‘Contact tracing efficace, ma in breve tutto potrebbe cambiare’. Proteste dei genitori per le mascherine in classe
Trento – “Finora il sistema Trentino ha tenuto di fronte alla pandemia e la situazione sanitaria è sotto controllo, ma certamente non sarà facile continuare su questa strada, tutto potrebbe cambiare in pochissimo tempo”. Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, intervenendo questa mattina alla seduta del Consiglio provinciale in remoto.
Sono sei i morti per Covid in Trentino nelle ultime 24 ore, il totale sale a 536 dall’inizio dell’epidemia. I nuovi contagi sono 257: anche qui un numero elevato, se si considera che i tamponi analizzati sono 1.009. In pratica, il 24,9 per cento delle persone era positiva. E, ricordiamo, parliamo solo di tamponi molecolari. Non di test rapidi.
Salgono anche le terapie intensive, che diventano 24, 4 in più rispetto a ieri. I posti occupati in rianimazione dai pazienti Covid raddoppiati in sei giorni.
Il Trentino resta comunque in “zona gialla”. Lo ha riferito il presidente della Provincia Fugatti.
L’indicatore percentuale fra posti disponibili in terapia intensiva e posti occupati resterà, assicura, a livello accettabile.
I lavori in Consiglio provinciale
In apertura di seduta l’assessora Segnana ha fatto il punto della situazione epidemiologica e organizzativa. L’ultimo report degli inizi di novembre vede il Trentino con un rt a 1,6; l’occupazione dei posti letto posti letto per il Covid è al 14%, la soglia d’allerta è al 40% e il tasso di occupazione delle terapie intensive è al 10% mentre la soglia di allerta è stata fissata al 30%.
In generale, ha affermato l’assessora, sono state sospese le visite specialistiche tranne quelle in Rao A. La strategia, ha ricordato, è quella di recuperare risorse e personale per gestire i ricoveri Covid e quelli dei malati di altre patologie. Successivamente verrà potenziato il servizio di teleconsulto e televisita. Per ciò che riguarda la riorganizzazione del sistema ospedaliero: Rovereto è Covid hospital accoglie i pazienti Covid in terapia intensiva, alta e media intensità, l’attività operatoria è quella di urgenza e emergenza, ostetrica e classe A nei limiti consentiti da anestesia, la chirurgia ambulatoriale e specialistica per Rao A e B. Il S.Chiara è destinato alla alta e media intensità Covid nei reparti di malattie infettive, pneumologia, geriatria, medicina e dialisi. Attività operatoria d’urgenza e emergenza e ostetricia classe A e B in relazione al carico di anestesia, chirurgia ambulatoriale e visite specialistiche solo Rao A e B. Media intensità Covid a Tione. sospesa la chirurgia, quella ambulatoriale solo se non richiede posti letto o trasferimenti; attività ambulatoriale solo in Rao A e B. Anche a Cles accoglienza pazienti media intensità Covid e ventilazione non invasiva. Sospesa chirurgia, consentito l’attività ambulatoriale che non richieda posti letto e specialistica solo Rao A. A Borgo media intensità Covid, sospesi gli interventi operatori, chirurgia ambulatoriale e attività specialistica solo per Rao A e B. All’ospedale di Cavalese cure di media intensità Covid, sospesa chirurgia, continua traumatologia e visite specialistiche ambulatoriali solo per Rao A e B. Anche a Arco sospesa chirurgia, ambulatori in Rao A. Per la struttura di Mezzolmbardo è in corso la riconversione in struttura intermedia Covid. Infine, l’assessora ha ricordato che a Trento sud sono stati potenziati i drive through con quella del personale dell’Esercito. Nell’ultima settimana, ha ricordato infine Segnana, sono stati effettuati 10 mila tamponi. Per quanto riguarda i vaccini anti influenzali, rispondendo a Rossi del Patt, ha ricordato che l’Apss ha acquistato 130 mila dosi e prenotate altre 70 mila. Le 130 mila sono state distribuite a medici di base che in alcuni casi le hanno terminate e quelle prenotate arrivano col contagocce. Ma, ha detto l’assessora, in molte regioni non hanno coperto nemmeno le categorie fragili. Il problema delle farmacie non dipende dalla Pat ma dal fatto che non sono riuscite ad acquistare le dosi a livello nazionali.
