l’escalation dei conflitti».

Ma come governare questa instabilità? «Con il buonsenso dei nostri vecchi – ha risposto Magri –, non facendoci prendere dagli affanni, diversificando e tirando fuori talenti e doti che ci permettono di convivere con l’incertezza. Abbiamo già affrontato crisi complesse e abbiamo scoperto la capacità di reinventarci. Abbiamo scoperto che è importante essere globali ma anche locali, avendo produzioni e fonti di approvvigionamento vicine, perché il mondo può cambiare da un momento all’altro e creare affanno».

Uno scenario al quale Fra Francesco Patton, Custode di Terra Santa, in videocollegamento, ha aggiunto l’integralismo religioso, che rappresenta un ulteriore elemento di instabilità: «Cresce il mix tra fondamentalismo religioso e fondamentalismo politico nel mondo – ha detto portando la sua esperienza drammatica da un Paese al centro di un sisma di conflitti recenti e antichi –. Il fattore religioso complicherà lo scenario ma potrà necessariamente contribuire alla risoluzione dei problemi».

In questo quadro di instabilità che spazio ha la cooperazione? Ha risposto Augusto dell’Erba, presidente Federcasse: «Uno spazio importante, perché la cooperazione è uno strumento imprenditoriale efficiente, moderno e attuale. Queste crisi hanno dimostrato che di cooperazione c’è bisogno e che si tratta di un modello di straordinaria attualità».

La vertenza dell’integrativo delle Famiglie Cooperative. «Strutture salariali rigide considerate intoccabili fino a ieri – ha detto Monfredini riferendosi alla manifestazione sindacale fuori dalle porte della sala inCooperazione –, oggi non possono più esserlo, perché aumentare o in qualche caso solo confermare livelli retributivi integrativi fissi contrattati in passato può essere non più sostenibile. Chiediamo quindi alle organizzazioni sindacali la disponibilità ad affrontare il tema della variabilità della retribuzione integrativa, rispetto a quella fissa stabilita dai contratti nazionali, considerando questo fronte non un tabù inavvicinabile bensì un tema sul quale ci si possa confrontare».

La vicepresidente del settore Consumo Paola Dal Sasso ha anticipato che domani la commissione sindacale proporrà ai presidenti delle Famiglie Cooperative di erogare per un periodo di quattro mesi un importo una tantum che non si discosti significativamente da quanto oggi percepito. “Proponiamo questo per non far pesare sui nostri collaboratori la situazione di stallo nella trattativa – ha affermato Dal Sasso – e dicendo fin da ora che Contratto Integrativo o non Contratto integrativo troveremo comunque la strada per dare risposte concrete alle necessita delle nostre Famiglie Cooperative senza penalizzare i lavoratori”.

Italo Monfredini si è anche soffermato sui recenti fatti che hanno interessato la residenza Fersina, gestita da una cooperativa che segnala da tempo alle autorità competenti i comportamenti aggressivi e spesso violenti di un gruppo di ospiti che mettono a repentaglio l’incolumità delle persone accolte e degli operatori sociali impegnati. «Non ci sono mai soluzioni semplici a questioni complesse, ma l’allontanamento dei violenti dalla struttura è una necessità improrogabile, l’azione prioritaria e preliminare indispensabile per ripristinare una coabitazione pacifica e positiva tra gli ospiti e consentire al personale della cooperativa di svolgere il proprio lavoro in condizioni di sicurezza».

Coop-Pat, una strategia comune per lo sviluppo. La Federazione ha proposto di confermare il percorso già avviato nella precedente consiliatura di collaborazione istituzionale con la Provincia autonoma, che include la condivisione di tematiche strategiche e la sottoscrizione di un rinnovato protocollo istituzionale tra il Presidente e la Giunta provinciali e la Federazione, volto a mettere la Cooperazione a disposizione del Trentino quale strumento di coesione sociale e motore di sviluppo sostenibile. I temi sono quelli della promozione del modello cooperativo con l’attività nelle scuole, come già avviene da molti anni, e più di recente anche attraverso il circuito dei Festival in Trentino, in cui la Federazione è presente come partner, in primis il Festival dell’Economia, sia con risorse dirette sia attraverso investimenti di ConfCooperative.

Nell’alta formazione è stato proposto un protocollo istituzionale con Provincia e Università per integrare nei percorsi accademici temi legati alla cooperazione, anche grazie al contributo di Promocoop Trentina Spa. Accompagnamento delle cooperative verso modelli di business sostenibili, intelligenza artificiale, collaborazione con Trentino Digitale per la difesa dagli attacchi informatici, mutualità sanitaria, iniziative contro la violenza sulle donne, sono gli altri dossier su cui la Cooperazione Trentina propone di approfondire la collaborazione con l’ente pubblico.

