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Coronavirus, in Alto Adige sono 252 i guariti

Contagio confermato per 1.732 persone, 3.206 in quarantena. Sono 195 i sanitari altoatesini contagiati, fra loro anche 12 medici di famiglia

Bolzano – Sono 164 le vittime del coronavirus in Alto Adige dall’inizio dell’emergenza, otto più di ieri. Lo riferisce la Provincia di Bolzano. La maggior parte dei decessi, 109, sono avvenuti negli ospedali. A questi si aggiungono i 55 pazienti morti nelle case di riposo.

Sale a 1.732 il numero delle persone contagiate: nelle ultime 24 ore, la valutazione di 1.097 tamponi ha confermato la positività di altre 79 persone. In totale sono stati effettuati 16.825 test su 8.819 persone. Fra i contagiati anche 183 collaboratori dell’Azienda sanitaria provinciale oltre a 10 medici di famiglia e 2 pediatri di base. Al momento sono ricoverati nei reparti ordinari degli ospedali o nel centro di quarantena di Colle Isarco 229 pazienti Covid-19.

Altre 12 persone vengono assistite a Bolzano presso le cliniche Villa Melitta e Bonvicini. Inoltre, si segnalano 74 casi sospetti. Sono 47 i pazienti ricoverati invece nelle terapie intensive ai quali vanno aggiunti 9 pazienti trasferiti in ospedali in Austria e Germania. Aumentano ancora i guariti che sono 252. Restano in quarantena obbligatoria o in isolamento domiciliare 3.206 persone, mentre 3.232 l’hanno conclusa. Finora sono 6.438 i cittadini ai quali sono state imposte misure di quarantena.

Etiopia si prepara a pandemia. “Secondo le informazioni governative la pandemia si sta avvicinando. Non abbiamo un’unità di terapia intensiva e non abbiamo ventilatori. Non ci resta che pregare fiduciosamente e incoraggiarci a vicenda”. Lo scrive la dottoressa Sr. Rita Schiffer, direttrice dell’ospedale di Attat, in Etiopia, sotenuto dai “Medici dell’Alto Adige per il Mondo.Tutte le persone che si rivolgono all’ospedale devono lavarsi le mani, anche quando escono – prosegue Schiffer – Abbiamo cucito con le nostre mani le maschere di protezione e il farmacista produce una soluzione disinfettante. Non abbiamo test disponibili e forse è per questo che non abbiamo ancora confermato casi di Covid19″. Il presidente dell’associazione altoatesina, Toni Pizzecco, sottolinea che oltre all’acquisto di maschere e altro materiale protettivo per l’ospedale di Attat, il finanziamento dei progetti idrici rappresenta la forma di aiuto più urgente. “Una lattina di acqua e sapone è forse il modo più rapido e semplice per salvare molte persone in Africa, a parte gli asciugamani con cui le persone si proteggono naso e bocca”. 

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