Il confronto con i consiglieri.
Paola Demagri del Patt è intervenuta per ricordare le difficoltà della medicina di base e quindi ha chiesto quale tipo di riorganizzazione territoriale si stia mettendo in campo da parte dell’Azienda e dell’assessorato. Luca Zeni (Pd) ha detto che ella relazione dell’assessora non sono state presentate le strategie per contrastare l’ondata epidemica, che ha colto anche il Trentino impreparato perché durante l’estate s’è fatto poco. Ma, ha aggiunto, l’autonomia trentina s’è sempre distinta per la capacità di anticipare le scelte nazionale. Fatto che non è accaduto in questa emergenza dove emergono i problemi nei tracciamenti e per i tamponi. Zeni ha poi chiesto quali siano i dati dei tamponi antigenici rapidi negli ultimi 10 giorni. Il consigliere del Pd, inoltre, ha chiesto poi un maggior coinvolgimento dell’opposizione e degli stessi medici e del personale sanitario che lamentano di non essere ascoltati. Sulle azioni concrete il Pd ha presentato una risoluzione sul potenziamento della centrale Covid; per aumentare i tamponi, viste anche le preoccupanti dichiarazioni del dirigente generale dell’assessorato secondo il quale ormai il contagio è troppo avanti e non servono più. La richiesta di coinvolgere L’Istituto zooprofilattico del Triveneto che il Veneto usa e i, infine, le strutture private. Va potenziata inoltre per il consigliere Pd l’assistenza a domicilio e va mantenuta l’attenzione sulla sfida di continuare le prestazioni per i malati non Covid.
Un lockdown va evitato, ha concluso, ma non si possono nascondere i dati per scansare questo pericolo. La collaborazione della minoranza c’è, ma serve un cambio di passo.
Alex Marini ha presentato la sua risoluzione, bocciata con 12 sì, 19 no due astenuti, con la quale chiedeva una convocazione permanente, con cadenza settimanale, della Quarta commissione. Questo perché, ha affermato, è necessario informare i consiglieri direttamente per discutere con la Giunta in modo sereno della situazione. Ascoltando anche medici e il personale sanitario che hanno chiesto e chiedono un confronto. Infine, Marini ha chiesto che venga messa in campo una comunicazione mirata perché l’incidenza dell’epidemia varia da zona a zona. Altro tema di discussione la situazione socio economica e quella della scuola pensando di disciplinare anche l’home schooling e mettendo in campo idee per favorire la didattica all’aria aperta, senza limitarsi alla semplice Dad.
Segnana: c’è carenza di medici e infermieri.
L’assessora Segnana sull’Usca, Unità speciali di continuità assistenziale, ha detto che sono state fatte altre 3 assunzioni per arrivare al tetto di 16. Da marzo a oggi in generale sul fronte Covid sono state assunte molte figure, passando dalle 76 e alle 222 attuali. L’Istituto zooprofilattico non ha la possibilità di analizzare in Trentino i tamponi e mandarli a Legnago farebbe solo allungare i tempi. In generale, l’assessora ha ribadito che ci sono le risorse economiche ma c’è carenza di infermieri e medici. Oggi, ha aggiunto, si parte a Trento sud con due drive uno dell’Azienda e uno dell’Esercito. C’è poi il protocollo con il Cal perché i comuni organizzino spazi per i tamponi rapidi. Insomma, ha detto ancora, il lavoro dell’Azienda è stato non facile ma è stato svolto col massimo impegno.
Sui test rapidi Fugatti ha detto che i dati su questi test vengono gestiti a livello ministeriale, si fanno solo sui sintomatici e l’attendibilità è buona. La scelta di comunicare i dati solo dei molecolari è del ministero. Anche se, ha aggiunto, la Pat non avrebbe problemi a comunicarli anche se lo devono fare tutti i territori altrimenti si creerebbero discriminazioni. Comunque, ha concluso, il numero dei tamponi in Trentino è il più alto d’Italia, 2500 al giorno.
Le risoluzioni.