A queste tematiche generali, sono seguite le proposte settoriali espresse dai vicepresidenti Stefano Albasini (agricole), Paola Dal Sasso (consumo), Silvio Mucchi (credito) e Germano Preghenella (lavoro e servizi) e della consigliera Francesca Gennai (sociali e abitazione). Tra queste quella di escludere il costo manodopera dalle gare, per garantire la ‘componente’ lavoro rispetto alla possibilità di ribassi, il rilancio del social housing, la revisione dell’accreditamento delle cooperative sociali in ottica qualitativa e non burocratica, lo sviluppo di una cultura amministrativa che vada nella direzione del partenariato pubblico-privato, l’apertura di un tavolo sulla non-autosufficienza, l’ampliamento del sostegno alla rete di punti vendita Sieg. E ancora la chiusura dell’iter di riconoscimento di un Distretto del cibo, il riconoscimento dell’importanza dell’alpeggio e un progetto per la valorizzazione della filiera lattiero-casearia cooperativa.

Di cooperazione e Autonomia intrinsecamente legate fra loro ha parlato l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione, Mario Tonina, nel suo intervento durante l’assemblea. Il mondo della cooperazione è uno dei capisaldi della realtà economico-sociale del Trentino e ha una storia fatta di convivenza, di aiuto reciproco di impegno e laboriosità, che sono anche i valori fondanti dell’Autonomia del Trentino. Ed è giusto ricordare alle nuove generazioni che se in Trentino non ci fosse stata la cooperazione, come oggi la conosciamo, lo sviluppo del nostro territorio sarebbe stato diverso. L’assessore, che ha accennato alla necessità di dare risposte alle tante emergenze che ci attendono, dall’incertezza del contesto storico, alla denatalità intrecciata con l’invecchiamento progressivo della popolazione, ha messo in luce il ruolo sinergico del mondo cooperativo nel tessuto delle comunità e la possibilità di fare la differenza anche in futuro in numerosi settori, dal mondo del sociale a quello assistenziale,  dai servizi all’assistenza, fino al ruolo di presidio del territorio montano.

Bilancio e nuovo Collegio sindacale. Nella parte privata, l’assemblea delle cooperative socie ha approvato all’unanimità il bilancio della Federazione, che ha un buon patrimonio (34,3 milioni di euro i mezzi propri) e dispone di liquidità sufficiente a far fronte a tutti gli impegni economici e finanziari. Il documento contabile chiude con un utile netto di 208 mila euro, a fronte di ricavi per 18,9 milioni e di costi per 18,7 milioni.

Nel 2023 la Federazione ha proseguito le attività ordinarie (revisioni, consulenza sindacale, legale, fiscale, contabile e amministrativa, internazionalizzazione, formazione, comunicazione…), e si è concentrata anche sull’innovazione, con l’espansione della piattaforma inCooperazione (adesione di 102 cooperative e nuove funzionalità), il consolidamento degli spazi coworking (arrivati a 10 con le aperture di Fai della Paganella e Ziano di Fiemme), la nascita di 5 Cer, lo sviluppo di inTrentino (avviata la vendita online all’estero). A gennaio 2024, la Federazione ha ottenuto la Certificazione di Genere. Rinnovato il Collegio sindacale. L’assemblea ha anche eletto il nuovo Collegio sindacale. Presidente è Erica Ferretti, sindaci effettivi Cristina Roncato e Mauro Zanella e supplenti Alessandra Cascioli e Cristina Odorizzi.


In breve

Sait tra utili e tensioni sindacali. Nel complesso, nel 2023 il Sistema SAIT ha registrato vendite al pubblico per 548 milioni di euro lordi, in crescita rispetto all’anno precedente, a testimonianza della bontà del percorso di consolidamento intrapreso negli ultimi anni. Il valore della produzione del Consorzio SAIT è cresciuto in maniera sensibile, a 401,5 milioni di euro (363,6 milioni di euro nel 2022, +10,4%), grazie all’aumento dei ricavi provenienti da vendite; i costi della produzione, in particolare di quelli legati a materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci, che rappresentano la principale voce a bilancio, hanno visto un importante aumento (da 313,9 milioni a 344,1, +9,6%). L’utile ha registrato una leggera crescita, portandosi da poco meno di 2 milioni di euro del 2022 a 2,3 milioni (+13,6%): un risultato che andrà in prevalenza alla remunerazione dei Soci (1,37 milioni di euro) e verrà portato a riserva (823 mila euro).


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