Sulle risoluzioni, su quella di Marini, la Giunta ha espresso parere negativo perché i contatti con i responsabili socio sanitari è costante e quotidiano; negativo anche sulle risoluzione, prima firmataria Sara Ferrari, che è stata ritirata e chiedeva una maggiore partecipazione nell’emergenza Covid. Un no motivata dal fatto che per l’assessora Segnana i contatti con categorie e comuni sono costanti. Parziale no anche all’altra risoluzione Ferrari, ma sì ai punti che chiedono il potenziamento centro Covid e domiciliari, sullo sforzo per ridurre tempi dei tamponi rapidi e molecolari.
Marini ha ricordato che la sua risoluzione conteneva una proposta avanzata già a marzo, anche per raccogliere le posizioni espresse dai parenti dei degenti nelle Rsa. Ugo Rossi del Patt ha chiesto a Segnana il dato sui totali dei tamponi e su quante persone sono stati effettuati i 300 mila effettuati fino a oggi. Sul rapporto Giunta e Consiglio ha sottolineato la necessità, anche perché l’unione fa la forza, di un confronto in commissione a scadenze fisse. Il capogruppo Patt ha detto che il Trentino è effettivamente al vertice per tamponi, questo va bene, ma il contesto è di grande difficoltà ed è quindi meglio non fare classifiche anche perché siamo ai vertici anche dei numeri negativi. Rossi ha ricordato di aver fatto presente la necessità delle vaccinazioni anti influenzali che sono state fatte solo alle categorie a rischio. Sara Ferrari ha detto che il no alle risoluzioni è incomprensibile perché in un periodo straordinario vanno messe in campo misure straordinarie. Alla fine ci si limiterà alla richiesta di comunicazione in Consiglio, un atteggiamento, per la capogruppo Pd, incomprensibile anche di fronte a quello comprensivo dell’opposizione. Un errore politico e istituzionale, ha infine definito, il no alla convocazione permanente della Quarta commissione. Il presidente Conte, ha aggiunto, passa in Parlamento per informarlo sui Dpcm, qui non si fa.
Claudio Cia di Agire ha detto che si dovrebbe evitare di sovrapporre strutture su strutture e ben difficilmente potrebbero venire proposte concrete dalla Quarta commissione. Mara Dalzocchio della Lega ha detto che è indispensabile ricordare che il Trentino sta dimostrando una gestione responsabile e in alcuni casi virtuosa dell’emergenza. La Pat è stata all’avanguardia rispetto a decisioni nazionali, la task force è stata istituita prima della dichiarazione Onu e tre giorni prima della dichiarazione del Governo dello stato d’emergenza nel gennaio scorso. Una testimonianza è l’elevato numero di tamponi, il doppio rispetto alla media nazionale, certificato dall’Unitn. I positivi oggi in Trentino sono tre volte inferiori rispetto all’Alto Adige e questo grazie all’azione della Giunta. La descrizione negativa del lavoro del governo Pat, ha chiuso, fa male a tutti i trentini.
Filippo Degasperi di Onda civica Trentino, ha affermato che nessuno ha parlato male della Pat, ma si sono fatte solo proposte. Come Rossi ha detto che si deve andare cauti con i proclami. Vengono regolarmente segnalate disfunzioni, a partire dai numeri di telefono che rispondono a singhiozzo e dopo lunghe attese. Classi che vengono avvisate dopo giorni rispetto ai rilevamenti di positività di alcuni alunni. Il centro Covid andava potenziato subito e molte altre problematiche come le ambulanze costrette spesso ad aspettare anche un’ora e mezzo prima di sapere dove devono portare i malati. Infine, nella scuola, secondo Degasperi, si sta generando la stessa “babele” della primavera. Ottimismo sì, ma suffragato dai fatti, ha concluso.
Fugatti: sempre meno gli spazi di autonomia sul Covid.
Il presidente Fugatti è intervenuto per dire che la Giunta ha accettato un confronto sul tema del Covid ad ogni consiglio, come chiesto da Sara Ferrari. La situazione è pesante e preoccupante, ha detto, e lo sarà per le prossime due settimane quando si vedranno gli effetti delle ultime scelte. Il Trentino, ha continuato, per quanto tutto sia migliorabile, al 9 novembre è zona gialla, ma ciò che accadrà da oggi in poi nessuno lo sa. Di certo però che se fino a oggi la gestione dei contagi ha retto e siamo una delle poche realtà che fa ancora il contact tracing, è perché è stato fatto un buon lavoro. Non tutto va bene, vanno fatto potenziamenti, ma grazie all’impegno di tante persone impegnate fino allo spasimo. Insomma, ha concluso il presidente, aspetti critici ci sono ma la situazione è ancora sotto controllo, anche se sul futuro, anche immediato, non c’è alcuna certezza. Non c’è alcuna volontà di fare classifiche, ma non si può dimenticare le cose che funzionano.
Ugo Rossi ha definito saggio l’intervento di Fugatti ma ha chiesto che vengano date informazioni corrette al di là della foga di voler dimostrare che si sta facendo bene e ha insistito sulla necessità di sapere, entro oggi, su quante persone sono stati fatti i 300 mila tamponi. Infine, ha ricordato che le risoluzioni racchiudono proposte necessarie per fare andare ancora meglio il Trentino che ha ereditato un’organizzazione dell’Azienda sanitaria che viene da molto lontano e che per fortuna la Giunta non ha toccato.
Luca Zeni ha detto che va preso atto di una situazione difficile e il fatto di sottolineare le difficoltà non significa critica sterile, ma va visto come un richiamo ai metodi che in altri luoghi hanno permesso di contenere il contagio. Inoltre, secondo Zeni, il tracciamento non si riesce più a fare, come ha detto il dirigente generale dell’assessorato alla sanità. Ci sono carenze nella centrale Covid, nelle cure domiciliari e problemi organizzativi nell’Azienda. Sui tamponi ha detto che sapere quanti sono gli antigenici positivi è una necessità per avere un quadro chiaro. Fugatti, ha aggiunto il consigliere Pd, ha parlato di possibili cambi di situazione e non si capisce se ci sono dati allarmanti e sarebbe utile sapere cosa intenda fare per il Trentino Roma. Zeni ha concluso con l’invito a sfruttare le opportunità dell’Autonomia.
Degasperi ha apprezzato i toni del presidente Fugatti ma le intenzioni della minoranza sono quelle di supportare il lavoro della Giunta. Anche Marini ha aggiunto che il contenuto della sua risoluzione non era per nulla polemico ma il tentativo di un confronto continuo e creativo.
Giorgio Tonini del Pd ha chiesto e ottenuto dalla proponente il ritiro della prima risoluzione di Sara Ferrari per evitare a Fugatti di fare un errore come quelli fatti a livello nazionale da Conte con l’eccesso di Dcpm. Il Pd ha cercato di proceduralizzare l’iter dei decreti di Conte, ha detto Tonini, dicendo che prima di vararli serve un passaggio in Parlamento e probabilmente anche qui nei prossimi giorni ci sarà un ricorso a ordinanze è quindi della necessità di una comunicazione al Consiglio. Tonini ha invitato Fugatti a ripensare a questo no e ha detto che il Pd non ha intenzione di mollare su questo punto. Fugatti ha però ricordato che purtroppo gli spazi di autonomia su questa emergenza sono sempre più stretti e molto probabilmente ci si troverà solo a recepire le decisioni del governo nazionale. A Zeni ha risposto di non avere notizie sul fatto che il Trentino possa divenire zona arancione o rossa, anche se il futuro è incerto.
Il ricordo di Piergiorgio Cattani.
Lucia Coppola di Futura infine ha ricordato la figura di Piergiorgio Cattani e ha ringraziato della solidarietà tutti i consiglieri. Il presidente Kaswakder ha ricordato la vicinanza ai familiari e a Futura del Consiglio e sua personale per la grave perdita di un persona preziosa per tutto il Trentino.
In breve
Hanno protestato davanti alla sede della dirigenza delle scuole ladine di Fassa i genitori, una settantina, che chiedono di togliere l’obbligo di indossare la mascherina in classe per i bambini delle scuole elementari. Una misura decisa dall’ultimo Dpcm e applicata anche in Trentino. L’hanno chiamata “genitori in sciopero”, un’iniziativa proposta dall’associazione “Genitori in rete”. E domani si replicherà anche in val di Sole. Se le loro istanze non verranno accolte, dice l’avvocato Manuela De Pellegrin, sono pronti ad ulteriori azioni.